Venezia cuore d’Europa. Gasparato: “Numeri in crescita per gli scali, un ruolo più forte per l’automotive”

La crisi del Canale di Suez, iniziata a fine 2023 a causa delle tensioni nel Mar Rosso, ha colpito in modo asimmetrico i porti dell’Adriatico. Venezia è stata tra i porti più penalizzati nella prima metà del 2024 a causa della sua posizione geografica profonda nell’Adriatico, salvo poi dimostrare una valida capacità di ripresa già nel corso del 2025. “Il mese di novembre 2025 si inserisce in un quadro complessivamente favorevole per i porti di Venezia e Chioggia, che nei primi undici mesi dell’anno hanno movimentato complessivamente circa 23 milioni di tonnellate di merci, oltre 560mila tonnellate in più rispetto allo stesso periodo del 2024”, riflette il nuovo presidente dell’AdSP del Mare Adriatico Settentrionale, Matteo Gasparato.

“A sostenere la crescita è soprattutto Venezia, che si attesta intorno ai 22,8 milioni di tonnellate con un incremento del 3,4 per cento, pari a circa 750mila tonnellate aggiuntive, mentre Chioggia, pur su volumi più contenuti, segna un progresso ancora più marcato in termini percentuali, con un +7,8 per cento che porta il totale a quasi 800mila tonnellate. Numeri che restituiscono l’immagine di un sistema portuale in buona salute, capace di intercettare la ripresa di diversi comparti produttivi e logistici.

matteo gasparato

Stabili nel complesso le rinfuse solide, che superano i 6,7 milioni di tonnellate, con andamenti differenziati tra i due scali. A Venezia spicca soprattutto la performance dei cereali, che crescono del 44,5 per cento, accompagnati dalla buona tenuta di mangimi animali e semi oleosi che superano complessivamente 1,4 milioni di tonnellate. Positivo anche il segmento dei minerali, cementi e calci, che registra un incremento del 24 per cento, attestandosi oltre i 2,1 milioni di tonnellate, confermandosi uno dei principali motori della crescita. È proprio questo comparto a sostenere in modo decisivo anche lo scalo di Chioggia, che nei minerali movimenta oltre 305mila tonnellate”. 

Come e quanto ha connotato il porto di Venezia il tema delle Autostrade del Mare, anche a fronte delle complessità degli ultimi anni dovute alla chiusura di Suez?

“Il porto di Venezia conferma il proprio ruolo strategico nel sistema delle Autostrade del Mare e come hub per il traffico ro/ro e ro-pax: le infrastrutture dedicate, i servizi terminalistici e la connessione con la rete ferroviaria nazionale rendono lo scalo un nodo naturale per il trasferimento intermodale di veicoli, rotabili e traghetti passeggeri/merci. Ai traffici generati dai terminal tradizionalmente dedicati, in tutto o in parte, a traffici ro/ro e intermodali, nel settembre 2025 poi si è aggiunto un ulteriore traffico automotive. Il servizio marittimo di linea per Volkswagen ha preso avvio con una toccata nave prevista ogni quindici giorni per arrivare a regime già a partire da gennaio 2026, con una nave a settimana e l’arrivo di circa 20 treni a settimana. A regime si stima un volume annuo di circa 100.000 veicoli in transito per il porto di Venezia. Il trasporto delle auto è operato per oltre il 90% via treno, con benefici rilevanti sotto il profilo dell’abbattimento delle emissioni di CO2.

Il servizio di linea tra Venezia e Far East vanta un transit time di circa 30 giorni. Circa invece i collegamenti container intramediterranei, a fronte di fondali vincolati dal sistema MoSE alle bocche di porto a 12 metri, il porto di Venezia ha continuato, pur in presenza di anni difficili dovuti alla chiusura di Suez, a svolgere servizi feeder da e per i principali hub container del Mediterraneo orientale con risultati più che incoraggianti al termine di quest’anno. Risultano infatti molto incoraggianti i dati del traffico containerizzato nei primi 11 mesi dell’anno, con 487.397 TEU movimentati a Venezia e un aumento dell’11,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari a oltre 50mila Teu in più. Si conferma invece su valori sostanzialmente stabili il traffico ro/ro, che nel periodo considerato raggiunge quasi 2 milioni di tonnellate, concentrate quasi interamente su Venezia”.

Ci sono novità sul fronte delle facilities portuali? A che punto sono gli investimenti in essere?

“Un risultato concreto e storico è stato raggiunto nell’autunno 2025 con il parere favorevole della Commissione VIA sul progetto del nuovo sito per la messa a dimora dei sedimenti da escavo, localizzato a sud dell’Isola delle Tresse lungo il Canale Malamocco-Marghera. Si tratta di un passaggio determinante per garantire la continuità dei dragaggi manutentivi, la sicurezza della navigazione, per il porto e la città, e l’attuazione delle opere. Il progetto prevede un volume di conferimento di 6,8 milioni di metri cubi di sedimenti con un orizzonte operativo di almeno 15 anni. Ma sono in corso di valutazione ambientale anche gli altri grandi interventi, fra cui il dragaggio del Canale Malamocco-Marghera, che interessa direttamente lo scalo cargo e industriale, con avvio previsto anch’esso nell’ottobre 2026 e durata di 24 mesi. Parallelamente prosegue il grande lavoro di recupero e valorizzazione delle aree di Porto Marghera e di Chioggia, a partire da un’opera paradigmatica, il progetto Montesyndial, che rappresenta oggi il più importante intervento strategico per il futuro del traffico container nel porto di Venezia. Si tratta di un’area con una potenzialità superiore a 1 milione di Teu annui il cui primo stralcio funzionale, del valore complessivo di 189 milioni di euro, è attualmente in corso e consentirà la messa in esercizio dei primi accosti e delle prime superfici operative entro il 2026”. 

L’intermodalità è uno dei pilastri europei per una crescita sostenuta del settore. Venezia come si posiziona in questa cornice?

“In questo contesto di crescita dei traffici marittimi, si rafforza la centralità delle scelte infrastrutturali per accompagnare e sostenere lo sviluppo futuro. Nessuna strategia portuale può infatti dirsi compiuta senza un adeguato sistema di connessioni intermodali, in grado di integrare efficacemente il porto con la rete ferroviaria e stradale nazionale ed europea. Tra gli interventi in corso, assume un rilievo particolare il ponte ferroviario sul Canale Ovest, opera dal valore complessivo di oltre 28 milioni di euro, la cui ultimazione è prevista per dicembre 2026. Il nuovo collegamento consentirà di migliorare in modo significativo l’accessibilità ferroviaria delle aree portuali, separando i flussi merci dal traffico urbano e aumentando la capacità complessiva di inoltro su ferro, con benefici evidenti anche in termini ambientali. Accanto a questo progetto, prosegue il lavoro dell’Ente su ulteriori interventi di medio e lungo periodo, orientati allo sviluppo dell’intermodalità e al rafforzamento della competitività del sistema portuale. È su questa visione integrata, fatta di crescita dei traffici, consolidamento delle filiere e potenziamento delle infrastrutture, che l’Autorità di Sistema Portuale continuerà a lavorare in dialogo con tutti i soggetti coinvolti, per accompagnare in modo equilibrato e sostenibile lo sviluppo dei porti di Venezia e Chioggia nei prossimi anni”.

Leonardo Parigi