“Non dico nulla di nuovo, se penso che gli spazi siano il vero tesoro del porto di Genova”. Alberto Minoia, 52 anni, amministratore delegato di Stazioni Marittime Spa, guida la società che gestisce le banchine del porto passeggeri dello scalo ligure. Una lunga esperienza nel settore ferroviario, con ruoli di primo piano in Rfi e Trenord, hanno consentito a Minoia di avere uno sguardo decisamente olistico sui problemi e sulle opportunità da sfruttare in uno spazio ristretto come il porto commerciale genovese, che genera però enormi flussi annui di passeggeri e merci. “Negli ultimi dieci anni, lo scenario del traffico crocieristico è cambiato radicalmente: se nel 2013 la metà delle navi approdate a Genova erano di piccole dimensioni, e solo il 32% di esser erano di grandi dimensioni, la situazione si è capovolta.

Oggi il 70% delle navi appartenengono alla categoria “grandi” e solo l’11% alle “piccole”. A questo si aggiunge l’aumento della media passeggeri per scalo, passata da 3.524 nel 2013 a quasi 5.000. Nel 2023 sono stati quasi 1,7 milioni i passeggeri solo del settore crociere, rispetto agli 860.000 del 2010. Chiaro che la crescita è forte, e la vediamo anche dalla stazza delle navi. Dati che rendono indispensabili investimenti su banchine, fondali e terminal, per poter gestire flussi sempre più consistenti in maniera efficiente e sicura”. Genova, nel suo complesso, vive una stagione di grandi investimenti pubblici e privati, che derivano da diversi momenti. Dal crollo del Ponte Morandi agli investimenti del Pnrr, le risorse che sono arrivate e che sono state già messe a bilancio dallo Stato rappresentano un volano unico di capacità per trasformarsi. “Una stagione del genere si vive una volta ogni secolo”, conferma Minoia, che racconta con precisione la sua idea complessiva.
“Il punto fondamentale è che molti degli spazi portuali sono comunque congestionati, occupati o comunque non utilizzabili per il traffico. Noi ci siamo adoperati per avere un quadro d’insieme che possa portare benefici a tutti, dai singoli operatori ai visitatori, ma anche alla città stessa”. Come? “Dobbiamo ragionare sui numeri, ma partiamo da una visione a volo d’uccello. Dalla diga in costruzione al Terzo Valico vicino alla meta, sappiamo che la capacità di Genova di attrarre merci e persone sta mutando profondamente. Grazie alla mia esperienza nel mondo ferroviario, guardo con estremo favore questa trasformazione, e posso dire che il problema del collo di bottiglia di Tortona sulla rete ferroviaria è facilmente evitabile. Si tratta di mettersi al lavoro per far combaciare tutti i pezzi del puzzle, e sappiamo che non è affatto facile. Ma anche con 10 o 15 nuovi treni al giorno in più, sia merci sia passeggeri, saremmo lontani dall’esaurimento delle disponibilità della tratta”.
Infrastrutture e nuove stazioni
Se il Terzo Valico è però ancora distante da una piena realizzazione, bisogna lavorare intanto con l’esistente. “E su questo non ci facciamo pregare, anzi. Lo scorso anno è stato avviato il cantiere per la realizzazione della cabina elettrica a monte di Ponte Colombo, punto di partenza per la posa delle condutture che porteranno energia alle banchine. La prima area ad essere elettrificata dovrebbe essere Ponte dei Mille, destinata alle navi con soste più lunghe e già predisposte per l’allaccio alla rete elettrica. L’obiettivo è spegnere i motori in porto, abbattendo emissioni e rumore. Il cold-ironing è un tema centrale, su cui l’Adsp ha investito molto, e su cui tutto il sistema nazionale potrà contare per avere una forte riduzione delle emissioni durante gli scali. Detto questo, sappiamo che mancano ancora dei tasselli a livello normativo e fiscale, e su questo punto restiamo ovviamente al legislatore, anche se sappiamo che gli armatori hanno investito molto in carburanti alternativi e nuovi sistemi di propulsione”.

Un altro tema è quindi quello delle capacità delle navi di rifornirsi nei porti, che dovranno dare risposte efficaci a tutti gli operatori, anche per non perdere traffico. “La continua interlocuzione con gli enti preposti ci trova sempre pronti a fornire idee e dati, dobbiamo lavorare tutti insieme ovviamente. Chiaro che c’è un tema sia nazionale sia europeo, perché poi il rischio di concorrenza tra stati è forte. Se Genova non potrà avere le stesse risposte di Marsiglia, ad esempio, una compagnia farà le sue valutazioni. Ma siamo assolutamente pronti a costruire insieme tutte le occasioni di crescita comune”.
Altro tassello strategico riguarda l’accessibilità ferroviaria al terminal crociere. Secondo un’indagine condotta dalla stessa Stazioni Marittime Spa, l’82% dei crocieristi in arrivo a Genova raggiunge il porto in auto privata, o tramite bus organizzati dalle compagnie, il 10% utilizza il taxi e solo l’8% sceglie il treno. Eppure, tra la stazione di Genova Principe e il terminal crociere esiste un collegamento pedonale sotterraneo di 350 metri, privo di barriere architettoniche e poco conosciuto. “Siamo andati fisicamente a controllare il passaggio, che è già pronto e soprattuto già vissuto, specialmente dagli studenti di Economia”, prosegue Minoia. “Allora abbiamo ragionato con il Mit per far finanziare una passerella di collegamento, insieme agli ascensori, perché chi arriva a Genova con il treno possa serenamente passare da Genova Piazza Principe alla stazione marittima senza uscire dalla struttura. Come se non bastasse, si troverà entro breve anche il collegamento con i nuovi binari di
Genova Piazza Principe Sotterranea, collegata in 12 minuti con un treno ogni quarto d’ora verso la nuova stazione dell’aeroporto Cristoforo Colombo. Sembra poco, ma significa mettere a sistema un complesso di trasporti che può togliere dalle strade decine di migliaia di auto ogni anno. La nuova stazione avrà anche un altro nome, per aiutare i visitatori a orientarsi e per dare anche maggiore importanza al sistema: non più Principe Sotterranea, ma Principe Stazione Marittima”.

Raddoppiare la quota di passeggeri che arriva in treno potrebbe ridurre di 150-250 unità le auto presenti in città per ogni nave attraccata. “Considerando circa 330 toccate l’anno, parliamo di oltre 80.000 auto in meno in arrivo su Genova. Un beneficio immenso in termini ambientali, di ricerca di spazi, ed economici. E soprattutto sarebbe un grande risultato complessivo anche in termini di connessioni con la città stessa, vista la difficoltà poi di scoprire il capoluogo con un’auto”.
Leonardo Parigi