Genova – “I am convinced that the old growth-model that is based on fossil-fuels and pollution is out of date, and it is out of touch with our planet. The European Green Deal is our new growth strategy – it is a strategy for growth that gives more back than it takes away”.
Il discorso della Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, lo scorso Dicembre 2019, dava una direzione ben precisa a quello che sarebbe stato il futuro del continente, e non solo per una particolare attenziona all’ambiente. Sappiamo, nostro malgrado, la piega che ha preso la realtà quotidiana nei due anni seguenti. Ma la strada tracciata da Bruxelles non ammette cambi di direzione. Dall’industria al consumo privato, tutti i membri dell’Unione dovranno dotarsi rapidamente di normative, strutture, investimenti e cambi di mentalità in direzione di un futuro più verde e sostenibile. Una scelta non soltanto data dall’attenzione all’ambiente, ma una prospettiva di crescita in innovazione, strategica anche per creare nuovi vantaggi competitivi con i competitor.
All’interno di questo quadro si interseca il progetto 2Zero, un’iniziativa europea finanziata dal settore automotive, a cui partecipano tutti gli stakeholder del settore per lo sviluppo di veicoli a emissioni zero. Andrea Condotta, Public Affairs & Innovation Manager di Gruber Logistics, è anche Vice-Chairman del progetto, e ci spiega più nel dettaglio le attività di 2Zero.
«Istituita sulla base dell’articolo 10 del regolamento Horizon Europe, “Towards zero emission road transport” (2Zero) ha iniziato le sue attività nel giugno 2021, andando a rafforzare le iniziative già in campo su questi temi. La partnership punta a implementare un approccio di sistema integrato che vuole non soltanto studiare, ma anche andare a creare progetti operativi. Dai veicoli elettrici a batteria a quelli a celle di combustibile, 2Zero vanta ben 5 piattaforme tecnologiche (ERTRAC, EPoSS, ETIP-SNET, ALICE e Batteries Europe) su cui poter contare per estendere il suo campo di azione, così da dare un quadro chiaro su qualunque mezzo si trovi sulle strade in futuro».
Se tutte le aziende automotive sono già impegnate nella ricerca e nello sviluppo di nuovi sistemi e nuove applicazioni tecnologiche, perché serve un consorzio pubblico/privato sul tema?
«Proprio per questo, per evitare i gap dovuti alla libera concorrenza tra le compagnie. 2Zero si focalizza su ciò che è ricerca, su ciò che non è sul mercato. Si arriva fino al prototipo, e poi, anche come schema di finanziamento UE, viene incanalato verso altre fonti. Nello specifico, nei prossimi mesi 2Zero vedrà finanziato un progetto sui mezzi pesanti elettrici (oltre le 40 tonnellate) per poterli avere su strada nell’arco di 2 o 3 anni, che possano avere un’autonomia di oltre 750km. Tutte le aziende che partecipano all’iniziativa sono ovviamente interessate ad avere un quadro più completo, anche su quelli che saranno i trend del prossimo futuro, potendo contare su una platea più ampia di portatori d’interesse».
Il gruppo di lavoro che sottende al progetto, in realtà, opera già in comunione da circa dieci anni, ma l’apertura alle aziende della logistica e agli utilizzatori del mondo shipping è avvenuta lo scorso anno, caldeggiata dalla Commissione Europea. Un fatto sicuramente positivo, se consideriamo che proprio una visione globale del tema può portare l’Europa a ottenere vantaggi competitivi su altre realtà come Cina o Stati Uniti, potendo inoltre contare su un sistema logistico integrato a livello continentale.
Dai porti del Nord Europa a quelli greci, francesi o italiani, le merci viaggiano all’interno dell’Unione su ferro, aereo e gomma, ma la tecnologia può spingere nella direzione indicata dalla Commissione solo se ci sarà una visione d’intenti che sappia coniugare tutte le esigenze.
«Il cambiamento in atto sul settore automotive è davvero importante. La parte ambientale si coniuga con un mix di alta tecnologia, e l’automazione a bordo porterà anche necessari cambiamenti per i conduttori. Quando penso a un determinato tragitto o territorio dovrò considerare la logistica del cliente, le sue necessità e i suoi bisogni. Con un motore diesel o ibrido non ci sono grandi problemi, ma se considero un mezzo di grandi dimensioni full electric dovrò anche ragionare sulla tipologia di tragitto, per capire le pendenze e l’autonomia necessaria».
La rivoluzione su strada è alle porte, e per una volta il mondo delle istituzioni è già operativo per un supporto pratico ad aziende e operatori.
Leonardo Parigi