La transizione ecologica non è più una scelta strategica opzionale per l’industria crocieristica europea, ma un imperativo regolamentare, ambientale ed economico. In un contesto segnato da normative stringenti, evoluzioni tecnologiche e un crescente scrutinio pubblico, i principali player del comparto stanno accelerando gli investimenti su carburanti alternativi e soluzioni energetiche sostenibili. Stando ai dati di Clia Europe, il Mediterraneo, secondo bacino crocieristico al mondo dopo i Caraibi con oltre 31 milioni di passeggeri nel 2023 (+16% rispetto al 2022), si trova al centro di questa trasformazione.
A dare l’impulso più deciso alla transizione sono le politiche dell’Unione Europea. Il regolamento FuelEU Maritime, approvato nel 2023 e in vigore dal 2025, impone una progressiva riduzione dell’intensità di gas serra dei carburanti marittimi del 2% entro il 2025, fino al 80% entro il 2050. A ciò si aggiungono le norme Fit for 55, che includono il trasporto marittimo nel sistema di scambio delle quote di emissione EU ETS dal 2024: ogni tonnellata di CO₂ emessa avrà un costo crescente (si stima 100 €/ton nel 2026).
Il risultato è un nuovo scenario competitivo, dove l’adozione di carburanti green diventa anche un’opportunità per ridurre l’esposizione al rischio regolamentare e ai costi futuri del carbon pricing. Al momento, la tecnologia di riferimento per i carburanti alternativi nel settore crociere è il gas naturale liquefatto (Lng). Nel 2024, circa il 30% delle nuove navi da crociera in costruzione per il mercato europeo sarà LNG-ready, secondo i dati redatti da Meyer Werft e Fincantieri. Costa Crociere, Msc e Carnival sono già operative con navi alimentate a LNG, come la MSC World Europa, varata nel 2022 e costata 1,1 miliardi di euro. Tuttavia, il gas naturale liquefatto, seppur meno inquinante del bunker fuel convenzionale, non è carbon neutral. La sua adozione è considerata una soluzione “ponte”, in attesa di carburanti truly green. Secondo la società di consulenza Dnv, nel 2030 solo il 17% delle emissioni marittime europee sarà coperto da Lng.
I numeri della transizione
Secondo uno studio della European Maritime Safety Agency (EMSA), il costo di transizione per l’intero comparto crocieristico europeo verso carburanti alternativi supererà i 35 miliardi di euro entro il 2040. Di questi, circa 12 miliardi saranno destinati a retrofit di motori e impianti, 15 miliardi per le nuove costruzioni, e 8 miliardi per l’infrastruttura portuale, inclusa l’elettrificazione delle banchine. A titolo di esempio, Fincantieri, principale costruttore di navi da crociera in Europa, ha già ricevuto ordini per 6 unità alimentate a Lng per un valore complessivo di oltre 6 miliardi di euro.

Se le compagnie sembrano disposte ad investire, l’adeguamento dei porti mediterranei procede a velocità variabile. Mentre Civitavecchia, Marsiglia e Pireo hanno avviato piani di elettrificazione delle banchine (cold ironing) e bunkeraggio Lng, altre realtà come Palermo, Heraklion o Tunisi non dispongono ancora di infrastrutture compatibili. Il rischio è quello di un’Europa marittima a due velocità, dove le navi più avanzate rischiano di non poter operare in condizioni ottimali in tutti i porti toccati. Secondo ancora Clia, solo il 20% dei porti crocieristici mediterranei sarà cold ironing-ready entro il 2026.
Il valore degli investimenti
Il passaggio ai carburanti green presenta un incremento medio dei costi operativi tra il 25% e il 50%, a seconda del combustibile scelto. Tuttavia, le compagnie più lungimiranti stanno già incorporando questi costi nel modello di business, scommettendo su un vantaggio competitivo nel medio-lungo termine. Un’analisi condotta da PwC nel 2024 mostra che le compagnie che hanno investito almeno il 10% del loro Capex (come spesa per investimeti) in sostenibilità tra 2020 e 2023, hanno registrato una crescita del valore azionario del +12% rispetto alla media del settore.
Infine, la spinta viene anche dal consumatore: secondo un’indagine condotta da Booking.com e Ipsos, il 62% dei crocieristi europei dichiara di essere disposto a pagare un premium price fino al 15% per viaggi a basso impatto ambientale. Le nuove generazioni rappresentano già il 41% del mercato e premiano l’eco-innovazione. La rotta è tracciata: il settore crocieristico nel Mediterraneo non potrà che navigare verso un futuro a basse emissioni. Ma il passaggio ai carburanti green non è solo una questione ambientale: è una vera e propria sfida economica, industriale e infrastrutturale, in cui chi saprà investire con visione potrà emergere come leader in un mercato sempre più regolamentato e attento alla sostenibilità.
Leonardo Parigi