Il comparto crocieristico non è solo sinonimo di turismo di lusso: è un motore economico potente. A livello globale genera un fatturato di 168,6 miliardi di dollari, con 55,3 miliardi in Europa e 15 miliardi solo in Italia. Ogni 20 crocieristi genera un posto di lavoro, con un impatto occupazionale distribuito su un indotto che va dal portuale all’alberghiero, dalla logistica all’artigianato locale. Questi i dati messi in luce dall’assemblea di Federagenti, che lo scorso 25 giugno a Roma ha voluto denunciare l’attacco al settore cruise. Un clima di ostilità, denuncia il presidente Paolo Pessina, che affonda le sue radici nell’espulsione delle navi da crociera dalla laguna di Venezia, e che oggi rischia di diventare “cultura diffusa”. Le crociere rappresentano meno del 3% del turismo complessivo in Italia, con 15 milioni di transiti su oltre 460 milioni di presenze. “Eppure sono spesso identificate come il principale motore dell’overtourism in mete simbolo come Portofino” (528 abitanti e 12mila turisti al giorno), Cinque Terre (4mila abitanti e 4 milioni di turisti all’anno), Costiera Amalfitana (34mila abitanti e oltre 2 milioni di visitatori), Capri (7.300 abitanti e 50.000 turisti al giorno) e, naturalmente, Venezia.
Nella città lagunare, nonostante il divieto alle grandi navi, il turismo di massa non si è ridotto: 60.000 visitatori giornalieri, con punte di 150.000 ingressi, contro meno di 49.000 residenti nel centro storico. Per evitare che l’emotività si traduca in danni strutturali al settore, Federagenti propone quindi un piano organico, ovvero “Un Patto per il Mare”, una piattaforma di governance coordinata, partecipata da enti locali, compagnie crocieristiche e stakeholder territoriali. Tra le misure che l’iniziativa andrebbe a proporre, c’è una condivisione più massiccia dei dati, così da intervenire in una calendarizzazione intelligente degli accosti, una diversificazione degli itinerari – con la promozione dei porti secondari, e una più ampia armonizzazione delle normative portuali e delle pratiche Esg (Environmental, Social, Governance).
Nel frattempo, l’Italia ha già iniziato a ospitare gli oltre 15 milioni di passeggeri previsti per l’anno già in corso. I dati di Cemar Agency Network, presentati ad aprile scorso, raccontano come la crescita degli arrivi nella penisola siano in pieno trend espansivo. Saranno 14.800.000 i crocieristi che passeranno nei porti italiani nell’arco del 2025, con un aumento del +4,05% rispetto all’anno precedente. Si prevede inoltre un incremento delle toccate navi, che raggiungeranno quota 5.482 (+6,76% sul 2024), con ben 179 unità che solcheranno le acque italiane in rappresentanza di 57 compagnie di navigazione.
I porti italiani
A guidare la classifica dei principali scali crocieristici sarà ancora una volta Civitavecchia, con 3,53 milioni di passeggeri previsti, confermandosi hub strategico del Centro Italia e porta d’ingresso per Roma. Seguono Napoli con 1,9 milioni e Genova con 1,7 milioni, consolidando il ruolo delle grandi città portuali nel panorama turistico internazionale.

In termini regionali, il Lazio si piazza in cima alla classifica con 3,54 milioni di passeggeri, pari al 24% del traffico nazionale, grazie all’effetto trainante di Civitavecchia. Seguono Liguria con 3,36 milioni (23%) e Campania con 2,05 milioni (14%). Bene anche la Sicilia (2,03 milioni, 14%), la Toscana (970mila, 6%) e la Sardegna (770mila, 5%). Sul fronte degli operatori, Msc Crociere conferma la sua leadership in Italia con 5,23 milioni di crocieristi movimentati, distanziando Carnival Group (4,63 milioni) e Royal Caribbean Group (1,90 milioni). Norwegian Cruise Line, con 1,20 milioni, completa il quartetto di testa. Un dominio che riflette la capacità di Msc di presidiare capillarmente i porti italiani, contribuendo significativamente alla tenuta occupazionale del settore.
Il calendario evidenzia una stagionalità ben marcata, con i mesi di maggio (816 scali), ottobre (760) e settembre (748) tra i più affollati. Ma il picco assoluto si registrerà domenica 18 giugno, quando ben 38 navi saranno ormeggiate contemporaneamente nei porti italiani, movimentando oltre 95.900 passeggeri in un solo giorno.Il trend positivo non si arresterà. Le proiezioni per il 2026 parlano chiaro: la soglia dei 15 milioni di passeggeri sarà superata, a conferma di un comparto in forte espansione, capace di generare valore per le economie locali, creare occupazione e alimentare il brand Italia nel mondo.
Leonardo Parigi