Cts, la logistica eccezionale tra e investimenti e visione

Ravenna è uno dei luoghi di crescita maggiore per la logistica italiana degli ultimi anni. Investimenti sulle infrastrutture e sul piano energetico, hanno dato un nuovo impulso allo scalo romagnolo, che però vanta un territorio già vivace di aziende con ampia visione e forte radicamento. Tra queste, il gruppo Cts ha saputo ritagliarsi uno spazio via via sempre più ampio, nel settore del trasporto eccezionale. Un settore particolarmente sensibile, che necessita di competenze adatte e di un’organizzazione estremamente efficace. “La scorsa primavera abbiamo raggiunto un nuovo standard, grazie al trasporto di due imponenti gru STS Liebherr, ciascuna di ben 1370 tonnellate”, racconta con orgoglio Marco Melandri, direttore generale di Cts Spa. “L’operazione è un benchmark per la nostra eccellenza nella logistica industriale. Questo incarico, eseguito per conto del cliente TM s.r.l., ha richiesto una pianificazione millimetrica, specialmente in considerazione dei mezzi impiegati. Abbiamo utilizzato un convoglio di ben 96 assi Spmt (Self-Propelled Modular Transporters). La complessità logistica non si è limitata al solo trasporto Marghera-Trieste, perché lo sbarco al terminal Tmt di Trieste è stato reso particolarmente sfidante dalle limitate portate della banchina di destinazione, un elemento che richiede sempre attente valutazioni preventive e, se necessario, azioni correttive”.

Oltre all’industria pesante, l’attività dell’azienda si estende alla cantieristica navale di lusso, come dimostrato dalla movimentazione di recenti superyacht. Quali sono state le specifiche dimensionali di questa commessa? “Il segmento del lusso e dei grandi scafi richiede precisione assoluta. Di recente, ci è stato affidato il trasporto di tre scafi di superyacht. Nello specifico, si trattava dello scheletro di un 54 metri e di due unità, rispettivamente di 33 metri e 35 metri. Tutti e tre gli scafi grezzi sono stati costruiti presso Idromacchine a Marghera, e la nostra catena logistica ha previsto la presa in carico, l’imbarco su chiatta e il successivo sbarco al porto di Ancona. L’operazione si è conclusa con uno spettacolare trasporto eccezionale notturno a bordo di carrelli Spmt, dimostrando la nostra capacità di gestire il trasferimento intermodale di colli fuori sagoma e fuori peso”.

CTS melandri marco

Qual è l’ostacolo più critico che impatta sulla pianificazione finanziaria e operativa delle aziende del comparto, e che ruolo gioca il dato infrastrutturale? “Il nodo strutturale più stringente riguarda l’adeguatezza delle infrastrutture nazionali. Nel trasporto eccezionale, l’insufficienza delle portate di ponti e viadotti, unita alle altezze ridotte, isola di fatto le aziende a monte delle limitazioni. Questo ha portato alla progressiva esclusione del traffico eccezionale da arterie cruciali. Ma l’impatto economico è quantificabile: fa da vero e proprio spartiacque il limite delle 108 tonnellate complessive a convoglio. Sotto le 108 tonnellate, riusciamo ancora a mantenere una performance accettabile in termini di costi e tempistiche di programmazione. Al di sopra, invece, si entra in una zona grigia. Le condizioni precarie della rete e la frammentazione delle autorizzazioni tra enti locali generano colli di bottiglia che impediscono di dare certezze sia sulla fattibilità, sia sulla stima dei costi. Questo non riguarda più solo colli estremamente particolari, ma un numero significativo di produzioni che, per i requisiti dimensionali e di peso richiesti dal mercato, rischiano di vedere compromessa la loro competitività. L’iter autorizzativo per un convoglio da 108 tonnellate è di fatto paragonabile a quello per unità da 70 tonnellate. Senza una cabina di regia nazionale che connetta le esigenze industriali agli investimenti infrastrutturali, il rischio è una revisione delle strategie localizzative dell’intero sistema produttivo”.

Una sfida, quindi, che necessita di una visione più ampia. “Sì, la risposta è l’intermodalità. Non potendo più contare esclusivamente sul trasporto su gomma, è cresciuto l’utilizzo di soluzioni integrate e vie d’acqua. Un caso emblematico è il collegamento Mantova–Marghera via Canal Bianco. Questa soluzione ci permette di trasferire colli pesanti aggirando i vincoli stradali, configurandosi non come alternativa residuale, ma come vero strumento di resilienza logistica e sostenibilità ambientale. Dobbiamo però continuare a risolvere problemi specifici della navigazione interna, come l’insufficienza dei fondali, l’assenza di batimetrie aggiornate e i limiti di portata delle banchine”.

CTS ravenna

Qual è la vostra roadmap verso la transizione energetica, e quali i dati di investimento in tal senso? “La sostenibilità operativa, nel nostro ambito, è un obiettivo di medio-lungo periodo, distinto dalla sostenibilità interna, compposta di certificazioni e della gestione delle risorse. L’elettrificazione, pur essendo un trend in altri settori, è ancora sperimentale. Per fare un esempio, gli Spmt elettrici restano prototipi. Nel breve, la priorità è l’efficienza: ottimizzazione dei percorsi, riduzione dei viaggi a vuoto e l’intermodalità, che abbatte le emissioni per tonnellata trasportata. Dal punto di vista tecnologico, soluzioni come l’Hvo (Hydrotreated Vegetable Oil) sono valide per ridurre l’impronta di carbonio senza modifiche radicali ai mezzi, ma scontano criticità di approvvigionamento e di rendicontazione. La nostra strategia, anche grazie alla recente fusione con RBM e Sassuolgru che ha portato il nostro team a 63 dipendenti e un turnover superiore ai 14 milioni di euro, mira a integrare progressivamente l’innovazione, bilanciando il pragmatismo richiesto dalla natura unica di ogni progetto. Restando sul piano del lavoro, i dati indicano una carenza strutturale di manodopera qualificata. Come risponde CTS a questa sfida cruciale? “La carenza di competenze è l’infrastruttura più strategica e, oggi, più debole. L’operatore specializzato non è un semplice autista, perché deve possedere un ventaglio di competenze ibride che spaziano dalle normative di sicurezza alle tecniche di montaggio e alla gestione dei rapporti con i porti. Per affrontare il gap formativo nazionale, CTS sta investendo direttamente. Stiamo infatti selezionando i candidati che accederanno alla nostra nuova Academy interna, la cui apertura ufficiale è prevista per il prossimo mese. Questo investimento riflette la nostra consapevolezza che le competenze restano il fattore abilitante più critico”.

Leonardo Parigi