Il Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (Imec) rappresenta una delle iniziative più ambiziose degli ultimi decenni nel campo delle infrastrutture globali e della connettività commerciale. Nato ufficialmente nel contesto del G20 di Nuova Delhi, Imec si propone come una rete logistica multimodale in grado di collegare l’Asia meridionale all’Europa attraverso il Medio Oriente, combinando trasporto marittimo, ferroviario, infrastrutture energetiche e connessioni digitali. Al di là della dimensione geopolitica, il progetto ha un potenziale rilevante per la logistica internazionale e per la centralità economica del Mediterraneo, che potrebbe tornare a essere uno snodo cruciale degli scambi globali. L’idea alla base del progetto è quella di creare un corridoio alternativo e complementare alle rotte tradizionali, oggi fortemente concentrate sul canale di Suez. Il sistema prevede un collegamento marittimo tra i porti dell’India occidentale e quelli del Golfo Persico, seguito da una tratta terrestre, prevalentemente ferroviaria, attraverso la penisola arabica fino al Mediterraneo orientale, da cui le merci potrebbero proseguire verso i porti europei e l’hinterland continentale. In questo schema, la logistica non è intesa come semplice trasporto, ma come ecosistema integrato che comprende infrastrutture, servizi, piattaforme digitali e coordinamento regolatorio.

Dal punto di vista economico, Imec nasce con l’obiettivo di ridurre tempi e costi di transito delle merci tra India ed Europa. La combinazione di mare e ferrovia consentirebbe di superare alcune delle inefficienze tipiche delle rotte esclusivamente marittime, migliorando la prevedibilità dei flussi e riducendo la dipendenza da colli di bottiglia strategici. In un contesto segnato da instabilità geopolitica, congestione dei porti e tensioni sulle supply chain, la possibilità di diversificare le rotte rappresenta un vantaggio competitivo significativo per le economie coinvolte. In questo scenario, il Mediterraneo assume un ruolo centrale. L’area è già oggi uno dei principali bacini di traffico marittimo al mondo, ma soffre di una frammentazione infrastrutturale e di una competizione interna che ne limita il pieno potenziale. Il programma offrirebbe anche l’occasione di trasformare la regione da semplice area di transito a piattaforma logistica avanzata, capace di integrare porti, ferrovie e retroporti in un sistema coerente e competitivo. Per l’Europa, e in particolare per l’Italia, il corridoio potrebbe rappresentare una leva strategica per rafforzare il ruolo dei porti mediterranei rispetto a quelli del Northern Range. Scali come Trieste, grazie alla loro posizione geografica e alle connessioni ferroviarie verso l’Europa centrale, si candidano a diventare terminal naturali del corridoio, intercettando flussi di merci ad alto valore aggiunto provenienti dall’Asia e destinati ai mercati europei.
L’impatto economico potenziale è rilevante. Dal lato dei costi logistici, le stime suggeriscono che IMEC potrebbe portare a una diminuzione dei costi di trasporto fino al 30% rispetto alla rotta Suez. In termini concreti, se il costo medio del trasporto di un container standard (TEU) tra Mumbai e un porto europeo è stimato attorno ai 6.000 dollari, il corridoio potrebbe permettere un risparmio di circa 1.800 dollari per Teu trasportato. Con un volume iniziale di traffico annuale di circa 1,5 milioni di Teu, questo si tradurrebbe in un risparmio complessivo per gli operatori commerciali di circa 2,7 miliardi di dollari l’anno solo nella fase iniziale del progetto. Se le capacità venissero potenziate fino a 3 milioni di Teu attraverso investimenti in linee ferroviarie doppie o terminal aggiuntivi lungo il corridoio, il risparmio aggregato potrebbe salire oltre 5 miliardi di dollari annui. Maggiore traffico portuale, sviluppo dei servizi logistici avanzati, attrazione di investimenti industriali e rafforzamento delle filiere produttive collegate.
Imec potrebbe inoltre stimolare una modernizzazione accelerata delle infrastrutture ferroviarie e intermodali, favorendo il trasferimento modale dalla gomma al ferro e contribuendo agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Uno degli elementi distintivi del progetto è la sua natura multidimensionale. Il progetto non si limita al trasporto merci, ma include anche infrastrutture per il trasporto di energia e dati, come cavi elettrici e digitali lungo il corridoio. Questa integrazione risponde alla crescente interdipendenza tra logistica, energia e digitali. Il potenziale di Imec è elevato, ma il progetto si confronta con sfide significative. La stabilità geopolitica del Medio Oriente rimane un fattore critico, così come la necessità di coordinare interessi nazionali spesso divergenti. La realizzazione delle infrastrutture richiede investimenti ingenti, tempi lunghi e un alto livello di cooperazione politica e regolatoria.
Leonardo Parigi