“Osservando la situazione in Italia, negli ultimi 60 anni le importazioni nette di energia sono state mediamente superiori al 75%. Guardando invece il mix energetico nazionale per la produzione di energia elettrica del 2020, le fonti rinnovabili si posizionano al primo posto (45%) seguite da gas naturale (42,3%) e carbone (6,3%). Da questi numeri, si comprende come sia necessario operare su due livelli: occorre diminuire l’utilizzo delle fonti fossili in favore delle fonti rinnovabili, che devono pertanto essere sviluppate”. A sostenerlo è Marco Garbero, General Manager di Axpo Energy Solutions Italia.
Il porto è un mondo particolare, con intorno a sé spesso intere città. Che cos’è il progetto Hub Green Ports e come agisce Axpo al suo interno?
“Si tratta di progetto che nasce con l’obiettivo di creare un modello virtuoso di integrazione fra porti e città nonché di assicurare una crescita armonica delle strutture portuali in chiave ecosostenibile. È incentrato su un uso consapevole del territorio attraverso, per esempio, una gestione dell’energia da fonti rinnovabili, una progressiva elettrificazione, il rispetto del fondale marino, una migliore connessione del porto alla città. L’obiettivo è creare efficienza in ambito portuale con ricadute positive sui quartieri circostanti, la città, il territorio. Come Axpo Italia siamo oggi in grado di mettere a disposizione di tutte le nostre controparti (che siano aziende di tutte le dimensioni così come enti pubblici) soluzioni per l’efficientamento energetico, la mobilità elettrica e l’abbattimento della CO2. Lo facciamo tramite Axpo Energy Solutions Italia, la ESCo di Axpo Italia che lavora specificamente a progetti di questo genere. In fatto di mobilità, al netto delle moltissime case history attive nelle aziende italiane, abbiamo lanciato a settembre 2021 il primo progetto di colonnine per la ricarica pubblica di mezzi elettrici raccogliendo quella che si è rivelata una sfida tanto complicata quanto stimolante, nella città di Roma. Il progetto di colonnine di ricarica pubbliche di Axpo Italia a Roma nasce con l’obiettivo di favorire la mobilità intermodale, con una logica di sistemazione dei punti di ricarica della città che favoriscano lo scambio con la rete di mobilità pubblica. È ovvio che sui porti questo discorso non è fattibile ma i principi di sostenibilità e mobilità efficiente, nascono dalle stesse fonti di ispirazione”.
Oggi il tema energetico è nuovamente in cima alla lista delle priorità di tutte le nazioni. Quali sono, secondo voi, i margini di miglioramento per avere delle reti energetiche efficienti, green e competitive, a livello nazionale/internazionale come a livello europeo?
“Innanzitutto, è necessario compiere un’analisi delle reti energetiche per individuare le soluzioni tecnologiche con cui renderle più efficienti, sostenibili e resilienti. Ad esempio, nel 2020, l’Unione Europea ha prodotto autonomamente il 42% della propria energia, mentre il 58% è stata importata. In aggiunta, il mix energetico era composto per oltre il 70% da combustibili fossili, con le rinnovabili a quota 17%. Osservando invece la situazione in Italia, negli ultimi 60 anni le importazioni nette di energia sono state mediamente superiori al 75%. Guardando invece il mix energetico nazionale per la produzione di energia elettrica del 2020, le fonti rinnovabili si posizionano al primo posto (45%) seguite da gas naturale (42,3%) e carbone (6,3%). Da questi numeri, si comprende come sia necessario operare su due livelli: occorre diminuire l’utilizzo delle fonti fossili in favore delle fonti rinnovabili, che devono pertanto essere sviluppate. Queste ultime, infatti, permettono di creare catene di approvvigionamento più stabili a livello geopolitico rispetto a quelle fossili, favorendo, allo stesso tempo, la produzione e il consumo di energia in ambito locale. In più, serve ottimizzare l’uso complessivo delle risorse, in un’ottica di riduzione degli sprechi e delle inefficienze. In questo modo, è possibile effettuare una transizione energetica sostenibile a 360°. Inoltre, bisogna ricordare che i programmi internazionali (come il pacchetto “Fit for 55” e il piano “RePowerEU”) e nazionali (come il PNRR) hanno fornito delle linee guida precise con cui compierla. Si tratta di una scelta politica, ma anche economica: i combustibili fossili diverranno sempre più complessi da estrarre e trasformare, con conseguenze rilevanti dal punto di vista dei costi, mentre le rinnovabili già oggi propongono tariffe competitive anche in assenza di incentivi governativi”.
Da semplice fornitore di energia a player con capacità diverse e più sofisticate. Qual è stata e come si sviluppa la crescita di una realtà come Axpo Energy Solutions?
“Il percorso di crescita di Axpo Energy Solutions Italia si inserisce nel filone più ampio dell’evoluzione del settore energetico. Gli operatori non ricoprono più soltanto il ruolo di energy provider, ma anche quello di energy advisor chiamati a fornire strumenti e servizi su misura per soddisfare il fabbisogno della clientela, con un occhio di riguardo per le prestazioni ambientali ed economico-finanziarie. Per questo motivo, Axpo Energy Solutions Italia si è focalizzata sin dalla sua nascita sul concetto di efficienza, offrendo servizi con cui, a partire dalla consulenza (come la diagnosi e il monitoraggio energetico), si possono individuare successivamente gli interventi da compiere (in funzione degli investimenti) per migliorare le performance energetiche, ottenendo peraltro un risparmio. Le soluzioni che mettiamo a disposizione sono molteplici: dai certificati d’emissione alla riqualificazione energetica degli edifici (incluso il supporto per l’accesso agli incentivi previsti da Ecobonus e Superbonus), passando per gli impianti di cogenerazione, trigenerazione e fotovoltaici, fino ai pacchetti per la mobilità elettrica. Oltre a questi servizi, Axpo Energy Solutions Italia è attiva sui temi legati all’innovazione e alla transizione energetica, tra cui il demand-response (UVAM) la generazione distribuita (smart grid). E proprio le comunità energetiche rappresentano un ambito ad alto potenziale per ridurre le emissioni e i consumi, rendendo più pratico l’accesso alla transizione green da parte di imprese e cittadini, trasformandoli da consumatori di energia (consumer) in figure attive nel processo produttivo e nell’utilizzo (prosumer)”.
Dal cold ironing all’elettrificazione degli strumenti portuali, gli scali italiani possono essere davvero trasformati e diventare più sostenibili?
“In Axpo Energy Solutions crediamo che la transizione sostenibile, per essere realmente efficace, debba rispettare il principio di inclusione energetica. In questo senso, i porti italiani offrono rilevanti opportunità sul fronte dell’efficientamento energetico. Attraverso il progetto Hub Green Ports, desideriamo pertanto dare il nostro contributo in modo da migliorarne le prestazioni ambientali, garantendo un approvvigionamento di energia pulita e infrastrutture di ricarica a disposizione dei veicoli che vengono impiegati in questi luoghi. In particolare, l’elettrificazione delle banchine (cold ironing) rappresenta un processo molto importante. Difatti, il PNRR prevede investimenti per 700 milioni di euro dedicati a questa missione, con l’intento di ridurre al minimo la dipendenza dai combustibili fossili e l’impatto ambientale nel settore dei trasporti marittimi (Vi sono inoltre 270 milioni di euro per interventi con cui incrementare la sostenibilità dei “Green Ports”). Più precisamente, il cold ironing permetterebbe di creare sistemi per fornire energia elettrica dalla riva alle navi durante la fase di ormeggio, andando a ridurre l’utilizzo dei motori di bordo per la produzione di energia ausiliaria, facendo diminuire i livelli di inquinamento atmosferico (come le emissioni di CO2, gli ossidi di azoto e le polveri sottili) e acustico. Attualmente, però, la presenza delle banchine elettrificate è piuttosto limitata e, laddove presenti, non sono in grado di alimentare navi di grandi dimensioni, come traghetti e portacontainer, ma alimentano ad esempio le gru per la movimentazione delle merci e i terminali dedicati alla riparazione navale. Mediante il progetto Hub Green Ports, desideriamo allargare i benefici potenziali generati dal cold ironing alle grandi imbarcazioni e implementare una strategia di energy management all’interno dei porti. Diventa così necessario unire impianti per la produzione di energia rinnovabile (con cui rifornire gli scali) con la rilevazione dei dati di consumo di energia elettrica e termica, gli interventi di efficientamento e la creazione di sistemi di management e controllo digitali delle infrastrutture energetiche (come cabine elettriche e attrezzature di banchina). In questo modo, è possibile accelerare il processo di decarbonizzazione dei porti, in linea con gli obiettivi stabiliti nel PNIEC. Un’altra sfida è rappresentata dall’uniformità dei sistemi di distribuzione d’energia che deve essere garantita tra navi e banchina per valorizzare al meglio il cold ironing”.
Il porto è solo un punto di arrivo delle merci, a livello energetico, o può essere un motore sostenibile di nuova energia per il territorio?
“Il porto può diventare un luogo di produzione e di utilizzo di energia, abilitandosi come “prosumer” a tutti gli effetti e assumendo quindi un ruolo molto più strategico rispetto alla “pura” funzione logistica. A tal proposito, l’elettrificazione delle banchine richiede lo sviluppo di impianti di produzione rinnovabile (ipotizzati fino a 1 MW nel programma Hub Green Ports) per soluzioni di autoconsumo o in modalità SEU (sistemi efficienti di utenza), ovvero per fornire energia a un singolo utente. Un’altra opportunità per il cold ironing è rappresentata dai PPA, accordi di lungo termine per l’acquisto di energia rinnovabile a prezzo fisso oppure la compartecipazione del porto all’interno di una comunità energetica. Le opzioni elencate sono interessanti proprio perché permettono a uno scalo portuale di intraprendere vari percorsi per il proprio approvvigionamento energetico: avviando una produzione in loco di energia per il proprio consumo o acquistandola all’esterno (sempre in modo sostenibile, grazie ai certificati di origine). In più, adottando lo status di comunità energetica, il porto s’impegna non solo sul fronte dell’energia sostenibile, ma anche a garantire benefici sociali ed economici nel territorio in cui è collocato. Altre soluzioni interessanti per la transizione energetica riguardano la mobilità elettrica a servizio del personale interno al porto o di altri utenti (ad esempio turisti) anche attraverso formule di affitto e sharing, così come l’installazione di pannelli solari sui tetti o sulla pensilina. Non solo per l’autoconsumo ma anche abbinati alla ricarica dei mezzi di trasporto (di terra o di acqua, a seconda della potenza delle infrastrutture adibite al rifornimento). Le prospettive sono quindi positive per poter assistere a una profonda trasformazione dei porti italiani in chiave green”.
Leonardo Parigi