Da 25 anni a Ravenna, il gruppo Cts ha saputo ritagliarsi uno spazio d’eccezione nel segmento dei trasporti eccezionali, e la crescita dello scalo romagnolo aiuta l’azienda a guardare ancora più lontano. “La nostra azienda si occupa di trasporti eccezionali su gomma da sempre, e in questo arco di tempo abbiamo visto anche cambiare molto questo particolare pezzo di catena logistica. Anche perché è cambiata molto anche la produzione, così come si sono modificate le necessità delle industrie e degli scali di riferimento. Abbiamo avuto la capacità di guardarci intorno e di crescere anche su altri settori, e abbiamo unito il saper trasportare macchinari e materiali particolari, allo scarico e al posizionamento. Un’opzione in più che è diventata poi una branca stessa delle nostre attività, e che oggi non è solo complementare, ma centrale”.
Marco Melandri, direttore generale di Cts, riassume il lavoro della spa ravennate, ma guarda anche al prossimo futuro. “Il nuovo presidente della regione, Michele De Pascale, essendo di Ravenna ed essendo stato a lungo sindaco qui, conosce bene i problemi e, soprattutto, le potenzialità del porto. Ci aspettiamo quindi che si possano concretizzare presto ottime prospettive per crescere ancora”.
Durante il 2024 Cts ha concluso anche il processo di fusione per l’incorporazione di Rbm e Sassuolgru, già partecipate al 100%, e che oggi allargano ulteriormente le capacità di lavoro del gruppo. “La crescita della nostra azienda è stata costante, anche perché, essendo una nicchia del settore, siamo riusciti pian piano ad acquisire competenze specifiche e autorevolezza. Le peculiarità del territorio italiano sono note. Se da un punto di vista naturalistico e panoramico, l’Italia è senza eguali, sul piano del trasporto è certamente un minus. Qui noi interveniamo, anche perché la produzione è spinta proprio dalle difficoltà logistiche a spostarsi verso la costa, verso il trasporto marittimo. Non è banale spostare un impianto industriale, ma noi ormai sappiamo fare anche questo”.
Le capacità di Cts
Con 98 assi semoventi e una capacità di carico che arriva anche a 3000 tonnellate, Cts vanta importanti servizi con il mondo dell’energia, vista anche la scelta nazionale e internazionale di puntare sull’elettrificazione. “Un aspetto importante lo sta avendo anche quello del nucleare, su cui lavoriamo da anni in partnership con Westinghouse Mangiarotti, tema che cresce di anno in anno e che può diventare davvero importante anche per l’economia nazionale”. Dalle gru portuali ai moduli per le grandi infrastrutture, dai serbatoi agli impianti, Cts si presenta in grado di poter trasportare qualunque struttura anche complessa.
“Stiamo sviluppando sempre di più anche le nostre capacità di trasportare moduli per le infrastrutture, come ad esempio le sezioni dei viadotti che vengono sostituiti in una sola notte, con interventi sempre più veloci e più grandi. Le attuali procedure richiedono tempistiche molto stringenti, e siamo ormai in grado di soddisfare le migliori e più particolari tecniche ingegneristiche. Lavoriamo anche sul mondo della nautica, dove siamo posizionati sul trasporto di imbarcazioni superiori ai 50 metri di lunghezza, oltre ai servizi che forniamo alla cantieristica cruise”.
Naturale allora chiedersi quali siano, secondo gli occhi di Cts, le prospettive di trasformazione di uno scalo come quello di Ravenna, viste le conosciute difficoltà di spazi e di logistica integrata del tessuto industriale italiano. “Nei porti ci sarà sempre più necessità di grandi aree per lo spostamento dei manufatti, e così sarà necessario adibire grandi spazi per l’ultimo momento di produzione. Pensiamo all’eolico offshore, ad esempio. Non possiamo trasportare una pala eolica intera in giro per il paese, serve che gli scali guardino anche a queste dinamiche per farsi trovare pronti a ricevere e a offrire spazi adeguati all’industria e alle produzioni”. E sui prossimi anni, con il rischio di recessione economica e di ulteriori inasprimenti politici internazionali, risponde ancora Melandri: “Quello che abbiamo visto negli anni è che il nostro settore in genere subisce i riverberi economici con un po’ di ritardo rispetto ad altri, questo per la complessità intrinseca dei progetti.Noi abbiamo il dovere di cercare di mantenerci a un livello di eccellenza e restare ottimisti, cambiano le modalità produttive ma è importante continuare a innovare”.