L’Europa dà il via al Sustainable Transport Investment Plan

La Commissione europea ha presentato lo scorso 5 novembre un articolato pacchetto di misure per il settore dei trasporti, il cosiddetto “Transport Package”, con l’obiettivo di rafforzare la competitività dell’Unione e accompagnarla verso un futuro a zero emissioni nette. Il piano interviene su due direttrici strategiche: da un lato il potenziamento della rete ferroviaria europea ad alta velocità, dall’altro l’accelerazione degli investimenti nei carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio per l’aviazione e il trasporto marittimo. “Rafforzare la competitività dell’Europa muovendosi con decisione verso un futuro a zero emissioni nette” è l’obiettivo dichiarato dal Commissario europeo per i Trasporti e il Turismo sostenibili, Apostolos Tzitzikostas. Se il nuovo piano d’azione per le ferrovie ad alta velocità punta a creare entro il 2040 una rete più veloce, interoperabile e meglio connessa, è soprattutto la seconda iniziativa del pacchetto, il “Sustainable Transport Investment Plan” (Stip), ad attirare l’attenzione degli operatori economici.

La decarbonizzazione dei mezzi pesanti rappresenta infatti uno dei nodi più complessi della transizione energetica europea, e lo STIP nasce proprio con l’intento di colmare il ritardo accumulato rispetto agli obiettivi fissati dai regolamenti ReFuelEU Aviation e FuelEU Maritime. Secondo le stime della Commissione, tali target potranno essere raggiunti producendo all’interno dell’Unione circa 20 milioni di tonnellate di carburanti sostenibili entro il 2035, a fronte di investimenti complessivi pari a circa 100 miliardi di euro. Per la prima volta viene così delineata una vera e propria tabella di marcia per accelerare la transizione energetica nei settori dell’aviazione e del trasporto via mare. Attraverso lo Stip, Bruxelles intende inviare un segnale chiaro ai mercati, ovvero che gli obiettivi climatici dell’Ue sono considerati stabili e il sostegno pubblico accompagnerà il settore lungo l’intero percorso di trasformazione. Il piano di investimenti per i trasporti sostenibili prevede la mobilitazione di risorse dedicate ai carburanti alternativi attraverso strumenti europei già esistenti, come InvestEU e la Banca europea dell’idrogeno, affiancati da finanziamenti per la ricerca e l’innovazione.

Nel complesso, le misure previste dovrebbero consentire di attivare entro il 2027 almeno 2,9 miliardi di euro tramite fondi e strumenti dell’Unione, destinati allo sviluppo di carburanti sostenibili per l’aviazione e lo shipping, alla produzione di idrogeno e al finanziamento di progetti di ricerca nell’ambito di Horizon Europe. A questi si aggiunge il lancio, entro la fine dell’anno, del progetto pilota “eSAF Early Movers”, pensato per mobilitare ulteriori 500 milioni di euro a sostegno di iniziative industriali su larga scala. Un ulteriore elemento qualificante del piano riguarda la volontà della Commissione di ridurre il rischio degli investimenti attraverso meccanismi di intermediazione tra produttori e acquirenti di combustibili sostenibili. In particolare, è allo studio un sistema di aste bilaterali che colleghi domanda e offerta di carburanti per l’aviazione e il trasporto marittimo, includendo anche quelli di origine biologica. Il Piano estende per la prima volta il proprio perimetro anche alla nautica da diporto e prevede interventi di semplificazione normativa per rendere più snelli i processi autorizzativi, la rendicontazione, la certificazione e la tracciabilità dei carburanti. Per contenere gli oneri amministrativi, la Commissione valuterà inoltre la creazione di un sistema unico di monitoraggio, comunicazione e verifica che integri l’Ets Maritime e il regolamento FuelEU Maritime, due strumenti complementari per la decarbonizzazione del trasporto marittimo.

L’architettura dello Stip poggia su tre assi principali: l’analisi strategica delle esigenze di investimento e delle criticità lungo la supply chain, l’attivazione di strumenti finanziari in grado di ridurre il rischio di capitale e stimolare la domanda, e infine una dimensione internazionale finalizzata a promuovere la produzione globale di carburanti sostenibili e a garantire un accesso equo ai mercati mondiali. Nonostante l’interesse suscitato e una valutazione complessivamente positiva, il Piano non è esente da critiche. La stampa specializzata e diversi operatori del settore hanno evidenziato una lacuna rilevante: l’esclusione del trasporto merci su strada dal perimetro dello STIP, un’assenza che rischia di rallentare l’intero percorso di decarbonizzazione europea. Secondo l’Unione Internazionale dei Trasporti su Strada, lasciare fuori il comparto dell’autotrasporto significa privare il Piano di una componente essenziale per il raggiungimento degli obiettivi climatici, dal momento che una strategia realmente sostenibile dovrebbe includere tutte le modalità di trasporto.

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Aviazione, shipping e trasporto merci su strada, infatti, sono settori fortemente interconnessi e condividono, almeno in parte, le stesse soluzioni tecnologiche. Un approccio multimodale ai carburanti rinnovabili consentirebbe di aumentare le economie di scala, ridurre i costi e accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile. Da qui l’appello alla Commissione europea affinché lo Stip venga ampliato e reso più integrato, includendo anche il trasporto merci su strada tra i beneficiari degli investimenti in carburanti puliti. Accanto a questa richiesta, altri stakeholder manifestano incertezza su alcuni aspetti chiave del Piano, come le tempistiche per la produzione industriale di e-fuel, il futuro utilizzo del biometano nel settore dello shipping e i criteri di ammissibilità dei carburanti alle aste. Elementi che alimentano la richiesta, sempre più diffusa, di una strategia europea ancora più completa, coerente e capace di offrire visibilità di lungo periodo agli operatori della filiera logistica e dei trasporti.

Leonardo Parigi