“Se dovessi sottolineare un aspetto, oggi si sta compiendo quello che era stato previsto vent’anni fa, cioè la realizzazione dell’interoperabilità del mondo ferroviario a livello europeo”. Riassume così il momento storico del mondo ferroviario Riccardo Genova, docente dell’Università di Genova e Presidente di Columbia Group, una vita spesa nel mondo dell’ingegneria ferroviaria. “Se guardiamo al livello infrastrutturale, è certo che abbiamo di fronte una forza totalmente nuova del concetto del treno, anche se parliamo di strutture spesso antiche. Sul modulo-treno e anche per la parte di attrezzaggio delle linee, ma anche sul materiale rotabile, i passi in avanti fatti a livello continentale sono importanti. Negli ultimi vent’anni sono stati fatti dei passaggi tecnologici determinanti per una rivoluzione complessa del mondo ferroviario, e quello che vediamo oggi è il risultato di un processo di lungo periodo”. Membro e docente dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile, Genova ha una lunga esperienza nel settore e guarda al panorama del trasporto su ferro anche con un certo ottimismo. Frutto di una revisione completa del suo concetto di base a livello europeo, ovvero il fatto che le linee, anche a lunga percorrenza, siano oggi una leva di crescita fondamentale per un trasporto sostenibile.
“Inutile girarci intorno. Il trasporto cargo su ferro può vivere una seconda vita completamente rinnovata, grazie a forti investimenti sulla digitalizzazione, sulle infrastrutture e sul materiale rotabile. Ma nonostante i tanti progetti in essere, dobbiamo sempre ragionare su un trasporto combinato che tocchi anche quello su gomma. In Italia è ovviamente imprescindibile per la nostra orografia, per fornire un servizio hub-to-door efficace. Ma anche in Germania e Francia, che godono di una geografia più “semplice”, questo ultimo passaggio della merce non può essere dato per scontato. Certo è che si sta intervenendo in maniera massiccia sul lato delle infrastrutture ferroviarie e dei corridoi logistici, un’ottima notizia in termini di reale competitività del treno rispetto al camion, e quindi un’ottima notizia anche per la sicurezza stradale e l’impatto ambientale”.
Porti, inland terminal, aeroporti, hub logistici. I punti da toccare sono molti, e i processi di integrazione tra le parti – per una logistica sempre più efficace – diventano via via più complessi. A parità di condizioni, il treno però ha diversi assi nella manica. “Bruxelles ha messo al centro del suo programma di rinnovo delle linee di trasporto interne il mondo del ferro. Questo anche perché il contesto globale spinge, seppur solo con tendenze, verso un’integrazione sempre più forte tra gli Stati membri. Lo scollamento graduale dall’economia cinese potrebbe facilitare questo passaggio, integrando il trasporto cargo ferroviario sulle linee europee. Ma attenzione: parliamo di infrastrutture costose, che richiedono lunghi progetti e un orizzonte temporale molto ampio”. Il mondo ferroviario è però anche una grande occasione in termini lavorativi.
“La ferrovia non è più quella del Novecento, dove i macchinisti vivevano nel carbone e nell’olio. Il salto tecnologico degli ultimi due decenni ha visto anche una rivoluzione del sistema interno del lavoro, che richiede professionalità evolute con tecnici specializzati e una diversa gestione a livello normativo. Il tempo del lavoro industriale-artigianale è finito, ogni passaggio dev’essere certificato ai più alti livelli di sicurezza e con le agenzie preposte, anche perché il materiale rotabile è creato in maniera standard”. Cosa fare allora per rendere il sistema davvero efficace? “In Italia dobbiamo partire da quello che si sta facendo a Genova, ad esempio, con l’aumento del numero dei binari e una loro segmentazione. Da una parte i treni passeggeri, dall’altra fasci di binari a uso esclusivo delle merci. E va considerato il fatto che gli investimenti debbano essere portati avanti in toto, evitando la creazione di colli di bottiglia che incrociano i due traffici. La disponibilità oggi esiste, va sfruttato il momento per una crescita di lungo periodo”.
Leonardo Parigi