FHP, ferro e nuove connessioni per un futuro più sostenibile

La merce non è più la stessa. Perché non rappresenta più solo un’unità che va movimentata, ma è in grado di “parlare”, rilasciando dati e numeri che possono essere analizzati, amalgamati e letti in altri contesti. I terminal gestisti da FHP lavorano proprio su questo segmento, anche perché la holding portuale di F2i è attiva su oltre 13 società, con oltre 9 milioni di tonnellate di merci movimentate ogni anno. “La nostra capacità di crescita dipende anche da una diversificazione delle attività e delle rinfuse che vengono movimentate”, conferma GianCarlo Russo, Managing Director di FHP. Il primo operatore portuale italiano gestisce le varie piattaforme logistiche di Carrara, Livorno, Monfalcone e Venezia, avendo quindi a disposizione un’ampia gamma di settori di attività.

GianCarlo Russo, Managing Director di FHP

“Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto sul siderurgico, e i nostri spazi portuali di Monfalcone attendono di poter essere ampliati, così da permetterci di crescere ancora, soprattutto per la movimentazione della merce via ferro. Crediamo nell’utilizzo del vettore ferroviario non soltanto per necessità e specificità della merce, ma anche per andare a incrementare le connessioni via terra in maniera virtuosa e meno impattante. È chiaro che dobbiamo guardare a quest’ottica con un calcolo preciso di costi e ricavi, ma non possiamo dimenticare anche la parte marittima, con la merce che può viaggiare via chiatta. Il problema del pescaggio di Porto Nogaro è noto, e l’arrivo delle chiatte da Monfalcone rende più semplice e diretto lo spostamento delle bramme d’acciaio per i laminatori dell’area industriale”.

FHP è il primo operatore per volumi anche a Monfalcone, dove detiene circa il 75% del traffico portuale, e tra lo scalo e Venezia gestisce circa l’80% del suo totale. “Il nostro legame con il Friuli Venezia Giulia è importante, ma siamo fortemente concentrati su tutta l’area, integrando Venezia come hub logistico. A questo punto diventa determinante per la crescita lo spazio che abbiamo a disposizione, perché negli ultimi mesi abbiamo raggiunto numeri davvero positivi. Per mantenere questo trend, abbiamo bisogno di tanti metri quadrati”.

Ma come possiamo considerare “green” un’attività così complessa? “Prima di tutto dobbiamo pensare alle piccole azioni che mettono in moto un processo virtuoso. L’utilizzo massiccio della ferrovia punta in questa direzione, ma nel corso dei prossimi mesi avremo anche importanti novità nei nostri spazi di Monfalcone. Una delle palazzine e una parte dei magazzini avranno i tetti ricoperti da pannelli fotovoltaici, rendendoci quindi meno dipendenti e più autonomi. E poi, tra il 2023 e il 2024, metteremo a punto un’altra serie di investimenti analoghi, così da darci la possibilità di crescere anche da un punto di vista ambientale.

Leonardo Parigi