Genova, Cannes, Monaco. E poi Miami, Zadar, Antigua e molti altri. Settembre è il vero capodanno del mondo della nautica, che nel 2024 fa registrare numeri sempre in positivo, anche se va assestandosi su valori più tendenziali e non esplosivi. Ma è la naturale conseguenza di un settore che ha visto nella pandemia del 2020 un vero trampolino di lancio. Perché la clientela si è diversificata, aprendosi anche a nuove fasce di età, a nuovi mercati e a nuovi servizi.
“L’Italia conferma la propria leadership mondiale nel settore dei superyacht anche nel 2024. Il Global Order Book elaborato da Boat International posiziona l’industria italiana al vertice per gli ordini delle unità superiori a 24 metri, con 600 yacht in costruzione su un totale di 1.166 a livello globale. La quota italiana rappresenta oltre la metà degli ordini mondiali, con il 51,4% del totale, con un incremento di 7 unità rispetto al 2023″. Lo scorso marzo veniva pubblicata l’ultima edizione di “La Nautica in Cifre Monitor – Trend di mercato 2023/2024”, rapporto statistico realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica che fornisce i trend di mercato aggiornati e ufficiali a metà anno nautico, con indicazioni sullo stato globale dell’industria nautica italiana.
I numeri a livello globale
Trend che vengono confermati anche dai numeri reali, a sei mesi di distanza, dal report di Confindustria Nautica e Deloitte, “The state of the art of the global yachting market“, che fotografa un mercato globale che vale 33 miliardi di dollari, di cui 25 solo per i superyacht. Sempre secondo il rapporto, le costruzioni di nuove unità sono cresciute in maniera costante nel corso dell’ultimo decennio, con un tasso composto di crescita annuale (Cagr) del +10%. Incremento che segue anche l’aumento dei prezzi delle imbarcazioni, ma anche dovuto all’allargamento della domanda. Se Nord America ed Europa dominano il segmento, con oltre il 70% delle richieste, i superyacht segnano una crescita del +5,4% annuale dal 2019 come Cagr, fotografando un vero boom della fascia più alta della clientela, in linea con l’aumento dei grandi portafogli.
Il mercato della nautica ha visto oltre 400 operazioni di M&A nel corso degli ultimi tre anni, avvenute prevalentemente in Nord America, segnando anche un aumento – modesto, ma significativo: +3% – di operazioni effettuate da investitori finanziari. Segno che il settore ha iniziato a rappresentare anche una profittabilità di investimento più alta rispetto al passato. Guardando all’Italia, detto che i numeri rispecchiano l’ottima salute del settore cantieristico e del retail, si conferma la leadership globale della produzione nostrana di superyacht, con 600 unità commissionate o in cantiere, con il 51,4% di ordini su scala mondiale.
Come cambia il turismo nautico
“Stiamo vivendo – guardando complessivamente al turismo in Italia – le ultime settimane di una stagione estiva che ha mandato segnali a volte contrastanti, con grandi affollamenti e cali sorprendenti in altre aree”, afferma Francesco di Cesare, presidente di Risposte Turismo. “In questo quadro il turismo nautico in Italia sta manifestando una linea di sviluppo più equilibrata, che potremmo definire di crescita senza strappi, senza esagerazioni. Un’interessante rilevazione di Assomarinas tra le aziende associate mostra come i transiti turistici nelle marine stiano continuando a crescere (+4,3% nel 2024 sul 2023, era +3,7% il 2023 sul 2022), e i commenti di vari operatori rilasciati in occasione di alcune interviste hanno sottolineato come sia in aumento in particolare la domanda internazionale di transiti nelle marine nautiche italiane.
Anche Confindustria Nautica sottolinea come 6 operatori su 10 attendono una chiusura 2024 superiore del 10% rispetto all’anno precedente. Dal punto di vista delle abitudini e delle scelte, poi, sta emergendo in modo significativo anche nella nautica una finestra molto breve tra il momento della prenotazione dell’imbarcazione (quando noleggiata) e l’uso della stessa (il 40% lo fa con una sola settimana di anticipo). Il presente e futuro del turismo nautico – che coinvolgerà in prospettiva generazioni sempre più native digitali – vedrà quindi operatori sempre più pronti a cogliere – o meglio non perdere – questi spazi di mercato”.
Leonardo Parigi