Con la logistica intermodale al centro delle strategie europee per la decarbonizzazione, quali sono i principali trend individuati dall’azienda in questo periodo, e cosa si aspetta per il futuro del settore?
“Dal 2011 abbiamo introdotto soluzioni di logistica intermodale nel settore dei trasporti siderurgici e materiali metallici, e quindi non possiamo che vedere di buon occhio questo trend che rimane comunque estremamente dipendente dal fattore infrastrutturale, e quindi dai costi necessari ad attivare i vantaggi di scala”. Paolo Magli, Presidente del Gruppo MIS – Magli Intermodal Service, prosegue: “Per MIS, intermodalità vuol dire anche investimenti in un equipment speciale con cui aiutiamo i nostri clienti del settore siderurgico e dell’acciaio a migliorare il proprio contributo all’economia circolare. Le nostre casse intermodali sono state prodotte in Italia e disegnate per trasportare sia prodotto finito che materiali di scarto/rifiuti, che vengono utilizzati nella produzione di acciaio verde di cui l’Italia è leader. Abbiamo sviluppato la nostra offerta cercando di limitare una delle inefficienze maggiori del settore: il trasporto d’aria. Tornando alla strategia utile alla decarbonizzazione, molto passa dall’aumento di capacità nei terminal intermodali di scambio. Stiamo investendo con i nostri partner nel terminal di Montiorone a Brescia con l’obiettivo di raddoppiare la capacità di movimentazione, e quindi ampliare il numero dei servizi attivi sui principali corridoi internazionali.
Infine non possiamo dimenticare che l’intermodalità è collegato ad un uso efficiente del traporto stradale sull’ultimo miglio. Su questo fronte, gli investimenti riguardano l’ammoderno di una flotta di mezzi più moderna e sicura, e quindi più efficiente, che nel caso di MIS ha raggiunto 160 veicoli pesanti e 250 semirimorchi. I vantaggi si misurano non solo nelle minori emissioni ma anche nella possibilità di avere personale viaggiante performante proprio perché i mezzi sono dotati di elementi di sicurezza attivi e possono essere condotti con minore sforzo. L’approccio all’intermodalità è quindi un tema sistemico dove bisogna allineare molte componenti hard e soft”.
Quali sono i numeri e i principali obiettivi di MIS da qui al 2024, in termini di crescita?
“Rimanendo sul tema dell’intermodalità, gli sviluppi sono principalmente due. In primis abbiamo creato MIS Rail, l’azienda ferroviaria che diventerà operante a partire dal 2024 nell’ambito delle manovre terminalistiche per poi completare la certificazione sui servizi di linea. Un ulteriore impegno di integrazione sull’offerta logistica al fine di controllare il più alto numero possibile di fattori che possano determinare la performance del servizio erogato al cliente. Il secondo punto riguarda l’espansione di capacità del terminal di Montirone, dove è previsto un ampiamento da 50.000 a 107.000 m2 di piazzale con 4 binari da 600 m cadauno. A questo investimento è collegato lo sviluppo della business unit MIS OPEN NETWORK che abbiamo lanciato nel 2022 come MTO e con l’obiettivo di offrire ad altri operatori logistici e trasportatori servizi indipendenti di trasporto intermodale”.
In base agli ultimi dati del Logistics Performance Index, l’Italia appare indietro a Spagna, Belgio, Francia e Germania per quanto riguarda l’efficienza delle performance del settore. Dove possiamo migliorare e cosa occorre fare?
“Il dopo Covid ha creato dinamiche estremamente complesse per il settore, a partire dalla mancanza cronica di personale operativo, all’aumento dei costi energetici e in generali su molti fattori di servizio che sono soggetti a forme inflazionistiche. Il mercato passa con grande velocità di picchi di domanda a flessi, e quindi gli operatori devono sviluppare una flessibilità e resilienza che sulle medie e piccole dimensioni non è sempre facile trovare. Il settore, lo diciamo da sempre, deve riconquistare una centralità agli occhi dei committenti come elemento che crea valore e non come semplice costo da ridurre. Siamo un pezzo della competitività di qualsiasi filiera industriale, e dobbiamo essere in grado di programmare investimenti e processi insieme alla committenza. La logistica conto terzi è un fattore di posizionamento strategico fondamentale. Su questo la differenza continueranno a farla le persone, la loro professionalità e formazione. Le aziende della logistica devono investire su questo fattore strategico e aumentare la capacità di attrazione di talenti e quindi innovazione”.
Le linee ferroviarie sono cresciute molto come direttrici di traffico da alcuni porti, e gli interporti stanno avendo un ruolo sempre più determinante. Quali sono, secondo l’esperienza di MIS, i punti nevralgici più sensibili del settore?
“Gli interporti sono l’anello determinante per la performance logistica di qualsiasi collegamento intermodale. Sia a destino che in partenza. Il costo delle manovre è spesso troppo elevato se paragonato ai costi di linea sulle medie distanze. La formazione e gli investimenti in tecnologia sono fondamentali ma devono essere affiancati dall’eliminazione dei colli di bottiglia che sono ancora troppo presenti nei porti. Gli obiettivi sono chiari a tutti ma occorre accellerare nei tempi perché il rischio di essere tagliati fuori da alcuni corridoi internazionali è sempre molto alto e non dobbiamo solo guardare al nord ma sempre di più anche ad est dei nostri lidi”.
Leonardo Parigi