La logistica come base per la crescita, la lettura di Ignazio Messina per il settore

“Se parliamo di previsioni sull’anno, possiamo dire che se da una parte il nostro Gruppo si è mosso con attenzione e ha saputo diversificare, dall’altro le incertezze del nostro settore sono così tante che è difficile fare un bilancio chiaro”. Ignazio Messina, Amministratore Delegato della Ignazio Messina & C. S.p.A., guarda a un orizzonte più ampio, se gli si chiede una lettura del presente. Con un 2022 da record alle spalle, l’azienda registra oggi numeri più che positivi per i rotabili, ma vede anche nel futuro un’ampia serie di incertezze. “Guardiamo ai numeri: nonostante lo scorso anno sia stato incredibile per il traffico container, con i noli schizzati alle stelle fino a 20.000$ a unità, in realtà sappiamo che già dal Maggio 2022 avevano iniziato una lenta discesa. Discesa che si è poi acuita nell’ultimo periodo, diventando drammatica se parliamo di rotte extra Suez. Sappiamo che un anno così è difficilmente replicabile, e che o avverrà a breve, o non ci sarà più. Ma al di là del mero dato commerciale, non possiamo non vedere come ci siano anche dei movimenti particolari nel mondo dello shipping, che non hanno un riscontro a livello di mercato”.

Riavvolgendo il nastro: le car carrier ora in circolazione sono poche, rispetto alla richiesta mondiale. E molte compagnie fanno viaggiare le auto direttamente nei container, per ovviare al problema di scarsità. “Entro la fine del prossimo anno entreranno sul mercato tante nuove navi”, prosegue Messina, “e quindi anche i RoRo avranno una naturale flessione. Oggi la crescita del settore è notevole, anche se non è mai arrivata ai prezzi incredibili dei contenitori dello scorso anno. Ma a un operatore medio-grande come noi, consente di bilanciare il crollo dei noli dei container. Una volta che ci sarà più offerta, si ritornerà anche qui a un prezzo di mercato più basso, com’è ovvio. Quello che è particolare, però, è che i prossimi due anni non sono visti affatto come un periodo roseo per lo shipping container. Eppure, non si trovano navi a noleggio o in vendita. O i grandi player globali si aspettano qualcosa che gli altri non sanno, oppure hanno in mano una qualche operazione, che al momento appare nebulosa e non visibile. Da questo frangente viene l’incertezza nella quale ci muoviamo, per quanto il nostro Gruppo sia stato in grado di muoversi su diversi fronti con una forte diversificazione”. 

Investimenti e crescita

La logistica è sempre più perno di crescita per le economie dei grandi distributori e delle economie regionali, e come tale deve necessariamente innovare e leggere il cambiamento tecnologico in atto. “Motivo per il quale i nostri investimenti in questo campo sono stati notevoli. Oltre agli investimenti sui nuovi mezzi e sullo sviluppo di alcuni hub logistici, che stiamo cercando di creare anche in altri Paesi come Spagna, Kenya e Tanzania, abbiamo installato il TOS come modulo sia per il terminal di Genova, sia a Segrate, Dinazzano Po e Vicenza. Un’integrazione digitale che ci consente di vedere le attività di ogni singola unità di merce da un’unica control room, con un cambiamento radicale in termini di sicurezza, gestione efficiente e digitalizzazione. Questo si traduce anche su un cambio di rotta non soltanto per le merci che possiamo gestire, ma sul come. Un tema che oggi è prevalente nel mondo della logistica intermodale”. Se si perde sul mare si recupera su terra?

“Non proprio così, ma in parte è anche quello su cui stiamo lavorando. Nei Paesi citati extra-UE stiamo cercando di costruire magazzini e depositi, aree nelle quali vogliamo sviluppare degli hub logistici per i container che ci consentano di ampliare le nostre attività e gli spazi di operazione. E poi viene la compravendita delle navi, altro tassello fondamentale. Quando abbiamo investito sulle ultime quattro navi, sapevamo che poteva essere un grosso rischio. Ma conoscevamo anche l’opportunità che rappresentavano. La Jolly Cristallo e la Jolly Quarzo sono state cedute alla US Maritime Administration (con un costo di 88 milioni di dollari ciascuna, ndr) perchè vengano impiegate come unità di supporto alla Marina statunitense. Segno, questo, che la logistica è sempre alla base di qualunque movimento e necessità, non soltanto delle compagnie private, ma anche delle attività di crescita di una nazione.

Cosa che infatti abbiamo sempre fatto anche con il nostro Paese, mettendo a disposizione le nostre navi per lo spostamento di truppe per le esercitazioni militari”. Un mondo che è in pieno fermento, considerando i tanti investimenti pubblici anche a lilvello continentale. “I piani di crescita delle infrastrutture sono enormi e potenzialmente dirompenti, e siamo contenti di vedere un certo dinamismo anche in questo Paese. Certo, non sempre si è agito con una visione strategica complessiva, ma c’è il tempo per recuperare”.

Leonardo Parigi