Verso un’economia sostenibile: dagli slogan ai fatti

Abbattere le emissioni senza rinunciare alla crescita. Dietro quello che può apparire un inutile slogan c’è forse la più grande scommessa della storia dell’Unione Europea. 

Il 5% del Prodotto interno lordo dell’UE è generato infatti dal settore dei trasporti, che anno dopo anno ha confermato il ruolo di pilastro dell’economia comunitaria arrivando a occupare – secondo le più recenti stime di Bruxelles – oltre 10 milioni di persone.

Basterebbero queste semplici cifre per comprendere la portata del mondo della logistica e il suo impatto sulla ricchezza, e conseguentemente sulla capacità di sviluppo, degli Stati membri dell’UE. 

Trasporti e logistica rappresentano, tuttavia, anche un problema per la società. Perché producono inquinamento (ambientale e acustico), provocano incidenti e congestioni stradali, rendono difficile la convivenza con i cittadini. Problematiche serissime, di fronte alle quali per decenni l’Europa si è colpevolmente voltata dall’altra parte in nome della crescita economica e della strategicità delle catene di approvvigionamento.

Oggi le emissioni dei trasporti rappresentano circa il 25% delle emissioni totali di gas serra dell’UE, un dato che è aumentato costantemente negli ultimi anni tanto da spingere l’Europa a darsi l’ambizioso obiettivo di diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, grazie alla programmata riduzione del 90% delle emissioni di gas serra legate ai trasporti entro il 2050.

Non solo. La Commissione europea ha adottato una serie di proposte per rendere le proprie politiche in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità idonee a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

Un programma realizzabile?
Che il traguardo non sia facile da raggiungere è un dato di fatto. Tra il 1990 e il 2019, le emissioni di gas serra sono diminuite in Europa dell’1% all’anno. Tra il 2007 e il 2019 la cifra è salita a quasi il 2% all’anno. L’obiettivo per il 2030 richiede che il tasso di decarbonizzazione raddoppi di nuovo, fino a quasi il 4% all’anno. E l’obiettivo del 2050 è ancora più ambizioso.
Si tratta, secondo gli scettici, di un percorso troppo ottimistico. Se, infatti, la produzione di energia è probabilmente il settore più facile da decarbonizzare, questo processo è decisamente più difficile per i trasporti, il riscaldamento, l’industria e l’agricoltura. In questi settori, il raddoppio del tasso di decarbonizzazione richiede uno sforzo davvero imponente.

La necessità degli incentivi
Una cosa è certa: rispettare il Green Deal sarà possibile solo con una rigorosa e attenta politica di incentivi. Aziende ed enti pubblici hanno bisogno di essere accompagnati in questa rivoluzione, per fare in modo che gli obiettivi siano centrati e la cultura della sostenibilità trovi una sua naturale collocazione nello spirito di cittadini e istituzioni.
Questa sarà la più importante delle sfide da affrontare, per l’Unione Europea e per le generazioni future.

Helvetius