L’impero di Carlo V d’Asburgo era celebre per il detto per cui, sui suoi territori, “non tramontasse mai il sole”. Possedimenti su tutto il mondo conosciuto, da Est a Ovest, che ne fecero il perno del XVI secolo. “Noi siamo in una dimensione media”, si schernisce Giulia Cosulich, managing director della business unit “Maritime, Building and Industrial Supply” e direttore Esg Corporate del Gruppo Fratelli Cosulich, azienda che nel corso dei suoi 170 anni ha saputo espandere le sue capacità e ramificazioni anche oltre il settore marittimo.
“Il nostro Gruppo ha al suo interno 15 diverse business unit, e, pur restando un’azienda a conduzione familiare, ha saputo investire anche lontano dal core business, entrando anche nel settore del trading e dell’acciaio. Siamo operativi su 27 diversi Paesi, con più di 2500 persone che ogni giorno lavorano all’interno delle 133 aziende. Una sfida complessa, che oggi deve necessariamente guardare anche alla sostenibilità”. Ma non è certamente una folgorazione degli ultimi tempi, e meno ancora una pura operazione di greenwashing. “Ho iniziato a lavorare sui temi Esg (Environment, Social, e Governance, ovvero i 3 pilastri della sostenibilità per l’Unione Europea, ndr.) già nel 2003, quando mi trovavo a Londra. Da lì, ho avuto l’opportunità di concentrarmi su queste tematiche nel corso anche degli anni successivi, portando poi nell’azienda di famiglia le mie competenze specifiche. Temi che hanno avuto una forte accelerazione negli ultimi anni, e per questo è significativo per noi aver già investito molto in una direzione per cui la sostenibilità diventi uno dei pilastri delle nostre attività”.
“Il nostro approccio a queste tematiche è olistico, e non potrebbe essere altrimenti. Proprio perché le attività del Gruppo ormai non sono più soltanto sul mondo marittimo, e anche perché sono migliaia le persone interessate dalle nostre azioni. La prima sfida che ci siamo posti è stata quella di comprendere al meglio cosa significasse, per una realtà come la nostra, avere impatti di carattere sociale ed ambientale, positivi e negativi, e nel contesto in cui operiamo. La parte ambientale riguarda certamente le emissioni carboniche e inquinanti delle nostre attività, ma anche quelle indirette sui servizi che possiamo fornire: nel mondo delle spedizioni significa farsi carico e rendere conto anche delle emissioni indirette. Per cui abbiamo tracciato un ESG Plan di medio periodo, che possa dare indicazioni precise, linee guida, parametri e obiettivi da perseguire sulle tre dimensioni (Environment, Social e Governance). Soltanto dotandoci di una metodologia stringente possiamo avere un effettivo riscontro dei progressi che stiamo compiendo e su cosa possiamo migliorare”.
Il settore del trasporto marittimo è certamente al centro del dibattito pubblico per la questione delle emissioni nocive, e già molti passi sono stati fatti in termini di normative. Cosa manca e dove stiamo mancando gli obiettivi? “Il nostro Gruppo ha investito 90 milioni di dollari nella costruzione di due small scale bunker vessel per il bunkeraggio di Lng (Gas naturale liquefatto, ndr.) per fornire il carburante oggi più sostenibile per le navi. Oggi il gas è l’unica alternativa realistica al fuel tradizionale, e pur sapendo che esistono orderbook importanti su altri carburanti, stiamo ancora valutando cosa possiamo fare efficacemente. Abbiamo in costruzione una nuova unità bunker di metanolo, e siamo attivi anche sul fronte ammonia con uno studio certificato dal RINA, in partnership con SeaTech Solutions ed il cantiere Nantong CIMC. Ma concretamente, non esiste ancora una necessità industriale in questo senso, per cui non avrebbe senso diventare fornitori di un fuel che oggi ancora non ha mercato”.
Però la sostenibilità non passa soltanto attraverso i singoli progetti, ma riguarda un approccio strategico. È così anche per voi? “Sì, siamo concentrati non solo sulla “E” di Environment, ma anche su “S” (social) e “G” (governance). Il nostro piano strategico riflette una filosofia aziendale per cui siamo consapevoli che nel prossimo futuro tutte le imprese saranno valutate concretamente anche su parametri come questi, e non soltanto in termini di performance economica: un passo in avanti decisivo per fare della sostenibilità un termine base per la crescita con impatto positivo sulla Società e sull’ambiente, per non farla restare una tematica ‘in più’. Quindi ogni nostra business unit ha un referente interno sui temi Esg, e stiamo lavorando per definrie una valutazione oggettiva su determinati criteri per i fornitori con cui lavoriamo. È stato costituito un Esg Committee interno che ha il ruolo di pivot tra le singole BU e il team che coordina la progettualità su questi temi. Un approccio ampio e multidisciplinare, che ci farà trovare pronti sulle prossime sfide del futuro”.
Leonardo Parigi