Cavi, connessioni e un mondo inesplorato: il potere della dimensione subacquea

Perché la logistica e l’industria militare dovrebbero avere una relazione, se non in condizioni di pura necessità? La recente crisi del Mar Rosso, che ha spinto l’Unione Europea a varare la missione navale Aspides, in accordo con Gran Bretagna e Stati Uniti, potrebbe essere una rappresentazione plastica di ciò che si intende per “stato di necessità”. Ma l’integrazione tra i due mondi appare distante per concetto, più che per reali possibilità operative. E la domanda, quindi, viene da sé: a cosa serve la difesa? Per un Paese come l’Italia, che vive e prospera solo con commerci stabili e mari aperti, il quadro internazionale attuale è il segnale di un’allerta generale che potrebbe diventare presto anche un trend preoccupante.

La quasi totalità del traffico internet mondiale transita nei colossali cavi sottomarini che toccano e uniscono i cinque continenti. E la maggior parte è generato dalle grandi piattaforme digitali, che sui quasi 1,5 milioni di chilometri di cavi in servizio riescono a garantire il servizio telefonico, email e di scambio dati di miliardi di persone in tempo reale. E se il mondo dei servizi e della logistica si muove proprio sullo scambio di informazioni, è inevitabile che (anche) per questo sistema sia necessaria una sicurezza assoluta della protezione dei cavi. Il valore della protezione dei dati è quindi un calcolo astronomico che ormai comprende quasi tutti gli aspetti delle nostre vite. Entro la fine del 2024, entreranno in servizio nuovi cavi sottomarini che collegheranno Asia e Oceania, per un valore pari a 6 miliardi di dollari, mentre due nuovi cavi (“Echo” e “Bifrost”) saranno il canale di collegamento principale fra Singapore e Stati Uniti.

cavi sottomarini
Una porzione della mappa curata da www.submarinecablemap.com

Il valore degli obiettivi

La distruzione del gasdotto sottomarino North Stream 2, che ad oggi non ha ancora un colpevole accertato, è stata solo la prima vera rappresentazione della portata politica ed economica di ciò che può avvenire sui fondali marini. Il valore di questi obiettivi è intrinseco per l’economia globale, e i mezzi tecnici per poter sabotare i cavi sottomarini o altre infrastrutture strategiche sono sempre più sofisticati. Per questo vive una fase di grande sviluppo anche l’industria tecnologica e marittima dedicata alla loro protezione, tra veicoli AUV (autonomous underwater vehicle), nuove unità marittime dedicate e sensoristica di nuova generazione.

“Il territorio italiano è parte di un’articolata rete infrastrutturale sottomarina composta da cavi per le telecomunicazioni, gasdotti ed elettrodotti la cui tutela costituisce una priorità per la sicurezza nazionale, anche in considerazione della posizione strategica del nostro Paese nell’area mediterranea”, spiega la relazione annuale 2023 sulla politica dell’informazione per la sicurezza. Ogni giorno arrivano in Italia 193,2 Mmc/g milioni di metri cubi al giorno) di gas, oltre a 2,5 Gigawatt di elettricità, grazie ai collegamenti sottomarini. Una portata di valore che, se compromessa, potrebbe creare seri disagi a tutta la struttura nazionale, compresa ovviamente la logistica. L’Italia è uno dei principali terminali dei cavi sottomarini sulla tratta Africa-Europa, ma anche in alcuni casi dall’Asia.

Il cavo BlueMed, gestito da Tim Sparkle con una portata da 400 Terabit al secondo, è stato inaugurato nel maggio 2023 sulle coste genovese. Un collegamento diretto che unisce Francia, Grecia, Israele con l’Italia, con diverse diramazioni mediterranee. Ma se torniamo indietro nel tempo, nel 2019 fu di grande impatto la visita del presidente cinese Xi Jinping. Non soltanto per la ratifica degli accordi che spingeva Roma tra le braccia di Pechino per la controversa Belt And Road Initiative, quanto per la visita del vertice cinese in Sicilia. Una visita che lasciò molte perplessità, ma che confermò anche le volontà della Cina di investire sull’isola italiana come hub per lo scambio di dati nel Mediterraneo. La Sicilia, infatti, è snodo per il collegamento di diverse cavi sottomarini, tra cui il progetto Peace. Un’unica autostrada di dati che collega le coste del Pakistan alla Francia, allestito da Huawei e altre aziende cinesi passando per il Golfo di Aden, il Canale di Suez e lo Stretto di Sicilia.

Il ruolo dell’Italia nel mondo subacqueo

“La sfida che l’Italia si trova ad affrontare, in un contesto di rinnovata attenzione verso la risorsa mare, si preannuncia assai impegnativa: dare forma e sostanza al proprio ruolo nella dimensione subacquea”, conferma il ministro per le politiche del mare, Nello Musumeci, in un suo recente intervento. “È una opportunità di crescita per il nostro Paese, non solo per gli aspetti legati prettamente alla difesa degli interessi nazionali, ma anche per quelli tipicamente connessi alla Economia Blu. Il nostro primo compito è lavorare secondo gli obiettivi indicati dal “Piano del Mare”, varato lo scorso anno dal comitato interministeriale, con il concorso delle amministrazioni di più dicasteri e di esperti privati. La subacquea ha bisogno di una legge quadro, di un Piano strategico che metta assieme pubblico e privato e cooperazione internazionale.

Pierroberto Folgiero

Anche per questo è nato il nuovo Polo Nazionale della Dimensione Subacquea, inaugurato a La Spezia il 12 dicembre alla presenza dei ministri della Difesa, Guido Crosetto, e delle Politiche del Mare, Nello Musumeci. Il Polo nazionale della dimensione subacquea punta a essere incubatore delle tecnologie per la sicurezza del dominio sottomarino con le sue infrastrutture critiche, dalle dorsali dei dati ai gasdotti. Il centro, sotto l’egida della Marina Militare che mette a disposizione gli spazi del Centro di supporto e sperimentazione navale, vede la partecipazione di Fincantieri e Leonardo e punta alla creazione di start up sfruttando la vicinanza del Centre for maritime research della Nato.

Tra i più importanti attori nazionali sul settore, Fincantieri spicca non soltanto per le capacità interne sviluppate negli anni, ma anche per le più recenti e mirate acquisizioni. Nel dicembre 2023 l’azienda ha concluso un accordo per l’acquisizione del 100% di Remazel Engineering S.p.A., una società specializzata nella progettazione e fornitura di top side equipment altamente customizzati e ad alta complessità. Con questa operazione il Gruppo ha accelerato la crescita delle proprie competenze tecnologiche, ingegneristiche e realizzative nei settori offshore e subsea.

Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri ha dichiarato: “Il Polo nazionale della dimensione subacquea è un progetto strategico sia dal punto di vista della sovranità tecnologica che dal punto di vista industriale. Nasce con la luce giusta di fare innovazione, mettere a beneficio del sistema industriale la capacità della Marina Militare di validarla, unire aziende grandi e aziende piccole e creare distintività tecnologica, che è la cosa più importante per dare all’Italia un’industria proiettata nel futuro”. all’inizio di maggio, Fincantieri ha chiuso un accordo per acquisire “Underwater Armament Systems” da Leonardo, un’operazione da 300 milioni di euro per rafforzare ulteriormente le sue capacità nel settore underwater. “In questo senso, il Polo Nazionale della dimensione subacquea ha il ruolo di accelerare lo sviluppo delle soluzioni per la subacquea, in un’ottica duale”, ha affermato Folgiero. “L’industria della subacquea vale a livello globale 400 miliardi di euro, di cui 100 solo di difesa. Fincantieri vuole e può essere un leader globale in ambito subacqueo”.

Leonardo Parigi