Grendi amplia la sua presenza in Sardegna e scommette sulla logistica sostenibile

È stato inaugurato a metà Maggio scorso il nuovo magazzino targato Grendi nel retroporto di Cagliari, con un investimento da 10 milioni di euro. Un tassello in più per la logistica del Gruppo, che amplia di oltre 10.000 m2 le potenzialità della base sarda. Ma le attività di Grendi, nata a Genova nel 1828 e operativa nel settore con la specificità dei collegamenti con le isole e il Sud Italia, non si limitano al nuovo spazio cagliaritano. “Il 2023 è partito abbastanza bene”, conferma Antonio Musso, ad del Gruppo. “Il trend di crescita dello scorso anno, con un risultato del +25% di fatturato su base annua, continua a portarci risultati favorevoli.

Tuttavia consideriamo anche che l’alto tasso di inflazione va a falsare il numero reale della redditività, colpita anche ovviamente dagli alti costi del bunker. Ma restiamo comunque in un campo di positività del mercato. Questo anche perché il mercato della Sardegna ha tenuto e sta crescendo, e la nostra posizione nella regione si sta rinforzando grazie a servizi migliori e più ampi. Tra questi, il nuovo magazzino, che aumenta notevolmente la possibilità di stoccaggio”. Il sito è stato realizzato con prefabbricati lunghi fino a 26 metri, trasportati via mare con un sistema innovativo di carico, grazie a supporti speciali che disimpegnano camion e autisti durante la traversata.

“Anche sulla parte di equipment marittimo, abbiamo investito e stiamo investendo tanto. La logistica è stata vista per decenni come un costo, che andava ridotto, strizzato e sminuito. Anche i servizi sono stati via via impoveriti, per creare marginalità. Un errore che noi abbiamo visto per tanto tempo, e che oggi, forse, si inizia a correggere. Perché una logistica efficace – e lo abbiamo visto con la situazione pandemica – è motore e struttura del commercio delle nazioni, e deve essere ben protetta. La logistica è un asset, e come tale va tutelato. In questo senso ci si sta muovendo anche in ottica di abbattimento delle emissioni e di sostenibilità ambientale, e anche la nostra azienda (prima a diventare società benefit nel 2021, ndr) cerca di avere un ruolo di primo piano. Il trasporto intermodale ferroviario è una chiave di volta per il settore, ma chiaramente l’arretratezza delle infrastrutture italiane, specie nelle isole e al Centro-Sud, è drammatica”. 

Il nuovo magazzino del retroporto di Cagliari

Grandi è da sempre presente in Sardegna, regione che più di altre vede enormi margini di crescita, spesso disattesi. Dove si potrebbe o dovrebbe investire per far sviluppare meglio l’isola? “La Sardegna ha un’anima turistica forte e un’altra che riguarda la produzione industriale. Se sulla prima il traino è sempre energico, è pur vero che poco si è lavorato per la destagionalizzazione, un’ottica sulla quale bisognerebbe intervenire. E non solo per il settore dell’accoglienza, ma anche per decongestionare i traffici. Dal lato industriale notiamo come l’isola potrebbe avere un grande sviluppo industriale sulle linee marittime, perché i collegamenti potrebbero essere anche maggiori, vista la sua baricentricità. Ma qui entriamo in un campo di discorso nazionale, perché manca una visione nazionale che racchiuda anche la Sardegna, che spesso viene poco considerata”. 

La sostenibilità ambientale è diventata un punto di forza di Grendi. Ma come l’avete declinata? “A livello di indirizzo generale siamo convinti che la sostenibilità che stiamo cercando di promuovere, per farne uno dei punti chiave della nostra crescita, passi anche dalla riorganizzazione dell’intero ciclo logistico. Il concetto è che il trasporto di una merce richiede un’emissione che però, se studiata nel suo insieme, può essere analizzata e abbattuta grazie a un processo virtuoso. Grazie alle attività di monitoraggio, studio, analisi ed efficientamento del processo logistico, abbiamo raggiunto il risultato di abbattere del 40-45% le emissioni a parità di unità trasportata. E poi bisogna però agire su un’ottimizzazione e su una formazione specializzata con un coinvolgimento del personale addetto: tutti gli operatori che devono essere in grado di gestire la trasformazione. Per andare sul pratico: grazie alla nostra toccata di Olbia, puntando a scaricare la merce nel punto più vicino alla destinazione, abbiamo rivisto l’approccio complessivo di determinate linee. E così, nel solo 2022 abbiamo risparmiato 1,2 milioni di chilometri annuali nel trasporto fra Cagliari e la Sardegna settentrionale, con un evidente risparmio globale in termini di emissioni e di inquinamento. Il Mediterraneo era e resta centrale, e le potenzialità delle Autostrade del Mare sono notevoli. Ancora poco sfruttate dal sistema regionale nel suo complesso, ma rappresentano un grande beneficio complessivo. Nel nostro piccolo ne abbiamo sempre fatto una bandiera, sia quando eravamo legati a Tarros, sia da quando siamo autonomi. Anche per il collegamento con la sponda Sud, pensiamo che questa debba essere la leva di crescita reale. Anche per possibilità di operare senza grandi infrastrutture”.

Leonardo Parigi