Il Green Deal europeo fissa obiettivi precisi: trasferire il 30% del trasporto su strada su rotaia. L’Italia, su questo fronte, è in netto ritardo. Ma oggi, come ha sottolineato l’amministratore delegato del gruppo Fs, Luigi Ferraris, siamo a un punto di svolta, per la mobilità del Paese. La sfida è di avviare una nuova cura del ferro, adeguata all’attuale scenario logistico ferroviario Europeo. La guerra in Ucraina e la pandemia hanno profondamente modificato il nostro modo di vivere, lavorare e viaggiare, ma tutto ciò ha anche spinto l’Europa ad attivare politiche di maggiore solidarietà finanziaria e di maggiore impulso agli investimenti pubblici. E il cambiamento di scenario offre importanti opportunità. “Il nostro gruppo – sostiene Ferraris – intende guidare la ripresa italiana generando valore e contribuendo allo sviluppo di una mobilità multimodale di persone e merci. Tutto questo non soltanto in Italia, ma anche in Europa”.
Il piano industriale del gruppo Fs prevede oltre 190 miliardi di investimenti in 10 anni, con l’obiettivo di realizzare un sistema infrastrutturale integrato per ferrovie, strade, stazioni, porti, aeroporti e terminali merci. In particolare per le merci, Fs si propone di affidare alla ferrovia il trasporto sulle lunghe distanze terrestri, e agli altri mezzi il primo e ultimo miglio, raddoppiando l’attuale quota dell’11% di merci in treno, oggi ben lontana dalla media europea. Con il Polo Logistica il gruppo Fs ha avviato un piano da 2,5 miliardi di euro per rinnovare la flotta di locomotive e carri di nuova generazione e firmato accordi con grandi operatori come Hupac e Msc per promuovere l’intermodalità e la logistica integrata. Per questo motivo FerMerci, l’associazione che riunisce i principali operatori ferroviari operanti in Italia, propone un Patto per il rilancio del trasporto ferroviario merci fra gli operatori del settore e l’industria nazionale, al fine di aumentare i volumi di traffico e concretizzare lo shift modale richiesto dall’Europa.
Giustamente il presidente di FerMerci, Clemente Carta, sostiene che è necessario uno sforzo dell’intero sistema logistico nazionale con il sostegno delle industrie clienti, a partire dalle grandi imprese di Stato. In sintesi, occorre in tutti i modi favorire l’accesso della merce al treno. Del resto il trasporto ferroviario delle merci è uno strumento indispensabile al nostro Paese per raggiungere gli obiettivi ambientali fissati per il 2030 a livello europeo. Per evitare che progetti e buoni propositi finiscano però su un binario morto, è necessario sburocratizzare e velocizzare le procedure e mettere in chiaro le criticità esistenti.
“Stiamo chiedendo all’Europa che ci sblocchi i fondi già impegnati nel Pnrr sull’ultimo miglio e per il rinnovo del materiale rotabile, sia locomotori che carri – va dicendo da tempo il viceministro al Mit, Edoardo Rixi – I flussi di traffico che avremo nei prossimi anni dovranno essere orientati soprattutto sul ferro per consentire il rinnovamento delle infrastrutture stradali. Per questo motivo il ferrobonus e il marebonus dovranno essere due utili e necessari strumenti di transizione”. Perché la cura del ferro sia veramente efficace, però, dovrà essere accompagnata da una robusta dose di digitalizzazione. Basti pensare ai pesanti ritardi sulla rete ferroviaria, dove è sufficiente ricordare a mo’ di esempio che la stazione di Milano centrale ha ancora un meccanismo di segnalamento vecchio di 30 anni.
Insomma, l’investimento ferroviario sarà importante per il futuro dell’economia del nostro Paese, e in particolare della portualità italiana. Prova ne è il dinamismo che caratterizza l’iniziativa privata. La Medway del colosso Msc di Gianluigi Aponte non si accontenta di crescere in Italia, ma sta preparando un’espansione a livello europeo. Punta a essere scelta da Renfe quale partner strategico in Spagna e dal Paese iberico guarda allas Francia. La sua controllata attiva nella penisola iberica, Medway – Operador Ferroviário de Mercadorias, è infatti nella rosa dei tre soggetti selezionati da Renfe, l’operatore statale spagnolo, per lo sviluppo di un’alleanza strategica nel settore del trasporto cargo su ferro.
Del resto la società si trova in compagnia delle divisioni ferroviarie di altri due big del trasporto container via mare – Cma Cgm e Maersk – che pure hanno passato la prima fase di selezione a cui in totale avrebbero partecipato una trentina di operatori. Una decisione in merito è attesa a giugno-luglio. Medway vuole puntare poi i suoi locomotori in direzione della vicina Francia, con l’obiettivo più ampio di sviluppare le relazioni ferroviarie con il Nord Europa, dove è presente in forze in Olanda, Belgio e Germania. Il grande risiko delle merci su ferro è appena iniziato.
Teodoro Chiarelli