Come ogni pendolare sa, i treni giapponesi sono il parametro di riferimento per quanto riguarda l’eccellenza, in termini di orario e prestazioni. E se l’alta velocità italiana ha notevolmente aumentato il livello di efficienza del trasporto passeggeri, sono tanti i progetti in essere per incrementare la quota del trasporto ferroviario della merce. Ma i problemi tecnici nella creazione di nuove infrastrutture sono il limite più importante per aumentare l’efficienza dei trasporti. Problema che la trevigiana IronLev si è ripromessa di bypassare, grazie a un prototipo di veicolo a levitazione magnetica che può utilizzare la rete ferroviaria già esistente.
“Mentre l’industria del trasporto terrestre si sta orientando verso sistemi ad alte prestazioni e alta efficienza, nuovi sistemi di levitazione magnetica sono nati nel recente passato per soddisfare queste esigenze”, spiega l’azienda. “Il principio è quello di creare un cuscino d’aria che separi fisicamente il veicolo dalla pista, con forti vantaggi in termini di attrito, efficienza, rumore e vibrazioni”.
A marzo, durante la fiera LetExpo di Verona, la società veneta ha presentato il suo prototipo a levitazione magnetica in grado di circolare su una tratta ferroviaria esistente senza alcun adeguamento infrastrutturale. Il test ha dimostrato, per la prima volta in assoluto, la possibilità di applicare la levitazione magnetica su rotaie di linee ferroviarie già in uso, con notevoli vantaggi in termini di efficienza, oltre che di riduzione di rumorosità e vibrazioni grazie all’assenza di attrito, confermati dalle osservazioni effettuate.
Pronto all’uso
“L’idea di poter utilizzare le reti già esistenti rende il nostro progetto il più interessante a livello economico”, racconta Lorenzo Andrea Parrotta, cofondatore dell’azienda con sede alle porte di Treviso. “Il prototipo che abbiamo presentato, in collaborazione con la Regione Veneto, ci ha dato ottime risposte. Questo primo test verrà seguito da approfondimenti e nuovi investimenti sul trasporto a levitazione magnetica, anche perché il veicolo – dal peso di una tonnellata – ha percorso il tracciato a una velocità autolimitata a 70km/h”. Velocità che potrebbe aumentare senza problemi, in base ovviamente a nuovi test e a nuovi accorgimenti. Ma senza modificare la struttura dei binari.
“Qui sta il punto cruciale. Se non esiste la necessità di creare galleria ad hoc, binari o nuove infrastrutture dedicate, si tratta solo di lavorare sul veicolo. Con un risparmio notevole sul medio-lungo periodo anche per ciò che concerne la manutenzione della struttura stessa, che oggi è un costo fisso di notevole entità”, sottolinea Parrotta.
L’assenza di rumore e vibrazioni rendono la tecnologia di IronLev una soluzione interessante per le applicazioni del trasporto urbano o nelle aree abitate in generale. E la possibilità di aumentarne la velocità, mantenendo un attrito del sistema molto basso, rappresenta una soluzione ottimale anche per il trasporto di merci. “I prossimi obiettivi”, spiega ancora l’azienda, “includono lo sviluppo di un carrello motorizzato aggiuntivo per arrivare a un test di un veicolo completo, con un peso fino a 20 tonnellate e con velocità fino a 200 km/h”.
Leonardo Parigi