È del 18 maggio l’annuncio di Fincantieri del varo della nuova unità di supporto logistico (Lss) “Atlante” nello stabilimento di Castellammare di Stabia. Un nuovo scafo che rientra nell’ambito del piano di rinnovamento della flotta della Marina Militare. “Atlante”, che sarà consegnata nel 2025, è la seconda unità di questo tipo costruita per la Marina Militare, con la prima, nave “Vulcano” consegnata da Fincantieri nel 2021. Il Gruppo Fincantieri ha saputo intercettare le necessità del mondo della difesa nel suo complesso, e negli ultimi anni ha registrato una crescita imponente a livello europeo e anche globale. La “Atlante” è solo l’ultima delle unità che si inseriscono nell’ampio piano di rinnovamento della flotta della Marina Militare, che dovranno rispondere non soltanto ai più importanti requisiti in ambito militare, ma che dovranno anche essere di supporto alla Protezione Civile per il soccorso e l’aiuto umanitario.
La crescita del gruppo si traduce anche in una vasta occupazione a tutti i livelli, e con una profondità di ricerca e innovazione con pochi eguali. Potendo spaziare dall’ambito militare al civile, le integrazioni possibili tra le varie aree di azione del gruppo riguardano anche lo sviluppo tecnologico e la sistemistica avanzata. In Italia, Fincantieri impiega oltre 10.000 dipendenti, e muove circa 90.000 posti di lavoro nell’indotto, moltiplicandosi nel resto del mondo grazie a una rete produttiva di 18 stabilimenti e quasi 21.000 lavoratori diretti.
L’accordo per la cantieristica
La cantieristica italiana vive una stagione di grande crescita, anche grazie al rinnovato interesse nei confronti delle unità marine della difesa. E nel febbraio scorso, l’ad Pierroberto Folgiero ha firmato l’accordo con uno dei principali gruppi mondiali di tecnologia e difesa, EDGE. Nato nel novembre 2019 negli Emirati Arabi Uniti, EDGE sviluppa soluzioni tecnologiche all’avanguardia nel comparto difesa. L’integrazione con l’azienda italiana significa quindi poter creare piattaforme marine di primo livello nel settore della sicurezza marittima, aprendo ulteriori strade per la crescita del settore. Con particolare attenzione all’adozione delle tecnologie 4IR, EDGE sta guidando lo sviluppo di capacità che toccano la cybersecurity e la robotica avanzata, le unità autonome come i droni e la trasformazione digitale. La firma del term sheet per la creazione di una joint venture “mira a cogliere le opportunità della cantieristica navale a livello globale, con un focus sulla produzione di una vasta gamma di navi militari e una filiera produttiva con base negli Emirati Arabi Uniti dal valore stimato di 30 miliardi di euro”.
“Siamo onorati ed entusiasti di unire le forze con EDGE Group con l’obiettivo di creare una piattaforma industriale unica nel suo genere in grado di cogliere con massimo spirito imprenditoriale e competenze distintive le notevoli opportunità di mercato che hanno origine negli Emirati Arabi Uniti e si estendono dagli Emirati ai mercati internazionali”, ha dichiarato Folgiero nel momento della firma. La joint venture, intitolata “Maestral”, ha visto poi l’avvio dei lavori il 20 maggio, con il 51% della società in mano a EDGE, con diritti di prelazione per gli ordini non NATO insieme a una serie di ordini strategici effettuati da alcuni selezionati Paesi membri della NATO, con una pipeline commerciale di ordini del valore stimato di circa 30 miliardi di euro.
La firma dell’accordo è stata seguita dall’annuncio di un importante ordine di 10 pattugliatori d’altura (OPV) tecnologicamente avanzati di 51 metri da parte delle Forze della Guardia Costiera degli Emirati Arabi Uniti, per un valore di 400 milioni di euro. Gli OPV da 51 metri della classe P51MR, basati sulla collaudata classe Saettia, sono unità all’avanguardia che si distinguono per l’elevata modularità, la stabilità in condizioni di mare agitato, la ridotta segnatura radar e l’elevata flessibilità operativa.
È ancora di maggio 2024 la notizia che il dipartimento della difesa statunitense ha assegnato a Fincantieri Marinette Marine (FMM), controllata locale di Fincantieri, il contratto per la costruzione della quinta e sesta fregata della classe “Constellation”, destinata alla marina americana. Valore del contratto, 1 miliardo di dollari. La proposta del Gruppo è basata sulla piattaforma delle fregate FREMM, ritenuta la migliore al mondo sotto il profilo tecnologico, su cui si fonda un programma di dieci unità per la Marina Militare Italiana.
Il contratto per la prima fregata e l’opzione per 9 ulteriori navi, siglato nel 2020, ha un valore complessivo di circa 5,5 miliardi di dollari e comprende il supporto postvendita e l’addestramento degli equipaggi. La costruzione della prima fregata, la futura USS Constellation, è attualmente in corso presso il cantiere di Marinette, Wisconsin, che è stato recentemente oggetto di un importante programma di investimenti per migliorie e adeguamenti a livello infrastrutturale.
A Riva Trigoso, il 25 maggio, si è svolta la cerimonia di varo della fregata “Emilio Bianchi”, ultima di una serie di 10 unità FREMM, con una lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate. La “Emilio Bianchi” potrà raggiungere una velocità superiore ai 27 nodi con una capacità massima di circa 200 persone imbarcate.
Focus sull’Italia
Nel corso degli ultimi mesi, sono usciti dai vari stabilimenti italiani di Fincantieri anche altre unità costruite per le esigenze della Marina Militare. Il 6 ottobre 2023 al Muggiano, alla Spezia, si è tenuta la cerimonia di varo del pattugliatore polivalente d’altura “Ruggiero di Lauria“, appartenente alla classe “Thaon di Revel”, sesto esemplare varato dal gruppo sulle sette unità totali. Mentre il 24 novembre scorso, a Riva Trigoso, è stata varata la nuova fregata “Spartaco Schergat“, nona unità della classe “Bergamini” che viene realizzata dal programma italo-francese FREMM. L’unità va a sostituire la fregata venduta da Fincantieri alla marina egiziana.
Restando nell’ambito underwater, l’azienda ha annunciato a marzo 2024 la firma del Mou con Saipem per valutare opportunità di cooperazione commerciale e industriale nell’ambito dei veicoli subacquei autonomi. “L’accordo mira ad abilitare la partecipazione delle due società a programmi di rilevanza nel mercato italiano ed internazionale nell’ambito della sorveglianza e controllo di infrastrutture critiche subacquee e alle attività di soccorso, mediante l’impiego di tecnologie specifiche complementari di Fincantieri e Saipem. La collaborazione prevede l’integrazione tra navi di superficie e sottomarini realizzati da Fincantieri e il programma di sviluppo dei droni “Hydrone” di Sonsub, il centro di eccellenza di Saipem che realizza tecnologie e soluzioni subacquee”, recita la nota congiunta.
E ancora: Il 21 dicembre scorso Fincantieri e WSense, azienda deep tech specializzata in sistemi di monitoraggio e comunicazione subacquei, hanno firmato un memorandum of understanding (MoU) per avviare una nuova collaborazione nel settore dell’Underwater Internet of Things (UloT). Nata come spinoff della “Sapienza” Università di Roma e specializzata in soluzioni “chiavi in mano” di monitoraggio e comunicazione subacquea senza fili, WSense è specializzata nella digitalizzazione delle infrastrutture offshore attraverso l’Internet delle cose sottomarine. Le sue soluzioni utilizzano le onde acustiche multi-frequenza e tecnologie ottiche senza fili, permettendo comunicazioni wireless sottomarine in tempo reale, affidabili e sicure, senza impattare sui fondali. Attraverso queste tecnologie, viene implementato un “Wi-Fi sottomarino” per collegare robotica, sensori, attuatori e subacquei professionisti in un unico ecosistema di comunicazione unificato.
Le due società valuteranno possibili forme di cooperazione in alcune aree, tra cui le comunicazioni adattative subacquee e il relativo network multimodale, lo sviluppo di soluzioni per la misurazione del posizionamento relativo di mezzi a guida autonoma (unmanned) di superficie e underwater e di soluzioni cloud in ambito Difesa, sulla base dell’esperienza già maturata da WSense in ambito civile, valutando anche la partecipazione di altri operatori specializzati.
Leonardo Parigi