Uno scenario attuale complesso, con tante incertezze e molte incognite a livello globale. Ma la spinta verso la logistica intermodale, almeno a livello europeo, sembra ormai diventata inarrestabile. Trieste è il punto di arrivo e di partenza di flussi importanti di merce, e la crescita del porto friulano coglie segnali incoraggianti dal mondo industriale e logistico relativo. Alpe Adria è una delle aziende protagoniste di questa fase, e i numeri più che positivi degli ultimi mesi rappresentano solo una base per una crescita sostenuta.
“Alpe Adria è molto cauta nel condividere i risultati aziendali, anche tenuto conto delle dinamiche globali che stanno interessando la geopolitica mondiale”, risponde Rosario Antonio Gurrieri, Amministratore Delegato della società. “Tuttavia, il 2022 è un anno entusiasmante per la società, così come lo è per il sistema logistico regionale. In tale contesto, quest’anno si configura come uno dei migliori periodi grazie sia ai trend molto positivi del porto di Trieste. Si tratta infatti ora di “raccogliere i frutti” seminati negli ultimi anni, sia nello sviluppo e nella cura della qualità del network dei servizi intermodali, sia nei modelli di business collaborativi con i nostri partner nazionali e internazionali”. Mare, terra e ferro. Il mondo della logistica sta cambiando rapidamente, soprattutto grazie a nuove normative in termini ambientali e a nuove tecnologie più efficaci. Su questi tre settori di trasporto, dove si aspetta Alpe Adria che si avrà un impatto più deciso nel prossimo futuro, come cambiamento complessivo?
“Non si possono pensare velocità diverse per le tre diverse modalità, quindi le spinte tecnologiche e normative dovranno essere focalizzate molto sulla loro integrazione e sulla gestione efficiente di modelli integrati logistici. La sfida che Alpe Adria che deve cogliere e i cui driver sono proprio oggetto del nuovo piano strategico è focalizzata sullo sviluppo di corridoi logistici multimodali, di interesse per il Paese, che già recentemente hanno portato il sistema logistico regionale ad ampliare l’orizzonte geografico dei mercati di riferimento. Va da sé che tale impegno proseguirà nel tempo, al fine di rendere il network europeo ancora più esteso”. L’azienda, che lavora da lungo tempo nello sviluppo delle relazioni internazionali dai tre porti di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro, ha creato anche una rete integrata di collegamenti tra il Nord-Est italiano e l’Europa centrale e orientale.
Oggi i corridoi logistici sembrano essere entrati in una nuova fase storica, con una nuova energia di pianificazione centrale. È realistico ipotizzare che si riesca a fare un salto di qualità, a livello macro-regionale e continentale, per i servizi ferroviari? “Il nostro piano strategico è rappresentativo di questa nuova fase, i cui progetti sono caratterizzati dalla centralità dell’interesse regionale e internazionale, trovando sostegno nella governance, che vede peraltro in prima linea coinvolti gli stessi azionisti di Alpe Adria, il cui impegno sullo sviluppo dei servizi ferroviari rientra proprio nei rispettivi core business. L’approccio di Alpe Adria è di estendere la “value proposition” dei servizi mettendo in primis in rete i partner, ciascuno con la propria specializzazione lungo la catena del valore, attraverso modelli di business di collaborazione neutrale che sono propri del DNA della società. Alpe Adria non intende pertanto entrare verticalmente nella gestione di un servizio specifico, bensì offrirli orizzontalmente con i suoi partner senza creare “competition”.
Leonardo Parigi