Cold-ironing e non solo: i porti di Venezia e Chioggia si scoprono green

Il Cold Ironing – altrimenti detto “on shore power supply” – corre in laguna: entro il 31 marzo 2024, infatti, tutti i progetti finanziati dal Fondo Complementare-PNRR per oltre 90 milioni di euro (e che consentiranno l’ormeggio sulle nostre banchine “a motori spenti” in quanto ci sarà collegamento con alimentazione elettrica) verranno assegnati, nel pieno rispetto del cronoprogramma stabilito dalle procedure di accesso ai finanziamenti. L’ambizioso programma di elettrificazione delle banchine portuali di Venezia si articola in cinque progetti distinti.

Per quanto riguarda l’area di Fusina si tratta di un bando aperto per 20 milioni di euro relativo alla progettazione ed esecuzione lavori. Il progetto dell’area relativa a Canale Nord-Sponda Nord (l’area che verrà recuperata e messa a valore dal Commissario Crociere per la nuova Stazione marittima) è stato incardinato tramite una procedura ristretta atta a raccogliere le candidature dei soggetti interessati per un valore di 20 milioni. Di uguale tenore il finanziamento relativo al bando aperto per la stazione Marittima mentre le due aree del centro storico interessate dall’elettrificazione delle banchine – Riva Sette Martiri e San Basilio (area waterfront) – usufruiranno di un finanziamento pari, rispettivamente, a 3.6 milioni di euro per un appalto integrato per l’esecuzione lavori e 5 milioni di euro per la progettazione ed esecuzione lavori.

Al termine dei lavori, gli accosti elettrificati saranno dodici per yacht a Venezia presso San Basilio e Riva 7 martiri, quattro dedicati alle navi da crociera a Venezia presso Marittima, quattro per navi da crociera o navi Ro/Ro presso Fusina e due – i più potenti potendo contare sull’erogazione di15 MW – a Marghera Canale Nord-Sponda Nord. Inoltre, è in fase di progettazione un ulteriore accosto per navi da crociera e uno dedicato invece a navi fluviali nello scalo di Chioggia.

Ma non è solo l’elettrificazione delle banchine – che pure comporta una riduzione delle emissioni di CO2 di almeno il 30% e grosse riduzioni delle emissioni degli altri contaminanti atmosferici – a evidenziare l’attenzione posta sulla tutela dell’ambiente lagunare dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale. La sostenibilità è stata infatti integrata negli indirizzi strategici dell’Ente a partire dal 2021, diventando il core del Piano Operativo Triennale 2022-2024: interventi per il contenimento emissioni e l’efficientamento energetico, assessment emissioni GHG e monitoraggio consumi energetici, sviluppo di progetto in ambito idrogeno (Hydrogen valley) e sviluppo della catena logistica del GNL come carburante alternativo.

Nei fatti, l’Autorità di Sistema Portuale ha rinnovato, con tutte le Compagnie di navigazione crocieristica, l’accordo volontario “Venice Blue Flag” che prevede per il funzionamento dei motori principali e ausiliari delle navi passeggeri  il ricorso a combustibile per uso marittimo con tenore di zolfo non superiore allo 0,1 % in massa al momento dell’ormeggio, durante la navigazione prima dell’ingresso in area VTS Venezia e in ogni fase di manovra all’interno dell’area portuale di Venezia, Marghera e Chioggia. Inoltre, l’Ente ha appena concluso la revisione del DEASP (Documento di pianificazione energetica e ambientale), per la definizione della Carbon footprint e per l’individuazione di azioni e misure – quali ad esempio il ricorso ad energie rinnovabili, l’ottimizzazione e l’ammodernamento della rete elettrica e la sostituzione di mezzi a combustione con mezzi elettrici o a idrogeno – finalizzate a ridurre, per ogni “comparto emissivo” dell’ambito portuale, le emissioni di CO2.

Inoltre, l’Autorità di Sistema, nell’ambito del progetto europeo “Ealing”, ha redatto un “Green power supply plan” per individuare possibili fonti e modi per approvvigionarsi di energia “verde”. A tutto questo vanno aggiunti gli interventi logistici già avviati o in fase di progettazione per il potenziamento e l’efficientamento delle connessioni del sistema portuale che assegnano priorità alle infrastrutture ferroviarie e all’intermodalità per fluidificare i flussi e incrementare al massimo l’utilizzo di modalità green.

Non è un caso quindi se, l’impegno dell’Autorità di Sistema Portuale, è stato recentemente riconosciuto da RINA che ha rinnovato, nel febbraio 2024, il certificato di conformità alla norma ISO 14001:2015 riconoscendo l’impegno dell’Ente nell’aumentare sempre più la compatibilità fra lo sviluppo del porto e la salvaguardia dell’ambiente, riducendo gli impatti ambientali e tutelando la biodiversità e il paesaggio, in cui il sistema portuale risulta inserito. Perché la sostenibilità del trasporto marittimo, un rinnovato rapporto con le comunità, la ricerca di soluzioni logistiche e produttive innovative non sono scelte ma elementi necessari per accrescere la competitività degli scali e produrre valore aggiunto – economico, sociale, ambientale – per il Paese.