Il boom del settore “Expedition”, tra design e nuovi scali

Tra i corridoi della crocieristica globale, c’è un segmento che sta crescendo a ritmi a doppia cifra, trasformando il modo in cui si intende viaggiare via mare: è quello delle “Expedition Cruises”. Lontano dai colossi da oltre 5.000 passeggeri, qui si naviga in ambienti esclusivi, su navi da poche centinaia di ospiti, alla scoperta di territori remoti. Dai ghiacci dell’Antartide ai paradisi incontaminati del Sud Pacifico, le navi expedition sanno unire una combinazione di lusso, ricerca scientifica e sostenibilità ambientale. E i numeri stanno confermando che non si tratta di una nicchia marginale, ma del comparto più dinamico del settore.

Secondo gli ultimi studi di mercato, tra cui l’analisi di Htf Market Intelligence, il comparto globale di questo segmento ha superato nel 2023 la soglia di 1,2 miliardi di dollari di fatturato, con una previsione di crescita media annua del 10% fino al 2031. Se i ritmi saranno confermati, il mercato potrebbe raggiungere i 2,5 miliardi di dollari entro la fine del decennio. L’interesse è confermato anche dai dati raccolti da Expedition Cruise Network (Ecn), secondo cui il 70% degli operatori ha registrato una crescita significativa nell’ultimo anno, con punte fino al 40%.

A trainare questa espansione sono compagnie che hanno investito in modo mirato nella flotta e nei servizi offerti. Tra queste, Seabourn ha segnalato una forte domanda per le partenze 2025, con alcune rotte già vicine al tutto esaurito. Tra queste, il passaggio a nord-ovest, tra le isole artiche canadesi, e l’Amazzonia. Viking Expeditions ha fatto segnare un tasso di occupazione del 94%, sostenuto da un incremento della capacità del 14%. Ma si affacciano sul mercato anche nuovi protagonisti: Atlas Ocean Voyages, Heritage Expeditions, Oceanwide e Ponant, quest’ultima con la sua “Le Commandant Charcot”, prima nave ibrida in classe polare, in grado di raggiungere il Polo Nord geografico. La concorrenza si sta spostando dalla sola qualità dell’esperienza a bordo alla possibilità di proporre vere e proprie esplorazioni tailor-made, con esperti scientifici e biologi marini a bordo, escursioni in Zodiac e approdi inaccessibili ai grandi scafi.

Geografia e scoperte

Dal punto di vista geografico, la mappa delle rotte si sta biforcando tra due tendenze forti. Le mete polari, dove spiccano Antartide, Groenlandia, Alaska e arcipelaghi come le isole Svalbard, e quelle “warm expeditions”, come Galapagos, Seychelles, sud-est asiatico e Polinesia francese. Qui si afferma una nuova classe di crocieristi altospendenti che, più che il comfort, cerca l’unicità dell’esperienza. I prezzi riflettono l’esclusività: si va da 7.000 a oltre 50.000 euro a persona per viaggi di una o due settimane, con punte oltre i 60.000 per gli itinerari artici più rari e prolungati.

ponant

Il profilo del cliente tipo è quello di un viaggiatore esperto, con disponibilità economica molto alta, che spesso prenota con molti mesi di anticipo. Ma non mancano i viaggi last-minute per chi cerca occasioni nei pochi posti disponibili a ridosso della partenza. L’indice di fidelizzazione è elevatissimo. Oltre il 40% dei passeggeri torna a viaggiare con la stessa compagnia entro due anni. Sul fronte Esg (Environmental, Social, Governance), il segmento delle expedition cruises rappresenta anche un modello avanzato di sostenibilità. Il 71% delle compagnie intervistate da Ecn considera la sostenibilità una priorità assoluta. Le navi sono spesso alimentate a Lng (Gas naturale liquefatto), dotate di sistemi per il trattamento delle acque reflue a bordo, e sono progettate per ridurre al minimo l’impatto sugli ecosistemi locali. Anche le escursioni vengono pensate secondo una logica di rispetto e interazione responsabile con le comunità indigene e i territori toccati.

Il settore attira sempre più l’attenzione anche degli analisti finanziari. Viking, ad esempio, è stata recentemente citata come “stock of the day” dalla stampa specializzata, confermando che il comparto ha smesso di essere una nicchia per diventare un asset strategico per gli investitori del turismo esperienziale. Le sfide non mancano. Dall’adeguamento infrastrutturale dei porti minori alla necessità di personale altamente formato, fino alla gestione delle rotte in contesti climaticamente e politicamente sensibili. Ma le opportunità sono tali da rendere questo segmento uno dei più promettenti dell’intera industria crocieristica.

Leonardo Parigi