Venezia, portuali cercasi. Piazza (Ncl): “L’Adsp deve muoversi, altrimenti scompariremo”

di Leonardo Parigi

“Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo far capire ai vertici dell’autorità di sistema portuale che va bene portare a casa ottimi conti economici, ma se poi i traffici sono sempre i medesimi, e non esiste un forte, reale e approfondito piano di orientamento per i giovani, il lavoro portuale è destinato a scomparire”. Mauro Piazza, presidente della Nuova Compagnia Lavoratori portuali di Venezia, rieletto lo scorso giugno con l’85% delle preferenze, ha le idee molto chiare. Per le compagnie portuali, questo è uno dei problemi più rilevanti del momento storico attuale. E cioè trovare risorse fresche su cui poter contare per investire, per poter tramandare il lavoro. Non è solo una questione di nostalgia, chiaramente.

Mauro Piazza

“Qui il punto è molto semplice. Bisogna raccontare il lavoro portuale, bisogna investire sull’orientamento. Perché magari i giovani arrivano, ma poi restano poco tempo e vanno via. Un costo immane, economicamente parlando, che rappresenta una grande sconfitta se visto in maniera più larga. Servono stabilità, sicurezza, investimenti e, soprattutto, una visione complessiva”.

Il porto di Venezia non ha iniziato il 2024 in maniera brillante. “Per noi, che siamo tutti ex articolo17 e che quindi siamo i veri termometri dell’andamento dei traffici, è facile vedere come sta andando quest’anno. Abbiamo iniziato con un -40% su base mensile, da brividi. Febbraio ha migliorato, seppur di poco, e marzo ha iniziato a essere più favorevole. Meglio poi sui mesi estivi, ma dall’inizio dell’autunno siamo nuovamente su una mediana scarsa. Il lavoro c’è, ma siamo ben distanti dal 2019”. Una crisi senza fine, visto che dopo il biennio pandemico è seguita l’aggressione russa in Ucraina. E poi il dimezzamento dei traffici nel canale di Suez, che inevitabilmente colpisce in larga parte i porti dell’Adriatico.

“Su questo ovviamente si può far poco, possiamo solo sperare che si lavori per la pace. Incredibile che oggi si debbano ancora preparare piani bellici e parlare di conflitti. Ma al di là di queste considerazioni, su questi punti non possiamo intervenire. Ma l’Adsp può fare invece molto, andando a cercare nuovi terminalisti e nuove idee. Sicuramente se restiamo fermi, con gli operatori che si contendono l’esistente, non avremo un futuro roseo. Sappiamo che all’orizzonte c’è chi potrebbe affacciarsi sul mercato veneziano, e quindi speriamo in una nuova concorrenza e nuovi traffici. Ma bisogna che i vertici del porto decidano, e in fretta, quali sono le contromisure da prendere per non farci soffocare dai fattori esogeni”.