Logistica e sostenibilità sono le parole d’ordine del prossimo futuro in Italia. Qual è lo stato dell’arte, secondo il Presidente di ALIS?
“Logistica e sostenibilità sono due termini ormai strettamente legati l’uno all’altro”, spiega Guido Grimaldi, alla guida di ALIS (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile). “Sia perché i target di sviluppo sono ormai determinati a livello internazionale ed europeo, sia perché ci sono imprese lungimiranti in questo comparto, che da molti anni orientano il proprio business verso la protezione dell’ambiente, verso l’economicità dei servizi ma soprattutto verso l’equilibrio sociale. La sostenibilità, quindi è e sarà elemento fondante di ogni sviluppo del comparto trasportistico e logistico. Il Centro Studi di ALIS, al quale abbiamo affidato il compito di analizzare costantemente lo scenario nel quale agiamo quotidianamente, ha stimato che il nostro cluster nel 2023 – in considerazione del fatto che nei primi sei mesi dell’anno abbiamo assistito ad una stagnazione e ad un calo dei volumi dovuti all’inflazione ed al caro prezzi – trasferirà dalle strade al mare e alla ferrovia un numero di camion simile a quello del 2022“.
“Lì dove abbiamo sottratto e trasferito 5,8 milioni di camion dalle strade italiane e dall’Italia verso l’Europa, pari a oltre 139 milioni di tonnellate di merci, generando un abbattimento di oltre 5,3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, soprattutto in Italia e per le linee dall’Italia verso l’Europa. A tutto ciò si aggiunge un ulteriore dato economico fondamentale, ovvero il risparmio economico di oltre 7 miliardi di euro che le famiglie e i cittadini italiani hanno avuto grazie al trasporto intermodale sostenibile. In uno scenario di questo tipo ritengo che lo stato dell’arte del trasporto e della logistica in chiave di sostenibilità nel nostro Paese sia buono ma si può fare ancora molto. Se la cultura del trasporto e della logistica sarà adeguatamente valorizzata l’Italia potrà continuare ad avere tra i propri asset la principale soluzione al benessere di un intero sistema economico. ALIS sta lavorando per questo.
Con l’approvazione europea al Marebonus si vede il buon lavoro sul tema svolto dall’Italia. Cosa manca perché l’Europa punti con forza su questo asse?
“ALIS ha accolto con favore, e l’ho già sottolineato pubblicamente durante i nostri eventi recenti, la notizia di qualche settimana fa dell’approvazione da parte della Commissione Europea di un regime italiano fino al 2027 per favorire il trasporto combinato strada-mare. Una notizia senz’altro positiva, perché va nella direzione da noi auspicata del riconoscimento dell’importanza dell’intermodalità e perché attendiamo da tempo il nuovo Regolamento Marebonus per le prossime annualità. Riteniamo però che i 125 milioni approvati in 5 anni, ovvero 25 milioni annui, non siano sufficienti per una misura virtuosa come il Marebonus, per la quale sarebbe auspicabile da parte del Governo uno stanziamento di 100 milioni di euro annui.
Nel breve periodo, inoltre, sempre in tema di Marebonus il nostro auspicio è anche quello di non perdere le risorse già stanziate per l’annualità 2022, di cui attendiamo erogazione, e per l’annualità 2023. L’Europa sta facendo un lavoro straordinario in tema di sviluppo sostenibile del comparto trasporti, tuttavia, non sembra tener conto di alcune peculiarità di alcuni Stati membri come l’Italia che ha fatto di alcune misure incentivanti delle best practice che potrebbero far raggiungere i target ambientali in maniera più efficiente e rapida”.
Idrogeno, ammoniaca, energia rinnovabile. Il mondo del trasporto non può che incontrare nuove forme di energia. A che punto siamo, e cosa manca al sistema?
“ALIS da sempre dimostra che l’unica e più competitiva alternativa di trasporto sostenibile è l’intermodalità marittima e ferroviaria, dal momento che il trasporto stradale sulle lunghe percorrenze attraverso le nuove alimentazioni e tecnologie, come l’LNG o la trazione elettrica, non è oggi da solo una modalità realmente praticabile. Investire nell’intermodalità significa credere appunto in quella transizione green della logistica che è protagonista oggi e significa apportare benefici diretti per la collettività in termini ambientali, economici e sociali. Naturalmente noi abbiamo il dovere di osservare con grande interesse l’evoluzione di ogni tipo di tecnologia e ogni tipo di progresso nel settore dei carburanti alternativi siano essi applicati al mondo marittimo o a quello stradale. Su questo punto sono molto fiero che tra gli associati di ALIS ci siano le principali aziende che ad oggi stanno portando avanti sperimentazioni di grande importanza che avranno sicuro impatto sulle evoluzioni di mercato”.
Quali sono le linee di crescita dell’Associazione, e cosa si aspetta ALIS da Governo e UE per un salto di qualità?
“ALIS è in costante crescita, rappresentando più di 2.200 realtà ed imprese associate, 253.000 lavoratori ed un fatturato aggregato di 78 miliardi di euro e, oggi più che mai, sentiamo il dovere di valorizzare adeguatamente il lavoro quotidiano svolto dagli uomini e dalle donne del trasporto e della logistica E l’importanza del nostro comparto per lo sviluppo economico, ambientale e sociale del Paese. Ci sono alcuni temi che ci stanno particolarmente a cuore in questo momento storico e stiamo dialogando con le istituzioni ad ogni livello per aumentare gli incentivi per il rinnovo del parco veicolare italiano, attraverso misure per la rottamazione e le nuove immatricolazioni di veicoli Euro 6 al fine di ammodernare il parco circolante che risulta ancora tra i più datati in Europa. E poi ci sono i temi della formazione, del lavoro e dell’occupazione.
I recenti dati Istat di marzo 2023 ci dicono che, rispetto al mese precedente, il tasso di disoccupazione totale scende a 7,8% e la disoccupazione giovanile scende al 22,3%. Questi dati sono in discesa e pertanto confortanti anche se dobbiamo lavorare affinché la disoccupazione giovanile si riduca soprattutto al Sud Italia, dove in alcune Regioni il tasso supera il 50% come riportato da Eurostat. Il Governo si sta muovendo nella direzione da noi auspicata però ancora c’è tanto da fare considerando che nel 2022 la mancanza di figure professionali ha comportato un costo indiretto di 37 miliardi di euro e, come ha più volte evidenziato ALIS, ribadendo la necessità di risolvere la grave carenza di figure professionali specializzate nell’intero comparto, tra cui autisti, marittimi, macchinisti, medici di bordo, operatori logistici. Noi sosteniamo da tempo che, per risolvere tale carenza ed aumentare i livelli occupazionali, sia necessario intervenire – d’intesa con le istituzioni europee – con maggiori incentivi per le assunzioni, ridurre i costi e i tempi di accesso alle professioni e prevedere più sostegni agli enti di formazione, in particolare a ITS, Istituti Alberghieri e Tecnico Nautici”.
Leonardo Parigi