Diverse business unit e sempre più servizi, qual è la fotografia del momento di Finsea, e quali le prospettive di crescita?
“Finsea è un gruppo in costante trasformazione, con una struttura integrata che include logistica portuale, shipping, servizi doganali, trasporti e aree in espansione come il cabotaggio e i servizi per il comparto yacht”, racconta Aldo Negri, Ceo del gruppo. “Oggi ci concentriamo su un’offerta personalizzata, che sfrutta le sinergie tra le nostre business unit per rispondere alle esigenze dei clienti. Le prospettive di crescita si basano sull’espansione geografica, sulla creazione di nuove soluzioni integrate e sull’investimento continuo in innovazione e formazione, per rimanere competitivi e reattivi alle sfide del mercato.
Un’Europa a rischio recessione e un canale di Suez quasi chiuso rischiano di bloccare la crescita del settore portuale italiano, o c’è più pessimismo del dovuto?
“L’Italia, grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo, resta un nodo cruciale per i flussi globali, anche in un contesto sfidante. La chiusura di Suez ha avuto impatti diversificati: alcuni porti come Genova e La Spezia hanno beneficiato della vicinanza alle rotte alternative, mentre altri, soprattutto nell’Adriatico, hanno registrato cali più significativi. Più in generale la situazione attuale sta mitigando la forte caduta dei noli marittimi causata dall’eccesso di stiva. In passato, periodi prolungati di difficoltà per le compagnie di navigazione hanno portato a consolidamenti lungo tutta la catena logistica, riducendo la concorrenza e ridimensionando l’imprenditoria locale”.
Cosa vi aspettate come gruppo dal 2025, e quali sono i vostri obiettivi sul medio periodo?
“Guardando al futuro, il 2025 sarà un anno di consolidamento per Finsea. Continueremo a rafforzare le attività integrate, con un focus su settori come il break bulk, le opere marittime, lo yachting e la logistica al servizio della cantieristica navale. A livello più ampio, il contesto europeo sarà decisivo: il trasporto su strada rimane predominante per le esportazioni italiane, e la Germania, nostro principale partner commerciale, è cruciale. Nonostante le attuali difficoltà economiche e politiche, una ripresa tedesca stabile rappresenterebbe un forte impulso per il nostro settore manifatturiero e per le esportazioni italiane”.
Il 2023 ha registrato una diminuzione complessiva dei traffici di Teu in Italia, mentre gli Stati Uniti, con la nuova amministrazione, puntano a far crescere i propri porti e puntano ad alzare importanti muri doganali. Quale è la sensazione del momento storico complessivo?
“Il calo dei traffici in Italia può essere attribuito a una combinazione di fattori economici, come il rallentamento della domanda globale, e strutturali, come la dipendenza dai porti del Nord Europa. L’Italia sta cercando di rafforzare i propri corridoi logistici per competere meglio, ma resta penalizzata dalla frammentazione infrastrutturale. Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno attuando politiche di potenziamento dei porti, supportati da investimenti pubblici significativi e da una volontà di ridurre la dipendenza da importazioni via Cina, aumentando la resilienza delle loro supply chain.
A livello globale, l’attuale situazione evidenzia un riallineamento economico e politico. Le politiche protezionistiche statunitensi, combinate con il consolidamento di blocchi regionali, stanno ridisegnando le rotte commerciali. Questi cambiamenti potrebbero influenzare negativamente il traffico italiano se non si adottano strategie più incisive per l’integrazione logistica e la valorizzazione del Mediterraneo come hub commerciale”.
Leonardo Parigi