Trieste, un laboratorio di sviluppo tra porto, industria e innovazione

Nel cuore del Friuli Venezia Giulia, l’area industriale retroportuale di Trieste è oggi un punto di riferimento per le imprese che guardano al futuro con una prospettiva sostenibile. Uno spazio, quello gestito da Coselag, che copre circa 810 ettari di cui una parte significativa è compresa nel sito di interesse nazionale di Trieste. “Oggi contiamo circa 900 imprese insediate e oltre 10.000 addetti“, racconta la vicepresidente del consorzio di sviluppo economico locale dell’area giuliana (Coselag), Sandra Primiceri. “Le nostre radici affondano nella storia dell’Ezit, l’Ente Zona Industriale di Trieste, istituito dopo la seconda guerra mondiale per creare un retroporto a servizio dello scalo marittimo. Quella funzione di cerniera tra porto e industria resta tuttora il nostro punto di forza. La rete ferroviaria, le connessioni viarie e la presenza del canale navigabile consentono alle aziende di operare in stretta sinergia con il porto e con i mercati internazionali”. Mercati che continuano a produrre innovazione, ma che sono ancora in preda a forti instabilità internazionali.

coselag

“Chiaramente subiamo le dinamiche internazionali come tutti, e abbiamo visto anche gli effetti che può produrre la chiusura, ancorché parziale, del Canale di Suez. Tutto l’Adriatico ha subito delle contrazioni di volumi, e ci muoviamo tutti in un contesto particolarmente delicato. Lo stesso discorso vale per il tema del trasporto intermodale, perché se Trieste è riuscito a crescere come scalo, grazie agli interventi della gestione di Zeno D’Agostino e Mario Sommariva, è però un gateway molto sensibile delle dinamiche di sviluppo di catene logistiche estremamente lunghe. Anche per questi motivi, è necessario che la zona industriale del retroporto sia sviluppata legata allo scalo, ma anche in un’ottica propria. Coselag nasce con l’obiettivo di promuovere e agevolare la nascita e lo sviluppo di attività produttive nell’area giuliana. Siamo un ente pubblico economico vigilato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, costituito dall’AdSP del Mar Adriatico Orientale e dai Comuni di Trieste, Muggia e San Dorligo della Valle, e operiamo per offrire alle imprese un contesto infrastrutturato, efficiente e competitivo. La nostra attività spazia dalla pianificazione territoriale alla gestione delle aree industriali, fino al supporto alle aziende che desiderano insediarsi o ampliare la propria presenza”.

Sandra Primiceri
Sandra Primiceri

Nella zona industriale gestita dal consorzio trovano spazio realtà differenti, sia per tipologia sia per grandezza. “Il comparto metalmeccanico è sicuramente il più consistente, ma convivono realtà molto diverse: dalla produzione alimentare di marchi come Illy Caffè e Barilla, alla manifattura tecnologica e alla logistica avanzata. Negli ultimi anni abbiamo assistito a nuovi insediamenti significativi. British American Tobacco ha scelto quest’area per la sua fabbrica di prodotti senza combustione, mentre Innoway – società del gruppo Msc – ha rilanciato l’ex stabilimento Wärtsilä, oggi dedicato alla costruzione di carri ferroviari di ultima generazione. Un’importante azienda del settore microelettronico sta sviluppando un polo di produzione di microchip. È un territorio vivace, un mosaico di imprese di diversa dimensione ma accomunate da un alto valore tecnologico e da una visione innovativa”.

La geografia è sempre importante, anche quando si parla di logistica e industria. E l’area di Coselag ne è un esempio calzante, visto che rappresenta un’estensione naturale dello scalo giuliano. “Gestiamo due zone franche industriali e stiamo lavorando insieme all’Adsp di Trieste per potenziare ulteriormente la rete ferroviaria interna, che è stata in parte dismessa negli anni, ma oggi torna a essere centrale. L’obiettivo è uno switch modale concreto: trasferire quanto più traffico possibile dalla gomma al ferro, lasciando ai camion solo l’ultimo miglio. Per questo collaboriamo con la Regione Friuli Venezia Giulia e con Rfi per la riattivazione e la manutenzione delle linee, anche se la rete ferroviaria per il cargo deve essere supportata inevitabilmente dal settore pubblico, per rendere appetibile il mercato.

Dopo la chiusura della raffineria Aquila, della Ferriera e di alcuni stabilimenti storici, abbiamo avviato un programma di recupero e reindustrializzazione di vaste superfici, che stiamo rimettendo sul mercato. Lo facciamo con una pianificazione precisa, valutando quali tipologie di attività possono insediarsi e dove. Non vogliamo uno sviluppo casuale, ma un equilibrio tra logistica, produzione e servizi. In questo modo garantiamo sostenibilità, sicurezza e valore nel tempo”. Per rendere attrattiva l’area, oltre che per la sua connessione con il porto e con una sviluppata rete intermodale, l’amministrazione regionale mette sul piatto diversi pacchetti di incentivi. “Le piccole e medie imprese possono accedere a contributi in conto capitale fino al 30% dell’investimento, e in caso di rilocalizzazione produttiva o ampliamento sono previste misure dedicate. Il nostro ruolo è anche quello di accompagnare le aziende nella progettazione, nella ricerca di fondi europei e nella semplificazione amministrativa. L’obiettivo è rendere l’insediamento il più rapido e sostenibile possibile”.

coselag trieste

Leonardo Parigi