L’Adriatico sta vivendo una fase di rinascita come “autostrada liquida” tra l’Europa e i Balcani, consolidando un ecosistema logistico che integra le due sponde in modo sempre più profondo. Nel 2024 e nei primi tre trimestri del 2025, i flussi intra-adriatici hanno mostrato una dinamicità superiore rispetto alle rotte oceaniche, spinti dalla necessità di circuiti commerciali brevi e protetti. L’Albania si sta affermando come il nuovo baricentro dello Short Sea Shipping adriatico. Nel primo semestre del 2025, i porti albanesi hanno movimentato complessivamente 3,85 milioni di tonnellate di merci, segnando una crescita dello 0,9% su base annua. Il porto di Durazzo, che da solo gestisce il 94% del traffico nazionale, è il motore di questa espansione.
Secondo i dati del secondo trimestre 2025 dell’istituto di statistica albanese Instat, sono particolarmente, il traffico merci è balzato del +2,9%, spinto da un aumento del +55,8% nei prodotti metallurgici e del +17,4% nei minerali. Parallelamente, il traffico passeggeri e ro-ro ha registrato un’accelerazione del +13,6%, raggiungendo le 331.000 persone. Questa crescita è alimentata dagli investimenti strategici sul Corridoio VIII, il progetto infrastrutturale che collegherà Durazzo al Mar Nero via terra, attirando nuovi servizi intermodali dall’Italia.
La Croazia, intanto, sta capitalizzando sulla propria posizione di porta per l’Europa centrale. Il porto di Rijeka ha vissuto una svolta storica nel luglio 2025, con il ripristino dei servizi ro-ro dopo un’assenza di vent’anni, grazie a un accordo strategico per il trasporto di autovetture. Questo nuovo servizio punta a creare un volano occupazionale di 2.500 nuovi posti di lavoro entro il 2040, con una crescita stimata dei volumi superiore al 40%. Sebbene i container a livello globale abbiano risentito delle turbolenze, l’interscambio adriatico tiene. Nel primo quadrimestre 2025, mentre le rotte Asia-Europa soffrivano, il traffico regionale ha beneficiato di una riorganizzazione dei servizi feeder che vedono la Croazia come nodo essenziale per i mercati di Austria e Ungheria.

Sulla sponda italiana, l’Adriatico Centrale (Ancona, Ortona, Vasto) ha mostrato una performance solida nel primo trimestre del 2025, con un aumento del traffico merci del +3% (2,49 milioni di tonnellate). In particolare, il porto di Ancona ha registrato a marzo 2025 una crescita del +15% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I flussi verso la sponda balcanica sono il cuore di questa ripresa. Il futuro della regione è scritto nei bilanci di previsione 2025. L’Autorità di Sistema del Mare Adriatico Centrale ha stanziato 75,4 milioni di euro in nuove infrastrutture, parte di un piano più ampio da 118,3 milioni che include il potenziamento dei fondali e l’ammodernamento dei terminal per accogliere navi Ro-Ro di ultima generazione.
Contemporaneamente, i programmi di cooperazione territoriale (come l’Interreg Italia-Croazia e Grecia-Italia) hanno attivato nuovi progetti per 11 milioni di euro focalizzati sulla connettività intermodale e la decarbonizzazione. In sintesi, l’Adriatico si sta trasformando da mare di transito a distretto logistico integrato, dove i 628 milioni di tonnellate movimentati complessivamente nel bacino mediterraneo trovano in questo braccio di mare una delle aree a più alta densità di innovazione e crescita per lo short sea shipping.
Leonardo Parigi