Otto porti per un’isola. La Sardegna alla sfida del futuro dei porti per il turismo

I numeri del 2022, con l’anno che va verso la sua fine, saranno tutti da analizzare. E così lo sono i trend del mondo del turismo blu, tra crociere, traghetti, charter e hospitality.

Il mare della Sardegna

Da Olbia a Cagliari, passando per le due coste laterali. Otto porti in totale, con geografie e necessità differenti. Quali sono i piani di sviluppo per il turismo del prossimo futuro, a livello portuale?

deiana
Il Presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna, Massimo Deiana

“A differenza di altre Autorità di Sistema nazionali, quella sarda, per estensione e numero dei porti amministrati, è sicuramente la più complessa e, pertanto, necessita di attenta valorizzazione delle sostanziali differenze infrastrutturali, della specializzazione sui traffici maturata nei decenni precedenti dai singoli porti e delle esigenze dei territori di riferimento degli scali”. Il Presidente Massimo Deiana racconta la complessità della gestione di tanti porti di un’isola particolare come la Sardegna, che vive ancora la stagionalità come un dogma, sul lato del turismo. Ma i porti della Sardegna vivono diverse realtà, che coinvolgono anche territori economici particolari.

“Sicuramente partiamo da una base di traffico solida, con numeri da vertice della classifica nazionale – mi riferisco a 5 milioni di passeggeri (oltre le 20 miglia nautiche) complessivi in un solo anno – ed una portualità che ha saputo resistere alla crisi mondiale del Covid. A questo aggiungiamo l’impegno di una governance unitaria a livello regionale che ha punta a valorizzare il know-how professionale del cluster portuale. Punti di forza ai quali l’AdSP contribuisce attivamente con la cura di quello che definiamo l’hardware di sistema: banchine, piazzali, servizi, fondali. Aspetti sui quali abbiamo recentemente approvato un programma che, in soli quattro anni, pesa oltre 770 milioni di euro. Una ricetta che consentirà ai porti di Sistema di affrontare in salute e con vigore le sfide imminenti”.

Le navi da crociera stanno crescendo per capacità e grandezze, e i porti hanno necessità di coniugare le esigenze dei territori con gli sbarchi di migliaia di persone. Qual è la strada più sostenibile per il futuro del settore per la Sardegna?

“Quello crocieristico è il settore che, nell’ultimo decennio, ha fatto della sostenibilità il punto di forza per la propria crescita”, continua Deiana. “È sotto gli occhi di tutti l’enorme sforzo dei gruppi armatoriali sull’innovazione per abbattere le emissioni inquinanti, l’adozione di politiche di risparmio energetico, di studio di carburanti alternativi e di recupero e valorizzazione dei rifiuti di bordo. È sostanzialmente un turismo green su tutti i fronti. Dall’altro lato, abbiamo porti che arrancano dietro alla grande velocità con cui questa industria si evolve. A partire dalla corsa al gigantismo.

Dimensioni e pescaggi sempre più difficili da soddisfare, soprattutto in realtà come quella sarda, il cui patrimonio ambientale marittimo e costiero rappresenta la vera ricchezza per il turismo, e sul quale qualsiasi intervento è spesso vissuto come un tentativo di deturpamento. È quindi evidente il contrappeso allo sviluppo – che sottolineo deve essere sostenibile – di una burocrazia spesso anacronistica rispetto ad un mondo che viaggia in altra direzione, e che ci indebolisce di fronte a una concorrenza mediterranea spietata. Pertanto, la strada futura è quella di far sintesi tra aspettative di un settore già molto avanti nella sostenibilità ambientale ed un apparato burocratico e normativo che continua a guardare al passato”.

Il turismo globale sta cambiando, come traffici e come esigenze degli utenti. Cosa può offrire il sistema di accoglienza sardo in termini di rinnovamento, anche su porti e hub?  

“Oltre a servizi in linea con gli standard internazionali, il valore aggiunto è quello offerto dal territorio. È ampiamente nota l’alta qualità dell’esperienza turistica in Sardegna, garantita da un’offerta paesaggistica, storica, culturale ed enogastronomica inimitabile. È chiaro che l’accoglienza e tutte le attività ricettive connesse possono manifestare delle criticità, soprattutto in un’isola che, dai dati di porti e aeroporti, viene presa d’assalto da oltre 10 milioni di passeggeri in un anno, a fronte di poco più di un milione e mezzo di abitanti. I porti sardi sono il primo termometro di questo fenomeno turistico di massa, e la capacità di risposta è comunque e sempre positiva, con margini di miglioramento che, gradualmente, ricorrendo alle nuove tecnologie, quali, ad esempio l’infomobilità per ridurre l’impatto sulle arterie viarie, cercheremo di colmare nei prossimi anni”.

Quattro sponde per otto porti

Da Arbatax a Porto Torres, da Golfo Aranci a Oristano. Gli approdi delle grandi navi da turismo aumentano anche nel 2022. Quali sono le attività di AdSP per armonizzare flussi, spazi e crescita sostenibile del settore?  

“È bene chiarire che, al di là dell’offerta infrastrutturale e ricettiva di porto e territorio, è il mercato che decide la destinazione. Ciò che possiamo ribadire con convinzione è che la governance unitaria dei porti sardi e, quindi, una politica promozionale unica e ad ampio raggio, ha generato, nel caso specifico delle crociere, un fenomeno inedito di compensazione alle fisiologiche fluttuazioni del mercato.

In particolare, negli ultimi tre anni siamo riusciti a garantire una circolarità degli scali nave nei principali porti. Le perdite registrate da uno scalo d’eccellenza come Cagliari sono state compensate con una crescita su Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, ma anche con l’avvio di un nuovo mercato su Oristano ed Arbatax. Questo senza che la Sardegna perdesse il minimo appeal nel mercato. Anzi, la varietà dell’offerta ha fatto sì che si generassero nuove esperienze di multiscalo, ossia più toccate sui porti sardi nell’ambito di un unico tour nonché di overnight. Veri e propri moltiplicatori di promozione, di ricadute economiche, ma anche un importante investimento su un’immagine dell’Isola a 360 gradi”. 

Come investimenti in termini di innovazione e digitalizzazione, quali sono le operazioni portate avanti e cosa prevedete di sviluppare nel prossimo futuro?

L’impegno e l’abnegazione della struttura dell’AdSP ha consentito ai porti di sistema della Sardegna di ottenere circa 200 milioni di euro di fondi del PNRR. Parte di questi è finalizzata all’elettrificazione dei principali scali commerciali. Abbiamo recentemente aggiudicato la progettazione preliminare che ci restituirà un piano dettagliato di realizzazione degli impianti di rifornimento dell’energia alle navi e un’analisi approfondita su costi e benefici per la gestione degli stessi. È una scommessa importante, sulla quale profonderemo tutti gli sforzi e le attenzioni necessarie affinché sia adeguatamente funzionale alle esigenze dello shipping e dell’intera comunità portuale. Occorre, però, uno sforzo del settore cabotiero nazionale, adeguatamente sostenuto dalla politica, affinché l’innovazione avvenga in entrambe le direzioni, porto–nave e nave-porto.   

L’AdSP ha recentemente ricevuto la presidenza del Cruise & Ferry Port Network di Espo. Come si traduce questa nomina nella visione strategica dei porti sardi?

Valeria Mangiarotti

“La nomina conferita da ESPO alla nostra responsabile Marketing, Valeria Mangiarotti, già direttore dell’Ambiente di MedCruise, è un nuovo importante riconoscimento per il nostro Ente. Un ruolo di rilevanza internazionale a guida di un network che funge da collegamento tra tutti i porti di ESPO su temi della pianificazione delle infrastrutture, dei servizi per i passeggeri, delle relazioni tra porto e città, dell’ambiente e della security, ponendosi come interlocutore di riferimento rispetto al Parlamento Europeo e alla Commissione Europea.

II “Cruise and Ferry Port Network” si occupa, inoltre, di redigere il “codice di buone pratiche” che costituisce un riferimento per le strategie in materia di crociere e traghetti per i porti. Tutto ciò a conferma di come, ancora una volta, i Porti di Sistema, sostenuti dalla forte crescita dei traffici, si confermano al centro delle scelte strategiche delle politiche europee del settore crociere e passeggeri. Sarà un’occasione per far sentire più forte la nostra voce, portare su tavoli internazionali le problematiche che affliggono il settore e le ataviche criticità della portualità italiana”. 

Leonardo Parigi