“Il salto tecnologico che è in corso è enorme, e non è più negoziabile. Sia il privato sia il pubblico hanno capito che il futuro digitale è una necessità di base”. Il parere di Luca Abatello, Presidente e CEO di Circle Group, è netto. Con un’esperienza profonda nel settore digitale legato al mondo dei trasporti, la società genovese vanta una conoscenza approfondita del tema. “Gli ultimi due decenni hanno visto una crisi dietro l’altra, e con tempi di trasformazione sempre più rapidi. Pensiamo al 2008 e a quanto abbia inciso nel ridisegnare gli aspetti della società e delle aziende, seguita poi da diversi altri periodi di instabilità. Negli ultimi anni, parlando di trasporti, assistiamo a un’accelerazione su tutti i fronti: dalla pandemia al mercato dei noli, dalla crisi climatica alla guerra. Uno scenario che spinge inevitabilmente a un balzo tecnologico che non può che tradursi in nuovi sistemi di intelligenza artificiale, IoT, digitalizzazione complessiva”. Di termini come “tecnologia”, “sostenibilità” e “innovazione” sono pieni tutti i convegni e gli appuntamenti di settore. Ma la vera sfida sta nel tradurre in operatività i nuovi concetti. Anche perché il cambiamento è dato dal mercato e dalle richieste di tutti gli attori coinvolti, e l’attitudine stessa alla risoluzione del problema è diversa rispetto al passato.
“Le due parole fondamentali sono servizi federativi e logica predittiva”, prosegue Abatello, “ oggi, con le rotte che possono mutare e costi che subiscono sbalzi considerevoli, il mercato stesso è differente e necessita di questi aspetti. La digitalizzazione dei processi di trasporto non significa solamente tradurre in maniera informatica la documentazione necessaria, ma andarla a integrare in un complesso di alfabeti più ampia. Implementarla, cioè, con tutte le sue possibili connessioni. Le tecnologie possono essere innovative, ma da sole non possono cambiare il sistema nella sua totalità. Ecco perché occorre che siano impiegate con un pensiero diverso alla base (che nel nostro caso abbiamo chiamato “servizi federativi” appunto e “global supply chain visibility)”. Dopo il periodo più acuto della pandemia, il piano europeo del Next Generation EU (tradotto sull’Italia nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR), è giunto sull’Italia come una manna. Le ingenti risorse economiche messe a disposizione, tuttavia, hanno già riscontrato alcuni problemi di gestione, per la messa a terra dei tanti progetti infrastrutturali che attendevano da tempo il supporto necessario.
“Il PNRR è indubbiamente un’occasione incredibile per il nostro Paese, perché possa colmare alcuni gap e perché possa rendere efficienti i suoi corridoi logistici. Consideriamo soprattutto il trasporto ferroviario e multimodale, che grazie a investimenti importanti può beneficiare ampiamente dei supporti digitali. Ma da un punto di vista di componente immateriale, su alcuni aspetti l’Italia fa già meglio del Nord Europa. Non dimentichiamoci”, prosegue il CEO del Gruppo, “che abbiamo in casa competenze e specificità che fanno del nostro Paese un’eccellenza in molti settori”. Le differenze tra Nord e Sud italiani, tuttavia, è evidente su molti di questi aspetti. Ma uscendo dalle banalità, vediamo come, per esempio, “il corridoio logistico rapido tra Gioia Tauro e Bologna che abbiamo supportato a diventare full digital, sia in grado di dare un servizio efficace e veloce per collegare due dei centri nevralgici del trasporto italiano. Anche Taranto e Catania rappresentano primi esempi virtuosi di questa nuova fase tecnologica applicata al mondo intermodale nel sud Italia. Come sistema, dobbiamo identificare le necessità complessive del pubblico e del privato, intervenendo in maniera mirata su ciò che blocca il flusso più rapido. La regia pubblica, se avveduta e illuminata, può dare un impulso storico per la crescita dei territori e del valore che esprimono”, prosegue ancora Abatello, a capo dell’azienda quotata da ottobre 2018 sul mercato Euronext Growth Milan organizzato e gestito da Borsa Italiana.
Oltre al sistema logistico italiano, Circle è presente da molti anni su innumerevoli progetti europei. “Sul mondo digital ci sono iniziative importanti nel contesto comunitario”, sottolinea Alexio Picco, Managing Director di Circle Group. “Tra questi i progetti CEF FENIX; FEDERATED e IRAIL”, nella cornice dei quali Circle è coinvolta tra gli attori di primo livello. Ma lavoriamo anche sulla parte di supporto e consulenza alla Commissione Europea ad esempio per definire l’architettura complessiva del sistema di gestione del documento di trasporto elettronico come definito dal relativo Regolamento Europeo che è già approvato e sarà totalmente operativo dal 2024”. La transizione energetica non è da meno, e non dipende solo dalle notizie di attualità. “Negli ultimi due anni abbiamo investito molto in questa direzione, anche grazie all’acquisizione di Magellan Circle, che si occupa nello specifico di questi temi”. Di questi ambiti è partito di recente il progetto SEANERGY, un progetto Horizon Europe focalizzato sulla transizione energetica nei porti che ci consente di sviluppare strumenti per aiutare gli scali a diventare “Energy Hub”. Un progetto che si svilupperà sui prossimi tre anni, con un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro.
“Ma anche il progetto MedBAN è rilevante in tal senso: un programma che riguarda lo sviluppo della blue economy legato anche al concetto di economia circolare, che punta inoltre al recupero della plastica negli oceani. Il progetto, che conta al suo interno un consorzio di organizzazioni provenienti da Spagna, Francia, Portogallo, Italia e Grecia, punta infatti a incentivare le PMI di settore ad adottare nuovi processi e tecnologie, favorendo un’economia più green e digitale”. Oltre al mondo marittimo, Circle partecipa anche a nuovi progetti sul recupero dei materiali in ambito tessile, ma anche su progetti europei di transizione energetica e potenziamento tecnologico sull’economia circolare e sull’urbanistica in linea con il concetto del nuovo Bauhaus europeo. Segno che il nuovo corso della tecnologia è davvero arrivato, e che non può considerare un solo punto rispetto al contesto generale.
“I porti sono ecosistemi complessi”, prosegue ancora Picco. “Non sono più solo scali commerciali, ma si stanno adeguando anche a una nuova visione d’insieme. I porti si stanno trasformando in hub di produzione energetica, perché hanno le capacità, gli spazi e le competenze tecniche per raggiungere un nuovo status all’interno delle reti nazionali o regionali. La gestione dei Big Data, dell’IoT (Internet of Things) e del “Machine Learning” è uno strumento complesso che può dare enormi benefici, tanto più se esiste un connubio forte tra pubblico e privato”.
Leonardo Parigi