L’atelier dei Superyacht. Baglietto punta sulla storia per continuare a stupire

Nell’estate del 2020, ancora sotto shock per i mesi appena passati, il mondo della nautica venne letteralmente preso d’assalto. Chi aveva sufficiente portafoglio per investire e divertirsi, scelse di acquistare una nuova barca, magari la prima della sua vita. Il refrain del periodo era “La gente ha capito che i soldi in banca non servono, occorre vivere la vita”. Due anni più tardi, il mondo ha ripreso a correre, anche se le incertezze non mancano. «Il post-Covid è stato certamente un momento di boom», conferma Fabio Ermetto, Chief Commercial Officer di Baglietto Spa. 

fabio ermetto
Fabio Ermetto

«Il periodo di fine 2020 ha rappresentato anche un particolare aumento della concentrazione del lavoro su determinati cantieri, per cui in realtà un aumento c’è stato eccome, ma molto segmentato. Ma oggi siamo in una fase completamente nuova, dopo l’inizio della guerra in Ucraina». La situazione internazionale così tesa, sommata a una ripresa globale segnata da una forte curva inflattiva e ad aumenti sproporzionati dei costi dell’energia e dei materiali, può essere un freno deciso rispetto alle prospettive? «Oltre alla condizione di incertezza generale, a cui chiaramente guardiamo come persone e come sistema di business, a Baglietto è cambiato poco come condizione. Questo perché oggi non abbiamo alcun armatore russo nel nostro order-book, mentre fino a poco fa i russi rappresentavano il 20% del mercato. Certamente i costi sono in aumento, e per ogni costruttore la sfida produttiva e industriale è impegnativa. Ma a livello di mercato siamo tornati a una sostanziale normalità. Dopo il boom e il crollo degli ordini, siamo nuovamente in una fase di crescita stabile e duratura”.

Al Salone Nautico di Genova, Baglietto si presenta tramite la “sorella” Bertram, sbarcata – è proprio il caso di dirlo – in Europa e in Italia grazie al gruppo spezzino. Con una storia di 168 anni, il cantiere della Spezia guarda alla stagione dei saloni nautici con grande ottimismo. «Grande orgoglio e soddisfazione derivano ultimamente dai due nostri nuovi modelli: il 40 e il 52 metri. Del primo ne abbiamo consegnato uno, ma ne abbiamo già venduti sette. Il secondo, invece, ha già ricevuto sei vendite, e verrà presentato solo durante questa stagione. Il nostro order-book è pieno fino al 2025, con un piano di costruzione di circa 15 barche». Se la domanda cresce e il mercato è florido, è lecito allora chiedersi se i 35.000m2 di cantiere verranno implementati, se ci sarà un aumento anche della produzione. «No, su questo punto la nostra filosofia è chiara. Costruiamo e progettiamo con il cliente al centro del processo, anche perché non facendo barche in vetroresina non siamo vincolati a uno stampo standard. La customizzazione del prodotto è totale, per cui si costruisce insieme all’armatore, in base alle sue necessità, alle sue esigenze», racconta ancora Ermetto. «Il nostro segmento di mercato è molto ben delineato, rappresenta circa il 10% del totale. Ma è una frazione molto importante e dettagliata, e Baglietto è protagonista di questa nicchia».  

enterprise baglietto

Che cosa vedranno allora i visitatori del Salone Nautico di Genova, passando per Cannes, Dubai e molti altri? «Aspettiamo con trepidazione i saloni. Andremo a presentare il 40 metri, e verso fine anno andremo a varare anche il 52. Avremo presto anche un 42 metri trimotorico con un sistema di propulsione avanzata, anche perché abbiamo una clientela che si avvicina sempre di più a noi grazie al nostro concetto di motori ibridi. L’ibrido per noi è il presente, già da tempo lavoriamo su questa base. E il futuro si chiama idrogeno, per cui abbiamo investito per creare in cantiere un impianto per testare i risultati sul nuovo carburante». A quando allora il primo Baglietto a idrogeno? «Non prima del 2026, ma siamo davvero vicini per consegnare al mercato yacht di alta qualità, estremamente performanti, e con una propulsione ibrida+idrogeno».

I quasi 170 anni di storia del cantiere navale permettono a Baglietto di guardare al futuro con fiducia. E non solo, perché gli spazi espositivi dell’azienda ai saloni proveranno a raccontare a terra quella che è la filosofia dell’azienda, la Blueness. «Il nostro modello di business è particolare, il cardine su cui ruota tutto. La centralità del cliente e il fatto di essere un boutique shipyard ci consente di differenziarci e di avere sempre un’alta qualità di costruzione, senza snaturare la nostra filosofia. Si parla anche di “Blu Baglietto”, colore per noi connotante, anche per via della nostra filosofia, che ci presenta come un “atelier of blue”.

Leonardo Parigi