A metà giugno, la Commissione Europea ha approvato il regime italiano da 570 milioni di euro per incentivare le navi a utilizzare l’elettricità erogata da reti elettriche terrestri quando sono ormeggiate nei porti. La misura contribuisce a “ridurre le emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento atmosferico e acustico, conformemente agli obiettivi del Green Deal europeo”. L’obiettivo è quello di “incentivare gli operatori navali a collegarsi alle infrastrutture elettriche terrestri quando le navi sono ormeggiate nei porti marittimi per alimentare i servizi, i sistemi e le attrezzature a bordo. Il regime sarà in vigore fino al 31 dicembre 2033”. Una marcia in più per il cold-ironing, che rischia sempre più di essere totalmente operativo quando già il settore avrà a disposizione carburanti e risorse tecniche in grado di abbattere in autonomia le emissioni nocive, in fase di stazionamento nei porti.
Il sostegno europeo assume la forma di una riduzione fino al 100% dei cosiddetti “oneri generali di sistema”, inclusi nel prezzo dell’energia elettrica per finanziare determinati obiettivi di politica pubblica, tra cui le energie rinnovabili. La riduzione comporterà un prezzo dell’elettricità più basso per gli operatori navali quando acquisteranno elettricità da terra e porterà il costo dell’elettricità a un livello competitivo con il costo di produzione di elettricità a bordo tramite motori alimentati a combustibili fossili. L’Italia si è impegnata a istituire un meccanismo di monitoraggio annuale per verificare la differenza tra i costi effettivi di acquisto di elettricità da terra e i costi effettivi di autoproduzione di elettricità utilizzando. E nel frattempo proseguono i cantieri di ammodernamento dei moli su tutta la penisola.
Nel 2025 il molo Garibaldi alla Spezia sarà attrezzato per il cold-ironing, come sostenuto dal presidente dell’AdSP del Mar Ligure Orientale Mario Sommariva. “Il governo sta investendo 700 milioni sul cold ironing e non saranno gli ultimi”, affermava il viceministro Rixi lo scorso aprile. “Finirà il Pnrr ma inizieremo altri programmi perché c’è la necessità di andare verso zero emissioni sul sistema marittimo e nel frattempo vengono progettati anche depositi di Gnl e si apriranno e si sono già aperti, dal G7 in avanti, tavoli di discussione con gli operatori per andare a individuare quelli che saranno i nuovi carburanti su cui investire di più”. Rixi sottolineava anche: “Sto cercando di portare il cold ironing non solo alle navi, ma anche su tutta la cantieristica navale. Sarebbe importante la diminuzione delle emissioni anche per chi svolge attività all’interno del porto come la cantieristica navale, per rendere più compatibile la presenza di attività per noi indispensabili con la città”.
Sempre recente è la notizia del contratto di appalto per la progettazione e l esecuzione dei lavori per l’elettrificazione delle banchine nel porto di Termoli, con un costo complessivo coperto con i fondi del piano nazionale per gli investimenti complementari a integrazione del Pnrr per un totale di 6 milioni di euro. Ad aprile i lavori per la realizzazione di tre impianti di cold-ironing sono stati avviati per le banchine pubbliche, il Molo Polisettoriale e il pontile Eni del porto di Taranto. E così, è stato aggiudicato l’appalto del valore di oltre 50 milioni per la progettazione definitiva, esecutiva e la realizzazione dell’impianto di on-shore power supply per l’alimentazione elettrica delle navi in sosta nei porti di Cagliari.
Leonardo Parigi