“Nel mondo della logistica non c’è mai niente di facile. Ogni singolo passaggio necessita ormai di avere una visione ampia, che connetta politica internazionale e scenari economici, poi subordinati a loro volta a ciò che accade a livello nazionale e locale. Certo, è un settore dove non manca lo spirito di iniziativa”. Riccardo Sabadini, presidente del gruppo Sapir, sintetizza così il momento storico del settore, partendo dal porto di Ravenna. Scalo che nell’ultimo decennio è cresciuto in spazi e prospettive, ma dove le idee per lo sviluppo non mancano. “Sappiamo bene che in Ucraina, purtroppo, non si è ancora arrivati a una soluzione condivisa. Ucraina che ha sempre avuto un forte legame economico con il porto di Ravenna, dove arrivavano prodotti come argilla e fosfati. Oggi questo collegamento non c’è più, ma sarebbe bene che a livello nazionale e locale si guardasse a questo scalo per farne un punto privilegiato per la ricostruzione di là da venire”, prosegue Sabadini. “Però non possiamo fermarci a osservare, dobbiamo creare nuove occasioni e nuovi legami.

L’India è il paese più interessante come potenziale crescita, anche a discapito della Cina. Perché è una realtà colossale, e perché da qui possono arrivare e partire tutti quei materiali – anche se di diversa qualità – che non hanno più un canale da e per il Mar Nero. I materiali ferrosi sono un’altra partita importante per l’Italia, anche perché non c’è più un mercato di crescita interno. Lato automotive, invece, siamo contenti di come si sta muovendo, anche grazie all’arrivo della nuova Aicc Huanghu arrivata a Ravenna a fine settembre. Una nave nuova, costruita lo scorso anno, che ha portato sulle nostre coste circa 1500 vetture”.
Il Gruppo Sapir conferma la propria centralità nel sistema portuale ravennate con risultati economici positivi, e una strategia di sviluppo infrastrutturale e di logistica intermodale che guarda al futuro. Nell’assemblea del 25 giugno scorso il gruppo aveva approvato il bilancio dell’esercizio 2024 con un utile di 3,113 milioni di euro, mentre il consolidato registrava un valore della produzione di 74,338 milioni e un utile di gruppo di 4,444 milioni. La movimentazione complessiva delle merci varie e dei prodotti liquidi nei terminal del gruppo raggiunge circa 3,6 milioni di tonnellate, con un incremento del 9% rispetto al 2023, toccando il picco di 235 dipendenti. “Siamo molto soddisfatti del traffico container anche quest’anno, con una conferma sostanziale dei numeri del 2024, anche per quanto riguarda le tonnellate movimentate”. Traffici in crescita, nuovi segmenti attivati, forte radicamento infrastrutturale. Tuttavia restano alcune variabili da monitorare. Dalla Cina all’Ucraina, passando per il Medio Oriente e la penisola arabica. “Altro tassello importante per capire e muoversi di conseguenza. Se la tregua reggerà, e si dovesse tornare a guardare alla regione con calma e con ragione, cosa che ci auguriamo tutti, sarà interessante vedere come poter sviluppare nuovamente dei collegamenti proficui con l’Arabia Saudita e tutti quei paesi che rientreranno negli Accordi di Abramo. Ormai dobbiamo saper leggere ogni singolo aspetto della politica, non possiamo più sottostare a una visione nazionale”.

E neanche europea, verrebbe da dire, se consideriamo la nebbia che separa le decisioni di Bruxelles dalle molte volontà dei suoi stati membri, su tanti aspetti. “Sarebbe utile avere delle risposte chiare, ma non le abbiamo. È difficile decifrare le reali volontà dell’Unione Europea, così com’è complicato sapere chi è che guida. Sarà una Ue legata alla cosiddetta “Coalizione dei volenterosi” e legata agli aspetti securitari, o un’Unione che guarda oltre i suoi confini e prova a sviluppare finalmente reali sinergie con l’Africa, oggi in gran parte cinese? Riusciremo a dare costrutto al tema di una connessione con questo gigante davanti a noi che cresce sempre di più, o resteremo agganciati a una visione ormai superata? Credo e temo che stiamo assistendo a un processo dove gli equilibri che emergeranno tra 3-5 anni saranno totalmente diversi rispetto a quelli esistenti all’arrivo del Covid, perché tutto questo fermento, questa ebollizione, è legata al modificarsi dei rapporti di forza nel mondo. Prima esisteva un mondo occidentale con primazie e visioni, oggi ci sono altri attori che stanno emergendo e noi ce ne stiamo accorgendo adesso”.
Leonardo Parigi