Nuovi impianti di alimentazione per i terminal portuali di Trieste, auto e bus elettrici, ma anche pompe di calore per le strutture e una nuova rete di alimentazione. Ma anche una migliore efficienza per l’illuminazione degli spazi portuali, e una consistente riduzione dei consumi. Progetti innovativi che guardano a tutto il Mare Adriatico, composti da diversi programmi europei e locali di sviluppo sostenibile, che stanno dando agli scali orientali italiani una nuova forma di valore “verde”. Intorno alla metà di Febbraio 2023, il porto di Trieste ha comunicato le caratteristiche del progetto “Smart Grid”, sviluppato da AcegasApsAmga e finalizzato a realizzare interventi straordinari per abbattere le emissioni di CO2 nell’area.
SmartGrid, aggiudicatario di un finanziamento del valore di 18 milioni di euro nell’ambito della missione 2 del PNRR, mira a realizzare interventi per favorire la riduzione delle emissioni abilitando l’incremento dell’elettrificazione dei consumi finali e aumentando la cosiddetta “hosting capacity”. Ovvero la capacità della rete elettrica di Trieste di accogliere e gestire energia da fonti rinnovabili. Le attività messe in campo saranno cruciali per le azioni di sviluppo sostenibile dei porti di Trieste e Monfalcone, che potranno portare a un’effettiva elettrificazione delle banchine con uno sviluppo coerente con il piano strategico di Terna per la rete locale. Ma non si punta solo al potenziamento della rete, perché una delle chiavi di volta del progetto sarà la realizzazione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, e a software innovativi che possano ottimizzare le attività di potenziamento. Tradotto: sprecare meno tempo, meno energia e meno ed efficientare la filiera. Ma oltre al progetto che riguarda lo scalo giuliano, l’Adriatico si caratterizza anche per altri programmi analoghi.
Il progetto “SUSPORT – Sustainable Ports“, finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Interreg Italia-Croazia 2014-2020, ha l’obiettivo di migliorare la performance ambientale e l’efficienza energetica dei porti adriatici di Italia e Croazia, realizzando azioni pilota in diversi ambiti quali il rumore, la qualità dell’aria e l’emissione di CO2. Con un budget totale di 7.142.000 euro, di cui 753.000 per l’Authority giuliana che è anche capofila del progetto, Susport vede coinvolti anche gli scali di Venezia, Ravenna, Ancona, Bari e Porto Nogaro, oltre ai principali porti croati – Fiume, Zara, Spalato, Ploče, Dubrovnik – nonché Enti di ricerca e Agenzie di promozione di entrambi i Paesi. Con la scadenza del progetto prevista per Giugno 2023, il progetto è ormai agli sgoccioli, e si possono iniziare a considerare i risultati raggiunti in termini di abbattimento della CO2.
Può sembrare poca cosa, rispetto alle enormi quantità di energia consumate da un porto. Ma, se è vero che “Gutta cavat lapidem”, allora le azioni di rivoluzione verde passano anche da piccole modifiche, che però pesano eccome nell’economia complessiva del sistema energetico. Come ad esempio la sostituzione di alcune auto del parco-macchine delle AdSP dell’area adriatica, sostituite con veicoli elettrici, o con l’installazione di numerose colonnine di ricarica. E poi: la sostituzione di vecchi impianti di illuminaziona portuali con nuovi sistemi a LED. Briciole, rispetto alla progettazione degli impianti di cold ironing di Trieste e Monfalcone, ma nel biennio 2021-2022, la quota di investimenti in progetti UE allocata dall’Authority giuliana nel settore green è stata pari a 6,7 milioni di euro.
Leonardo Parigi