Genova – L’elettrificazione delle banchine è vista come la manna dal cielo, per chi vive di fronte a un porto. Dalle grandi portacontainer ai traghetti, i fumi e le emissioni del mondo marittimo certamente poco si accompagnano con la visione green che ha preso la nostra vita. E quindi il cold-ironing (l’elettrificazione, appunto) è sicuramente una valida alternativa rispetto ai classici fumi dei comignoli. Ma più ci si avvicina alla soluzione, più si alzano le voci di chi, a mente fredda, vede questa come una soluzione solo parziale.
«È un bene che si vada nella direzione per cui le navi nei porti possano non inquinare, siamo tutti concordi su questo punto», conferma Nunzio Rizzi, Executive Partner di Iris Technologies Services, distributore della tecnologia CAEM per l’Europa. «Però sappiamo anche che non tutte le navi in arrivo in uno scalo saranno in grado di attaccarsi effettivamente alla rete elettrica, che ci sono diverse esigenze a bordo e che questa soluzione potrà dare impatti positivi solo parziali».
CAEM, azienda americana con diversi operatori sparsi nel mondo, propone una soluzione più duttile, ma forse ancora più efficace. In sostanza, si tratta di una gru mobile che arriva sulla banchina a cui è ormeggiata la nave, e con un braccio estensibile riesce a catturare tutti i fumi derivanti dalla piena operatività della nave, che quindi può continuare a mantenere attivi tutti i sistemi di bordo. Il sistema di CAEM – chiamato ShoreKat per un funzionamento in banchina e METS su chiatta – è in grado di aspirare l’inquinamento con una riduzione del 99% delle Pm, del 95% del NoX e dell’85% di SO2. E il tutto si esaurisce in un cumulo di cenere – circa 1,7 kg. ogni MW prodotto dalla nave – che è totalmente inerte e può essere portato in discarica.
«La nostra azienda IRIS TECHNOLOGIES SERVICES ha base a Aix-en-Provence, in Francia, ma siamo già pienamente operativi in diverse nazioni, e anche in Italia abbiamo progetti in corso. Tutte le tecnologie di IRIS sono dedicate all’ambiente: dal trattamento delle acque ai disgregatori molecolari, in grado di pulire gli scafi con grande efficienza».
Per CAEM, Il paradigma legale è quello derivato dallo Stato della California, che sul tema ambientale in ambito marittimo ha i sistemi di controllo tra i più stringenti in assoluto.
«Semplicemente», continua Rizzi, affiancato da Jean-Paul Ingrassia, CEO di Iris Technologies, distributore esclusivo in Europa della tecnologia CAEM, «in California si è deciso di tracciare una linea retta: i porti devono essere fattori di cambiamento ambientale, e non arrivare in fondo alla catena logistica. Così il nostri sistemi ShoreKat e METS sono già entrati in funzione, garantendo agli armatori di poter essere in linea con le normative internazionali e contemporaneamente di poter purificare l’aria senza la necessità di costruire importanti infrastrutture che potrebbero comunque non bastare».
Il CARB (California Air Resources Board) crede nel sistema di CAEM, e lo ShoreKat e METS sono già in funzione dal 2015. Il braccio telescopico riduce il tempo di connessione a meno di 30 minuti. E il costo di capitale e di esercizio è minore.
«CAEM ha completato il suo piano di test approvato dal CARB con oltre 200 ore di acquisizione dati di test ottenendo l’approvazione finale al CARB per la certificazione e l’emissione di un ordine esecutivo».
Per il sistemo METS su chiatta, il progetto METS-3 (Marine Exhaust Treatment System), attualmente in produzione, entrerà in servizio nel porto di Los Angeles e in quello di Long Beach nel primo trimestre del 2023. Il METS-3 sarà una versione ancora più performante in termini di trattamento dei fumi e sul piano operativo. Dal 2015 il sistema ha già dato ausilio a oltre 430 navi, con più di 24.000 ore di cattura e trattamento dei gas di emissione, senza incidenti o segnalazioni di sicurezza.
«Il modo di lavorare sui porti è molto diverso, perché se decidiamo di orientare le attività portuali verso l’ambiente, serve cambiare tutto l’approccio e la visione delle azioni degli scali. Ciò che proponiamo è una sintesi tra le attività business-oriented degli operatori e degli armatori e le necessità delle istituzioni di regolamentare un sistema complesso».
Oltre il 70% delle componenti degli impianti CAEM sono prodotti in Europa, e la metà di essi verranno assemblati in Italia.
«Il sistema CAEM è referenziato dalle venti maggiori compagnie marittime mondiali: da CMA-CGM a COSCO, e poi MOL, HYUNDAI merchant marine (HMM), MSC, WAN HAI, OOCL, YANG MING line, oltre ai suddetti porti californiani di Los Angeles e Long Beach. A breve saremo anche a San Diego, una novità che si realizzerà nel 2023».
Un’opportunità in più per la particolare geografia italiana, che oltre alla produzione potrebbe anche guardare con interesse a una soluzione “leggera” ma altamente performante, specialmente per quanto riguarda le isole e i collegamenti diretti dei traghetti e ro-ro.
«Il METS-3 può raggiungere le ciminiere di navi da 23.000 TEU, fino ai più piccoli traghetti, breakbulk o passeggeri. Il sistema è stato progettato per soddisfare tutti i criteri di sicurezza anche per le navi cisterna di liquidi infiammabili, proprio grazie alla sua duttilità e flessibilità».
Tutte le informazioni sono disponibili su www.iris-enviro.com
Leonardo Parigi