La formazione come leva per la crescita del settore

Negli ultimi anni la logistica marittima italiana, e in particolare il segmento ro-ro e ro-pax, si trova al centro di una trasformazione profonda che riguarda non solo le flotte e le infrastrutture, ma soprattutto le persone. Ufficiali di coperta, ufficiali di macchina e figure tecniche specializzate nel cargo rotabile sono oggi una risorsa strategica sempre più difficile da reperire, mentre il sistema della formazione sta cercando di adattarsi a un mercato che chiede competenze nuove, più trasversali e immediatamente spendibili a bordo.

Il traffico ro-ro e ro-pax rappresenta una colonna portante del trasporto merci italiano. Navi che movimentano semirimorchi, carichi industriali, project cargo e merci ad alto valore richiedono equipaggi numerosi e altamente qualificati. A differenza di altri segmenti, qui la componente operativa è molto intensa: manovre frequenti, turnazioni serrate, interazione continua con terminal portuali e autotrasportatori, gestione di carichi complessi e spesso critici per le filiere produttive. Tutto questo si riflette in una domanda strutturale di ufficiali che, secondo le stime del settore, in Italia supera ormai stabilmente le nuove immissioni annuali.

Il bacino principale di formazione resta quello degli ITS del mare e delle accademie della marina mercantile. Strutture come la Fondazione Caboto nel Lazio, l’Accademia Italiana della Marina Mercantile in Liguria e i diversi ITS distribuiti lungo le coste formano ogni anno alcune centinaia di nuovi ufficiali, soprattutto di coperta. Considerando l’insieme dei percorsi ITS legati alla conduzione del mezzo navale e alla gestione della mobilità delle merci, si può stimare che ogni anno entrino in formazione circa duemila studenti a livello nazionale, di cui una quota significativa orientata proprio al mondo ro-ro e ro-pax. Non tutti arriveranno al titolo di ufficiale, ma il flusso annuo di nuovi brevetti si colloca indicativamente tra le seicento e le settecento unità, un numero che fatica a compensare pensionamenti, uscite anticipate e crescente domanda delle compagnie.

Il dato più interessante è che il sistema formativo non è più un canale “di ripiego”, ma una filiera sempre più selettiva e professionalizzante. I corsi ITS legati alla marina mercantile registrano tassi di occupazione elevatissimi, spesso prossimi al cento per cento già a pochi mesi dal diploma. Le compagnie di navigazione che operano in Italia, in particolare quelle attive nel ro-ro e nel ro-pax, partecipano direttamente alla progettazione dei programmi, offrono periodi di imbarco e, in molti casi, assorbono gli allievi prima ancora del completamento del percorso.

its caboto

Le nuove sfide della formazione sono però evidenti. Le navi ro-ro moderne sono piattaforme tecnologiche complesse: sistemi digitali di gestione del carico, automazione dei portelloni, monitoraggio continuo della stabilità, integrazione con i sistemi informativi portuali. A questo si aggiungono le pressioni legate alla transizione energetica, con l’introduzione di nuovi combustibili, procedure di sicurezza più stringenti e una crescente attenzione all’impatto ambientale delle operazioni cargo. L’ufficiale di oggi deve essere al tempo stesso marinaio, tecnico, gestore del rischio e interfaccia con una catena logistica sempre più integrata.

Un altro tema cruciale è la sostenibilità delle carriere. Il lavoro sulle navi ro-ro e ro-pax resta impegnativo, con ritmi che non sempre incontrano le aspettative delle nuove generazioni. Per questo la formazione sta cercando di rafforzare anche le competenze “a terra”, offrendo prospettive di sviluppo professionale nella gestione tecnica, nella sicurezza o nel coordinamento logistico, una volta conclusa la fase di navigazione.

La fotografia del momento storico è dunque chiara: l’Italia dispone di un sistema formativo marittimo solido e riconosciuto, capace di formare ogni anno migliaia di studenti e alcune centinaia di ufficiali, ma si trova di fronte a una domanda in crescita, trainata soprattutto dal cargo ro-ro. La sfida dei prossimi anni non sarà solo aumentare i numeri, ma rendere la formazione sempre più aderente a un settore che cambia rapidamente e che chiede ufficiali preparati, flessibili e pronti a gestire una logistica marittima sempre più centrale per l’economia del Paese.