Genova – Sono passati quasi duecento anni, da quando la prima linea ferroviaria veniva inaugurata in Italia. La celebre Napoli-Portici impresse il nome di Ferdinando II non solo nella storia del suo regno, ma anche in quella del trasporto italiano. Dal 1839 sono cambiate molte cose, ma il treno, con tutte le sue novità, rappresenta ancora un approdo efficiente, veloce e sostenibile. Proprio di sostenibilità parliamo con Gianpiero Strisciuglio, nuovo Amministratore Delegato di Mercitalia Logistics.
All’inizio di Maggio è stato presentato il nuovo Piano Industriale 2022-2031 del Gruppo FS, con un valore totale di 190 miliardi di euro. Una cifra consistente che mira a rendere la struttura rail cruciale per lo svilippo del Paese.
«È così, e puntiamo a incrementare la quota del settore merci fino a raddoppiare lo share del 2019 entro il decennio», conferma Strisciuglio, alla guida della controllata Mercitalia proprio dal mese di Maggio, ma con un lungo passato all’interno del gruppo italiano. «Come gruppo crediamo molto nel ruolo dell’Italia come piattaforma logistica del Mediterraneo, e come Mercitalia vogliamo sviluppare le capacità di mercato del settore rail per trasformarci sempre più da commodity a servizio integrato».
In un territorio complesso e variegato come quello italiano, ricco di diversità ma anche di asperità montane e appenniniche, è fondamentale una visione d’insieme che sappia coniugare le esigenze di territori che vivono però di commercio anche globale.
«Dal primo all’ultimo miglio ferroviario, la nostra ambizione è quella di contribuire in maniera strategica all’intermodalità. Il treno ha avuto un effetto dirompente come fattore tecnologico, a livello di storia. Ma vive oggi un momento di grande ascesa, proprio in virtù delle sue capacità sostenibili. Il trasporto su ferro è verde per definizione, non impattando sull’ambiente per quanto riguarda l’inquinamento, ma non solo. Tutto ciò che possiamo trasportare su vagoni, anziché via gomma, rappresenta un vantaggio competitivo notevole in termini di armonizzazione con il territorio».
I 190 miliardi messi sul piatto dal Gruppo sono la dimostrazione plastica dell’ambizione e della visione olistica sul trasporto nazionale, che andrà anche a integrarsi con una rete europea sempre più performante.
«I porti e gli inland terminal sono hub strategici che vogliamo implementare e aiutare a crescere. Per farlo servono risorse importanti, a così dobbiamo guardare per forza a un complesso di nuove infrastrutture che possano garantire crescita e sostenibilità. Il collegamento ferroviario del Terzo Valico, atteso da molto tempo e ormai prossimo alla fine cantiere, è un emblema di ciò che vogliamo realizzare. In questo senso», prosegue Strisciuglio, «possiamo bypassare i problemi strutturali italiani che non possono risolversi in breve tempo, come il tema delle autostrade, andando invece in supporto degli enti e delle aziende che possono far crescere la quota italiana di shipping».
Con un piano di investimenti pari a 2,5 miliardi di euro, il Gruppo FS ha inoltre attuato un rilancio del trasporto merci nello specifico. Nell’arco di dieci anni circa verranno introdotti nuovi locomotori e oltre 4000 nuovi vagoni merci, riducendo ulteriormente le inefficienze e incrementando la qualità del servizio. Un servizio che punta a trasformare le ferrovie italiane in un vero operatore multimodale di sistema, in coordinamento con i terminal ferroviari, i porti marittimi e gli interporti su tutto il panorama nazionale. Capogruppo del polo logistico Fs, di cui fanno parte sette società operative a livello nazionale e internazionale, sarà Mercitalia Logistics che si avvarrà degli investimenti previsti per raddoppiare la quota di 43 milioni di tonnellate merci, movimentate dalla stessa nel 2021.
«Oltre alla visione d’insieme, il punto è quello di arrivare a proporre soluzioni door-to-door», continua ancora l’AD. «Vogliamo valorizzare al massimo le grandi partnership e tutte le realtà della catena logistica. Il basso impatto ambientale del nostro settore sarà ulteriormente migliorato e potenziato ache grazie a un efficientamento della linea, anche perché il mondo rail è tutt’altro che un attore passivo della supply chain. La quota di investimento che abbiamo presentato racchiude in sé tutte queste volontà e ambizioni, e siamo sicuri che potremo essere una leva sostenibile di grande crescita per tutto il Paese».
Leonardo Parigi