Un nuovo stabilimento a Valmadrera, nuove assunzioni e un order-book di ampio raggio. Quali sono le strategie di Alstom per l’Italia? “Alstom ha inaugurato in provincia di Lecco, a Valmadrera, il nuovo stabilimento per la produzione di componenti per la trasmissione dell’energia elettrica per le linee ferroviarie, metropolitane e tramvie”, afferma Valter Alessandria, Business Development & Public Affairs Director di Alstom. “Il sito di Valmadrera è dedicato alla progettazione e alla costruzione di componenti di “catenaria”, il sistema di alimentazione a cavi aerei, di ‘rotaia conduttrice’ e ‘rotaia Aps’, per la cosiddetta alimentazione a ‘terza rotaia’. L’impianto si sviluppa su una superficie di 9.800 metri quadrati, suddivisi tra gli 8.500 mq del fabbricato e 1.300 del magazzino. Lo stabilimento unifica la produzione che in precedenza era suddivisa in due siti più piccoli a Pescate e Olginate, entrambi alle porte di Lecco. L’impianto conferma la nostra leadership nel mercato delle infrastrutture ferroviarie e dell’elettrificazione a livello italiano e internazionale, infatti il nostro mercato è per il 70% estero e per il resto in Italia“.
“Abbiamo lavorato con progetti e applicazioni a Sidney, Losail, Rio De Janeiro, Istanbul, oltre che con Rfi, nostro principale cliente italiano. Per Terna produciamo morsetteria per sottostazioni elettriche. L’investimento di Valmadrera ha una forte rilevanza industriale per Alstom in Italia e di sviluppo per tutto il territorio lecchese; tecnologicamente avanzato e più spazioso, il nuovo sito permetterà all’azienda di realizzare la produzione in modo ancora più ottimale, senza tralasciare la storia industriale che da più di 110 anni lo contraddistingue sul territorio. Alstom è leader mondiale nella mobilità. In Italia, con 9 siti distribuiti sul territorio nazionale e più di 3.600 dipendenti si posiziona sul mercato come il leader globale e innovativo di una mobilità intelligente e sostenibile”.
“Nel corso del 2023, abbiamo l’obiettivo di assumere circa 400 talenti”, prosegue ancora Alessandria. “Tra questi principalmente profili Junior e Senior provenienti dalle facoltà di Ingegneria elettronica, ingegneria informatica, ma anche ingegneria dell’automazione e dei Sistemi, ingegneria delle telecomunicazioni, Matematica, Fisica, Istituti Tecnici Superiori elettronici e meccanici della mobilità”.
L’idrogeno è indicato come il carburante del futuro per tutte le parti del mondo del trasporto, ma Alstom sta già lavorando ai nuovi treni a idrogeno. Come funzioneranno e quali tratte seguiranno? “Alstom è il primo costruttore di treni al mondo ad aver realizzato un rotabile ad idrogeno. Nel 2016 abbiamo presentato a Innotrans il treno Coradia ilint, il primo e unico treno al mondo a essere alimentato da una cella a combustibile, pertanto un treno a zero emissioni. ILint ha prestato servizio commerciale in Germania e in Austria ed è stato soggetto a campagne di prova in Polonia, Svezia e Paesi Bassi. Ha percorso dal 2018 oltre duecentomila km, dimostrando che le prestazioni del treno idrogeno sono le stesse di un treno a gasolio inclusa anche l’autonomia. Ha stabilito il record di 1175 km percorsi con un solo rifornimento. In Italia, partendo dell’esperienza del Coradia Stream elettrico, abbiamo sviluppato la sua versione a idrogeno, per il quale è stato annunciato a fine 2020 il primo contratto per la Valcamonica. Il progetto prevede la sostituzione degli attuali treni a motore diesel con 6+8 nuovi treni alimentati a idrogeno, che dal 2024 inizieranno il servizio commerciale sulla linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo. Il treno a idrogeno proposto in Italia è di stretta derivazione dal Coradia Stream che nella sua attuale versione elettrica viene già prodotto e consegnato ai clienti italiani dallo stabilimento di Savigliano. Anche per la soluzione a idrogeno, Savigliano si conferma quindi il sito di sviluppo ed integrazione per l’Italia. Il sito di Vado Ligure sarà coinvolto nella produzione delle “power cars” per i futuri treni a idrogeno in Italia. Il sito di Bologna fornirà l’impianto di segnalamento e lo stabilimento di Sesto San Giovanni si occuperà della componentistica ed elettronica”.
Il mondo ferroviario è in forte espansione, e richiede specializzazioni e manodopera sempre più segmentata. Quali sono i piani aziendali per la formazione specifica in questo senso?
“Per quanto riguarda gli ingegneri, siamo in diretto contatto con le più importanti istituzioni universitarie italiane, in particolare il Politecnico di Torino e di Milano. Inoltre, l’azienda si avvale di una complessa struttura interna di esperti che, una volta raggiunto il giusto livello di competenza ed esperienza, vengono certificati come formatori interni, e incaricati di mettere a disposizione il loro know-how a vantaggio dei colleghi. Lo scopo è di mettere a frutto le esperienze comuni e le competenze chiave, per formare i giovani ingegneri ed allo stesso tempo supportare tutto il processo di sviluppo. Per gli operai specializzati, collaboriamo con le scuole professionali del nostro territorio e offriamo noi stessi percorsi di formazione all’interno dell’azienda, sia in Italia che all’estero. A Savigliano, in particolare, abbiamo allestito una “Scuola dei mestieri”, dove gli operai con maggiore esperienza insegnano ai giovani le principali attività che si svolgono nelle linee di produzione e una “Scuola di formazione per la manutenzione” per formare esperti nel settore della manutenzione del materiale rotabile, settore decisamente in crescita sia in Italia che all’estero. Come dicevamo prima, il nostro obiettivo è quello di assumere nel corso di quest’anno circa 400 persone”.
I piani nazionali ed europei di sviluppo del mondo ferroviario delineano un futuro che sarà sempre più improntato su questo segmento. A che punto siamo e che ruolo sta ricoprendo e vuole ricoprire Alstom?
“Siamo di fronte a una profonda trasformazione che con gli accordi di Parigi firmati durante la COP 21 nel dicembre 2015 e l’European Green Deal sta cercando di trasformare l’Europa nel primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati dai governi in tutto il mondo, si devono adottare nuove soluzioni neutre a livello ambientale. Oggi l’idrogeno rappresenta una delle risorse che potranno contribuire, in un percorso che prevede diversi step, a decarbonizzare alcuni settori industriali. Secondo il Rapporto “Hydrogen Roadmap Europe: A sustainable pathway for the European Energy Transition”, l’idrogeno può infatti diventare un elemento essenziale per accelerare la transizione energetica e generare importanti vantaggi socioeconomici e ambientali arrivando a coprire il 24% della domanda finale di energia e creando 5,4 milioni di posti di lavoro entro il 2050, oltre a contribuire alla riduzione totale di 560 milioni di tonnellate di CO2. Oggi in Europa circa il 40% delle linee ferroviarie non sono elettrificate e in Italia la percentuale si attesta intorno al 30%. Il traffico su queste linee è assicurato da treni o locomotive diesel, che consumano 1,4 miliardi di litri di carburante all’anno (pari al 25% del consumo totale di energia del trasporto ferroviario sulle linee principali). Il treno a idrogeno è quindi una valida alternativa per abbandonare combustibili fossili più inquinanti, siamo convinti che l’idrogeno porterà il cambiamento nel trasporto su strada e su rotaia – verso un sistema energetico pulito e privo di emissioni”.
Leonardo Parigi