Una crescita importante e nuovi investimenti per attrarre nuove navi e nuovi turisti. Ma anche un approccio nuovo per coniugare le esigenze delle città con l’arrivo di milioni di passeggeri. Qual è il bilancio complessivo dell’AdSP del 2022, per quanto riguarda gli accosti di crociere e navi passeggeri?
“Abbiamo numeri in crescita”, risponde soddisfatto Pasqualino Monti, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale. “Palermo chiuderà il 2022 con quasi 600mila crocieristi (+500% rispetto al 2021), migliorando il risultato ottenuto nel 2019 (501.000 passeggeri), ultimo anno pre Covid. Nel 2023 è previsto un ulteriore e progressivo incremento numerico e, al momento, il programma degli accosti delle navi da crociera prevede circa 228 accosti di colossi del mare. Siamo molto soddisfatti. La Sicilia piace, la gente vuole visitarla, ma per gli armatori è stata fondamentale la riqualificazione dei nostri scali. Avremo un forte incremento anche nel numero totale dei passeggeri arrivati/partiti con navi ro-ro e con mezzi veloci: il 2022, infatti, si dovrebbe chiudere con circa 1.500.000 di passeggeri (imbarcati/sbarcati – esclusi i crocieristi), +25% rispetto al 2021. Come sempre il traffico ro-ro di cabotaggio è la componente principale del movimento passeggeri e merci nel porto di Palermo”.
Al centro del Mediterraneo
Porti, terminal e tecnologie. Quanto impatta un’opportunità come il PNRR per una AdSP come Palermo, che mira a crescere con vigore nel prossimo futuro?
“Noi abbiamo avuto la fortuna e anche la capacità – spero di non risultare immodesto – di iniziare prima del PNRR. Io, infatti, sono stato uno tra quelli che ha sempre sostenuto che quello delle risorse è sempre stato un finto problema nel nostro Paese. Il PNRR, con il Fondo complementare, ha accelerato certi processi, ma negli scali della Sicilia occidentale la rivoluzione era partita ben prima. Diciamo che abbiamo solo chiuso gli ultimi interventi del nostro piano industriale redatto al termine dell’anno 2017. I 187 milioni finanziati dal PNRR sono stati, infatti, destinati soprattutto a progetti di consolidamento, mentre le opere di grande infrastrutturazione, tra cui i dragaggi e i tanti cantieri aperti che ci hanno consentito il salto di qualità, li avevamo già avviati. Per il Paese, invece, si tratta dell’ennesima opportunità, sebbene nel PNRR siano inserite opere la cui pianificazione e progettazione risalgono addirittura al 2002.
Evidentemente, se dopo vent’anni non sono ancora state realizzate, qualcosa non ha funzionato. E funzionerà solo se muteranno radicalmente le regole del gioco. Che devono essere moderne, snelle, semplici ed efficienti, altrimenti difficilmente entro il 2026 si raggiungerà l’obiettivo. Per farle un esempio, le pare normale che io sia Commissario straordinario nominato dal Presidente del Consiglio dei Ministri da un anno e mezzo sull’opera di realizzazione di un bacino da 150mila TPL per la costruzione di navi da parte di Fincantieri nel porto di Palermo, e non abbia i fondi a disposizione perché inseriti in un piano di erogazioni ventennale? E non se ne esce ancora. Come dire: l’opera la fai in vent’anni perché, per un mero cavillo burocratico, i fondi te li diamo in vent’anni. Siamo ormai in una situazione davvero imbarazzante. Mi auguro che, come ha dichiarato il ministro Matteo Salvini, entro dicembre si possa dar vita a una importante opera di semplificazione, che consenta di realizzare gli interventi nei termini stabiliti e con risorse certe”.
Anche in occasione della recente firma del protocollo per i dragaggi, è sempre più utile una tecnologia efficace e snella per combattere le infiltrazioni, dando invece linfa a progetti operativi rapidi e chiari. Quanto può aiutare la tecnologia in tal senso, andando verso una gestione virtuosa di un ente come un’Autorità di Sistema?
“Aiuta tanto. L’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e l’informatizzazione sono fattori determinanti nel controllo che le forze dell’ordine sono preposte a fare. Con la firma del protocollo a cui Lei fa riferimento, abbiamo messo a disposizione una piattaforma informatica, denominata “Legolas”, e le relative chiavi di accesso, alle forze dell’ordine che vorranno verificare le dichiarazioni delle imprese e poi intervenire in maniera tangibile sui cantieri stessi, quando opportuno, per verificare che tutto si svolga nell’ambito della legalità. Una piattaforma informatica codificata, in cui sono presenti tutte le informazioni, diventa per i corpi militari e civili dello Stato, uno strumento di facile utilizzo, che migliora il lavoro, consente di risparmiare tempo nelle ricerche e di agire tempestivamente. L’informatizzazione migliora anche la gestione corrente degli uffici. L’Autorità costruisce infrastrutture, quindi produce un alto numero di pratiche, incartamenti e documenti amministrativi importanti: digitalizzare significa semplificare l’azione ed essere più trasparenti, più funzionali, più operativi. E più attrattivi sul mercato”.
Dal waterfront di Trapani ai numeri in crescita per il settore cruise. Quali sono le strategie dell’AdSP per la crescita in termini di persone e volumi di traffico?
“Innanzitutto riqualificare, creare le strutture ricettive adeguate, essere veloci nelle risposte al mercato, per poi promuovere, sempre sul mercato, il prodotto realizzato e consentire ai privati di investire. Abbiamo affidato la gestione dei nostri terminal crociere a due tra i più importanti player come Costa e Msc, riuniti nella West Sicily Gate: un risultato che, dopo trent’anni di gestione delle banchine da parte del pubblico, sta dando, e ancora di più darà in futuro, i suoi frutti. L’impegno del concessionario, infatti, è quello di portare un milione e mezzo di passeggeri nella Sicilia occidentale. Lo stesso vale per le merci e per il traffico ro-ro per cui i nostri scali sono vocati: legare un’infrastruttura moderna, adeguata e funzionale dal punto di vista logistico alle esigenze degli operatori, dei grandi armatori del ro-ro, significa impegnarli per un buon numero di anni, e noi lo abbiamo fatto con Gnv e Grimaldi, nostri principali operatori nel settore. L’AdSP regola, vigila, costruisce, promuove, facendo sì che il mercato sia incentivato a investire negli scali del network, consentendo all’Autorità stessa di rientrare dal denaro speso. Questa è la nostra funzione”.
Energia e nuovi scenari
Dal gas naturale liquefatto all’idrogeno, passando per l’elettrificazione delle banchine. Ma l’obiettivo di un porto “green” passa anche attraverso piccoli ma decisivi interventi sui mezzi, sul risparmio energetico, sull’analisi dei dati. Qual è la posizione dell’Autorità di Sistema e come si esprime la sua politica per il futuro?
“Se non ci si limita al significato letterale, ma si riempie quella parola di una consistenza pratica, allora la sostenibilità ha un senso. Noi attorno a questo termine, in modo concreto, abbiamo ragionato prima che diventasse tanto di moda, e la nostra voglia di dare un contributo in termini di sostenibilità ambientale e di riduzione delle emissioni di CO2 è tangibile. Sostenibilità significa partire con un piano preciso. L’abbiamo fatto con l’elettrificazione delle banchine, con l’efficientamento energetico da fonti rinnovabili, progetto di cogenerazione compreso, per fornire tutta l’energia che occorre ai nostri porti. Lo abbiamo fatto mettendo a gara il progetto e affidandolo, dopo un anno di procedura amministrativa, a una società privata in partenariato pubblico/privato con noi. Lo continuiamo a fare oggi dialogando con i player internazionali per la ricerca sull’idrogeno, elettrificando i mezzi che operano in ambito portuale attraverso la nostra società di servizi di interesse generale che già ha acquistato i primi mezzi elettrici per la movimentazione delle merci.
Sempre proseguendo su questa traccia, abbiamo accolto con la massima disponibilità la scelta del governo di affidarci il porto di Gela, tanto da mettere Eni nelle condizioni di avviare le procedure per le trivellazioni nei giacimenti Argo e Cassiopea: 10 miliardi di mc di gas potranno essere estratti anche grazie all’Autorità che, in maniera snella, ha dato le aree per consentire a Eni di sviluppare la sua logistica nei porti della Sicilia occidentale, non solo a Gela ma anche a Porto Empedocle e a Trapani. La nostra azione include pure il Gnl, altro tema centrale sul quale la politica dovrà assumersi la responsabilità di scelte non facili, sia a proposito dei rigassificatori che dei depositi costieri. A Porto Empedocle abbiamo un deposito naturale di Gnl, ragioneremo con il governo per poterlo mettere in produzione nel più breve tempo possibile. Ferma restando la volontà di dialogare con la comunità locale, per spiegare, in piena trasparenza, cosa faremo e i benefici che scaturiranno da operazioni come questa. Così come abbiamo investito nelle autostrade del mare, affiancando gli armatori e cercando di dare loro le giuste risposte dal punto di vista operativo e logistico. Il settore, non sta a me dirlo, è determinante per la drastica riduzione delle emissioni che garantisce eliminando dalle nostre arterie autostradali milioni di camion ogni anno”.
Quali sono i tempi degli interventi previsti dall’AdSP per l’ammodernamento dell’hospitality e dei servizi ai passeggeri a terra? Quali i prossimi passaggi del 2023?
“Entro l’estate 2023 inaugureremo il molo Trapezoidale, un ambito portuale per il quale abbiamo speso 36 milioni, che cambierà il volto di Palermo. Questo spazio conterrà 3 ristoranti sul bordo del mare, 13 attracchi per mega yacht, 1.600 m2 per ospitare 43 brand siciliani d’eccellenza enogastronomica. Un convention center ad anfiteatro che degrada verso il mare da 4.500 m2 e 250 posti, una palazzina uffici, 3 club house, uno specchio d’acqua da 8.000 m2 che ridisegnerà le antiche mura del Castello a Mare, antico presidio a difesa della città”.
Lavoriamo per regalare a quest’area un’accezione moderna, curata e all’avanguardia, nel pieno rispetto della storia della città e del suo nome, “Panormus”, ‘tutto porto’. Nel mese di gennaio inaugureremo il terminal di Porto Empedocle, il quarto dopo i due a Palermo e i due a Trapani, mentre il quinto sarà avviato a Termini Imerese. Inoltre, entro la fine del prossimo anno, si concluderà il primo lotto dell’opera di interfaccia città-porto. Investimento da 36 milioni di euro che eliminerà ogni cesura tra lo scalo marittimo e l’agglomerato urbano, migliorando il decoro e riducendo i tempi d’attesa dei viaggiatori”.
Leonardo Parigi