“La nostra ottica è sempre costruttiva, perché la realtà di cui ci occupiamo è da sempre motore di innovazione per l’industria e per l’economia internazionale”. Federica Catani, Direttore della Scuola Nazionale Trasporti e Logistica della Spezia, riassume così le attività di un ente di formazione che, dal 1991 a oggi, ha formato quasi 30.000 persone nel mondo dei trasporti. “Il nostro approccio alla formazione”, racconta Catani, “si è ampliato nel corso del tempo, e oggi abbraccia scenari che prima erano considerati residuali o comunque distanti dal fulcro centrale del settore. Ad esempio, abbiamo allargato lo sguardo a tutto il mondo del trasporto, andando a creare corsi di formazione estremamente verticali per chi andrà a operare su gomma, su ferro e su scenari puramente portuali. Partiamo sempre da un’analisi dei fabbisogni delle aziende, perché altrimenti rischiamo di andare a offrire servizi di formazione che poi non sono strettamente legati alle necessità economiche del territorio, e quindi sarebbero iniziative senza sbocco professionale. Lavorando invece in stretto contatto con le realtà che operano nello spezzino, in Liguria e nell’area della Pianura Padana, possiamo attivare corsi precisi per dare agli studenti un futuro praticamente certo”.
Dall’Operatore di Manovra Ferroviaria al Tecnico Doganalista, dall’Operatore Polivalente del terminal portuale all’Addetto dell’Ufficio Merci, Scuola Nazionale Trasporti e Logistica realizza percorsi formativi di durata variabile – tra le 800 e le 1200 ore – che comprendono non solo fasi di studio in aula, ma anche stage e tirocini presso le aziende che sono partner dei corsi. Essendo inoltre percorsi formativi riconosciuti e finanziati da Enti pubblici, i corsi sono totalmente gratuiti per gli iscritti. “Lavoriamo molto anche sugli ambiti della security e della formazione manageriale, nel senso che oggi le aziende del settore cercano figure che siano anche capaci di entrare in azienda con già una certa predisposizione alla gestione di processi complessi. La tecnologia sta entrando sempre di più nel mondo del trasporto, e noi dobbiamo fornire gli strumenti adeguati a chi abbia la volontà di integrarsi in un segmento economico complesso ma fondamentale per la struttura della nostra realtà”.
“Le aziende non cercano solo personale in termini di quantità”, prosegue ancora Catani nell’analisi del momento, “ma lo cercando pronto, affidabile, pro-attivo. C’è un grosso gap da colmare, e risulta anche difficile scardinare una cultura diffusa che vede il lavoro nella logistica come residuale. Al contrario, le opportunità sono tante e sono davvero ben riconosciute. Abbiamo in programma, ad esempio, la costruzione del programma formativo per l’Operatore logistico specializzato in scorta tecnica, che, tradotto, significa dare una formazione precisa a chi vorrà avere l’abilitazione al trasporto su strada di trasporti eccezionali, ma che sarà anche responsabile dei magazzini e degli hub. Non solo figure che coprano un tassello, ma che siano integrabili in realtà più ampie e complesse. Così come abbiamo in previsione la formazione di nuovi Tecnici Spedizionieri e Tecnici Doganalisti. È interessante notare come questa parte di formazione dei giovani sia diventata quasi su commissione delle aziende. Stiamo cercando di sviluppare il più possibile azioni di sensibilizzazione e orientamento anche tramite attività delle parti sociali e di settore, perché venga sempre più percepito il settore logistico come offrente lavoro con condizioni contrattuali adeguate”.
“Dal 2018 abbiamo fatto richiesta a Regione Liguria per inserire una programmazione specifica per la realizzazione di un nuovo percorso ITS legato al tema largo della logistica, ma con una certa curvatura sul ferroviario. Questo perché, grazie alla certificazione di ANSFISA, possiamo garantire ai ragazzi la professionalità necessaria per poi andare a operare direttamente sui convogli e nelle aree preposte alla gestione dei treni”. E per l’orientamento, le strategie della Scuola Nazionale Trasporti sono chiare: “È importante che i ragazzi parlino con chi ha qualche anno più di loro ma che sia passato di qua, perché racconti in prima persona le opportunità lavorative che ha poi trovato, una volta finito il percorso. Nel solo 2022 abbiamo formato oltre 250 allievi, e questo grazie a un’idea di fondo: identificare tutti coloro che intervengono sulla supply chain, così da andare a creare ogni singola figura. Un lavoro lungo e complesso, che però sta dando i suoi frutti”.
Leonardo Parigi